A proposito del questionario sul Motu Proprio “Summorum Pontificum”

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Segue il Comunicato della Segreteria Generale del Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum del 18 luglio 2020, a proposito del questionario sull’applicazione in ciascuna diocesi del Motu Proprio “Summorum Pontificum”, inviata ai vescovi dall’ex Commissione Ecclesia Dei, oggi Sectio Quarta della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Cito un passaggio del Comunicato, in cui viene segnalata la prassi seguita da alcuni vescovi, nel ricevere l’istanza di un coetus fidelium affinché sia resa possibile la celebrazione della Santa Messa nel Rito straordinario (assegnando una chiesa, individuando un sacerdote celebrante, superando l’ingiusta resistenza di qualche parroco, e così via): «Le istanze, ancorché formulate per iscritto e, magari, ripetute nel tempo così da esser pendenti da mesi se non anni, vengono cestinate o dimenticate in qualche cassetto, senza risposta; oppure vengono proprio respinte, senza che gli interessati abbiano poi la possibilità di coltivarle ulteriormente. Dopo di che, nel questionario il Vescovo riferisce che nella sua Diocesi non esiste domanda o interesse per la Messa antica, che per essa i fedeli non provano alcuna attrazione, che non c’è nessuno che vorrebbe celebrarla o assistervi, ecc. ecc.».

Si avvicina il 31 luglio, data entro la quale i Vescovi italiani – come i Vescovi di tutto il mondo – dovranno far pervenire alla Santa Sede le loro risposte al noto questionario sull’applicazione in ciascuna Diocesi del Motu Proprio Summorum Pontificum (ved., ex multisQUI e QUI).

Com’è ovvio, non sappiamo ciò che i nostri Presuli stiano per riferire a Roma, e possiamo solo immaginare che lo spettro delle indicazioni che essi forniranno sarà ampio. Abbiamo però motivo di credere che da molte Diocesi perverranno segnalazioni e valutazioni positive, il che davvero ci rincuora.

Tuttavia, stanno anche circolando alcune indiscrezioni, che è bene considerare solo tali (cioè informazioni non verificate e non verificabili, ancorché, purtroppo, assai plausibili), in base alle quali in talune Diocesi i Vescovi sottacerebbero l’esistenza di istanze pendenti per l’avvio di una celebrazione regolare della S. Messa tradizionale a mente del Motu Proprio. Secondo queste indiscrezioni, dunque, si realizzerebbe un meccanismo di questo genere: il Vescovo riceve l’istanza di un coetus fidelium affinché sia resa possibile la celebrazione della S. Messa (assegnando una chiesa, individuando un sacerdote celebrante, superando l’ingiusta resistenza di qualche parroco, e così via). Le istanze, ancorché formulate per iscritto e, magari, ripetute nel tempo così da esser pendenti da mesi se non anni, vengono cestinate o dimenticate in qualche cassetto, senza risposta; oppure vengono proprio respinte, senza che gli interessati abbiano poi la possibilità di coltivarle ulteriormente. Dopo di che, nel questionario il Vescovo riferisce che nella sua Diocesi non esiste domanda o interesse per la Messa antica, che per essa i fedeli non provano alcuna attrazione, che non c’è nessuno che vorrebbe celebrarla o assistervi, ecc. ecc….

Da qui un piccolo suggerimento, che sottoponiamo a tutti i coetus ancora in attesa di risposta alle loro istanze, per valutarlo e, se pare opportuno, applicarlo: poiché il questionario è anche un’occasione perché le domande tuttora pendenti vengano prese in qualche modo in considerazione, cogliendo l’opportunità di questa consultazione generale, segnalate direttamente all’ex Commissione Ecclesia Dei – oggi Sez. IV della Congregazione per la Dottrina della Fede (indirizzo postale: Congregazione per la Dottrina della Fede, Sez. IV, Palazzo del Sant’Uffizio, 00120 Città del Vaticano; indirizzo mail: QUI e QUI; telefax: 06/69883409) – di aver presentato al Vescovo, o a chi altri competa, domanda di applicazione del Motu proprio (indicando con precisione tempi e modi), e che la domanda permane inevasa, oppure, se fosse così, che è stata esplicitamente respinta. Non è indispensabile che la segnalazione pervenga a Roma entro il 31 luglio, ma è importante che la Congregazione per la Dottrina della Fede ne disponga quando inizierà il lavoro di lettura dei questionari: per chi dovrà ordinare e valutare l’esito della consultazione sulla Messa tradizionale, potrebbe essere utile incrociare queste eventuali segnalazioni con le risposte dei Vescovi – diciamo così – più renitenti al Motu Proprio.

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