“Non chi comincia ma quel che persevera”

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“I buoni cristiani” dovrebbero essere uomini e donne di virtù.
Ma si sa, che a volte la vita fa paura, terrorizza e confina in quelli che sono gli abissi dell’animo umano. In certi momenti non si sa davvero come affrontare le difficoltà della vita e nessuno può biasimare, chi non sa affrontare una vera e propria emergenza di carattere sanitario, come questa Sars-CoV-2, che ha coinvolto mezzo mondo, Italia compresa, Chiesa compresa.
Il virus e uguale per tutti. Il virus non bada al colore della pelle. Il virus non guarda alla religione professata e tanto meno al ceto, allo stato sociale, al conto in banco o al partito politico di riferimento.
Il virus rivela le fragilità umane e in quelle fragilità trova il modo di attaccare la salute delle persone.
Il virus svela la verità di ciò che siamo. Ma soprattutto scopre ciò che non siamo capaci di fare.
Fino ad ora, Sars-CoV-2 ci ha detto, che non siamo capaci ad ammettere la realtà e a fermarci seriamente, per affrontarlo con coraggio.
E cosi perdiamo tutti i nostri punti di riferimento. Li cerchiamo, ma in questi giorni proprio non li troviamo. Li cerchiamo anche in una parola profetica di supporto e da chi dovrebbe proferirla. Ma, al momento, nessuno sembra capace di saperla pronunciare. I nostri pastori fin’ora sono stati capaci solo a fare “copia e incolla” di comunicazioni e disposizioni istituzionali civili. Ma, al gregge non servono funzionari, servono pastori coraggiosi, che non solo escono per andare a cercare la pecorella smarrita, ma lasciano indietro nessuno.
Il giorno sembra essere arrivato. Quel giorno in cui dobbiamo essere noi a condurre questa barca. Perché ne siamo capaci. Perché abbiamo studiato. Perché abbiamo sudato sul campo. Perché in tutto il mondo abbiamo dimostrato di saperlo fare. Abbiamo portato la parola di Dio in tutto il mondo accompagnando i nostri pastori (pontefici compresi). Abbiamo dimostrato di saperla insegnare al nostro prossimo più lontano, anche a chi non la conosceva. Ma questa parola ora serve a noi.
E mi chiedo, se siamo stati capaci di accompagnare in giro per il mondo pontefici, a portare la parola profetica, saremo capaci nel nostro Paese di riuscire a fare lo stesso?
“Nemo propheta in patria”. Si sa, che la cosa più difficile è riuscire a sconfiggere i preconcetti a casa propria. Si sa, che è proprio tra le mura di casa, che ci scopriamo più vulnerabili e ad essere sorpresi e sopraffatti più facilmente dai timori della vita; e – è naturale – ad essere sopraffatti dalle emergenze, che diventano pestilenza dell’animo.
Abbiamo sete. Ma intorno a noi c’è aridità.
Cerchiamo refrigerio e oasi di pace. Ma intorno a noi troviamo deserti di solitudine.
È davvero un momento buio per la Chiesa tutta e per noi, che su questa barca ci stiamo dentro. Ma è ora di capire che non dobbiamo solo attendere di essere guidati.
È ora di capire che uniti possiamo sostenerci e guidarci: sostenendoci, riusciremo a condurre insieme questa barca in un porto sicuro.
L’intelligenza è la capacità di capire, quando è tempo di cambiare, quando è tempo di essere diversi. Oggi intorno a noi tutto sta cambiando e questo tempo ci chiede di saper cambiare. L’unica cosa certa è, che ci troviamo tutti insieme sulla stessa barca alla deriva e se non si fa qualcosa la barca non arriverà mai nel porto sicuro della parola profetica.
Chi ha la forza e il coraggio di osare, deve osare. Perché è questo il momento di farlo, affinché i fratelli afflitti, impauriti e oppressi, abbiano delle figure d’esempio da seguire, che esse siano religiose o laiche. Devono esserci queste figure tra noi e so che ci sono.

Mai come in questo momento, chi ne ha deve tirare fuori gli attributi del “buon cristiano” (che è buono ma non fesso).
Perché, ricordiamolo sempre, “tutto il mondo è un palcoscenico”, dixit William Shakespeare. E come sapeva John Belushi, “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare” [1], entrando in scena da attori protagonisti e non da semplici comparse. Invece, “i furbi vanno nelle retrovie“, come sapeva Sandrone Dazieri [2].

[1] Frase pronunciata nel film “Animal House”, citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, “Palla lunga e pedalare”, Dalai Editore 1992.
[2] “Attenti al gorilla”, Mondadori 1964.

“Non chi comincia ma quel che persevera” (Leonardo Da Vinci): motto adottato dal veliero Amerigo Vespucci, varato il 22 febbraio 1931 a Castellammare di Stabia. La data del varo stranamente coincide con il periodo di sviluppo del Sars-CoV-2 in Italia nell’A.D. 2020…

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