Nuovo giallo in Vaticano: Gänswein congedato. Cauta la posizione della Santa Sede che minimizza. Ulteriori retroscena

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“Padre Georg Gänswein ‘confinato’ in Monastero” titola Maria Antonietta Calabrò su Huffingtonpost.it: “Termina dopo sette anni – la rinuncia di Benedetto XVI è dell’11 febbraio 2013 – la ‘coabitazione’ con Papa Francesco”.

Per la Santa Sede si tratta di “ordinaria ridistribuzione” la notizia data dal giornale cattolico tedesco “Die Tagespost” (di cui ho riferito questa mattina), che il Segretario particolare di Papa emerito Benedetto XVI, l’Arcivescovo Georg Gänswein è stato “congedato” da Papa Francesco a tempo indeterminato nelle sue funzioni di Prefetto della Casa Pontificia, in seguito al pasticcio del libro del Cardinale Robert Sarah con Joseph Ratzinger/Benedetto XVI sul sacerdozio e a difesa del celibato sacerdotale. Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, in risposte alle domande dei giornalisti, minimizza e dichiara: “Nessun congedo, non ho alcuna informazione in tal senso” e precisa che l’assenza di Gänswein durante “determinate udienze” del Papa “nelle ultime settimane”, è dovuta a una “ordinaria ridistribuzione dei vari impegni e funzioni del prefetto della Casa Pontificia”, che, come noto, “ricopre anche il ruolo di segretario particolare del Papa emerito” Benedetto XVI.

Invece, secondo quanto risulta al vaticanista di ilfattoquotidiano.it, “i rapporti tra il Pontefice e padre Georg sarebbero ai minimi storici dopo la vicenda della pubblicazione del libro a doppia firma Benedetto XVI e cardinale Robert Sarah, in cui si fanno pressioni su Papa Francesco nella difesa del celibato”. Scrive Francesco Antonio Grana su Ilfattoquotidiano.it di oggi 5 febbraio 2020:
“Nei sacri palazzi l’assenza di monsignor Gänswein era stata notata da tempo e aveva suscitato diverse ipotesi. Tutte sempre ufficiose e mai confermate dal Vaticano. Il prefetto della Casa Pontificia è, infatti, assente dal suo ufficio da oltre tre settimane. L’ultima volta che è stato accanto al Papa durante la consueta udienza generale del mercoledì è stato il 15 gennaio 2020. Poi, è sempre stato sostituto da monsignor Leonardo Sapienza, reggente, ovvero numero due, della Prefettura della Casa Pontificia. (…)
“All’inizio si era ipotizzato che monsignor Gänswein fosse assente a causa di una bronchite. Ma poi era stato visto passeggiare di pomeriggio nei Giardini Vaticani con Benedetto XVI mentre i due recitavano il rosario. C’è chi a ilfattoquotidiano.it ha raccontato anche di aver perfino udito le urla di Francesco con il prefetto della Casa Pontificia subito dopo la pubblicazione dell’ormai famoso libro del Papa emerito e del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Un volume nel quale Ratzinger e il porporato difendono il celibato. Libro dal quale il Papa emerito ha successivamente ritirato la firma proprio attraverso monsignor Gänswein. Ma in libreria, sia in Italia che all’estero, il testo è uscito lo stesso con la doppia firma.
“Il volume, però, è stato un tentativo abbastanza evidente di fare pressioni su Bergoglio che a breve firmerà la sua esortazione apostolica post sinodale sull’Amazzonia nella quale dovrà comunicare se, come richiesto a larga maggioranza dai vescovi di quella regione, aprirà al sacerdozio per i diaconi permanenti, ovvero per uomini sposati. Questo per sopperire alla mancanza di clero in quella parte del pianeta. Quale sarebbe stata la colpa di monsignor Gaenswein agli occhi di Francesco? Innanzitutto quella di non aver informato il Papa di questo libro e non aver chiesto a lui l’autorizzazione per la sua pubblicazione, come era avvenuto invece nel febbraio 2019 quando Benedetto XVI aveva sottoposto a Bergoglio un suo testo sulla pedofilia in occasione del summit mondiale sugli abusi convocato in Vaticano.
“Nei sacri palazzi c’è chi fa notare che l’anomala convivenza tra monsignor Gänswein e Francesco aveva dato da tempo segni di cedimento. Il prefetto della Casa Pontificia continua a vivere nel Monastero Mater Ecclesiae, all’interno dei Giardini Vaticani, dove abita il Papa emerito, ma poi ovviamente la mattina si reca in ufficio ed è accanto a Bergoglio durante tutte le udienze pubbliche e private. Un’inedita figura di raccordo tra il precedente e l’attuale pontificato che, secondo molti osservatori vaticani, non poteva reggere a lungo. Eppure monsignor Gaenswein è stato accanto a Francesco fin dalla sua elezione, ovvero per sette anni.
Evidentemente il libro di Benedetto XVI e del cardinale Sarah è stato soltanto l’epilogo di un rapporto lavorativo ormai fortemente logorato. Bisognerà ora vedere se il Papa ufficializzerà questo anomalo congedo o se sposterà monsignor Gänswein destinandolo a un altro incarico. Non è escluso che Francesco potrebbe anche lasciare il segretario di Benedetto XVI senza alcun ruolo in Vaticano chiedendogli semplicemente di continuare a stare accanto al suo predecessore. Da notare anche un’ulteriore anomalia. Recentemente a monsignor Gänswein è stata assegnata un’abitazione a Santa Marta vecchia, l’edificio che si trova accanto alla residenza del Papa. Al prefetto è stato dato lo stesso appartamento che fu dell’ex nunzio negli Usa, monsignor Carlo Maria Viganò, poi allontanato dalla Santa Sede e che successivamente ha chiesto le dimissioni di Bergoglio accusandolo di aver coperto gli abusi dell’ex cardinale Theodore Edgar McCarrick. Un segnale, forse, che monsignor Gänswein potrebbe, in un prossimo futuro, non vivere più con Benedetto XVI”.

“Fonti certe” hanno riferito al blog Messainlatino.it, “che già da molto tempo mons. Gänswein era sostanzialmente esautorato, almeno per quanto riguarda le visite private del Papa, da mons. Sapienza. Nella preparazione ad una visita papale ad un paese lombardo tempo addietro, fu esplicitamente detto al parroco di fare riferimento SOLO a Sapienza ‘in quanto mons. Georg si occupa di Benedetto xvi’. E Sapienza gli disse ‘chiami solo me’”. Inoltre, sempre secondo le fonti di Messainlatino.it “hanno riferito che il Papa aveva detto, riferendosi direttamente [a] Mons. Gänswein ‘non si faccia più vedere’”.

Per completezza aggiungo anche la voce autorevole dell’amico vaticanista Aldo Maria Valli che su Duc in altum scrive:
«Gänswein “desaparecido”, stretto fra due papi
“Nessun congedo. L’assenza di Gänswein durante determinate udienze nelle ultime settimane è dovuta ad una ordinaria ridistribuzione dei vari impegni e funzioni del prefetto della Casa pontificia, che, come si sa, ricopre anche il ruolo di segretario particolare del papa emerito”.
Questa la risposta del direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ai giornalisti che lo hanno interpellato circa l’assenza di monsignor Gänswein in occasione delle ultime udienze di Francesco e circa la notizia, data dal giornale tedesco Die Tagespost, secondo la quale Georg Gänswein sarebbe stato messo in congedo a tempo indeterminato da papa Francesco.
Fonti da noi interpellate spiegano che in effetti non c’è stato, almeno formalmente, un provvedimento di congedo. Né l’assenza di monsignor Gänswein (che si protrae dal 15 gennaio) è dovuta a motivi di salute. Sia il papa emerito Benedetto XVI sia il prefetto della Casa pontificia stanno bene. Non si sa comunque se e quando l’arcivescovo Gänswein tornerà in pubblico accanto a Francesco.
È naturale che non vedere l’arcivescovo Gänswein vicino a Francesco (al suo posto padre Leonardo Sapienza, reggente della Casa pontificia) abbia innescato voci e illazioni dopo le tensioni delle settimane scorse dovute all’uscita del libro Dal profondo del nostro cuore (Cantagalli), dedicato alla questione del celibato sacerdotale e firmato dal cardinale Robert Sarah con Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Altrettanto evidente è che la “sparizione” di Gänswein va messa in relazione con la vicenda della firma del papa emerito al libro del cardinale Sarah.
Sostenendo che la notizia del congedo sarebbe stata confermata nei “circoli vaticani” Die Tagespost ha scritto che il segretario privato del papa emerito rimane in carica come responsabile della prefettura della Casa pontificia, ma è libero di trascorrere più tempo con Benedetto XVI. Lo sfondo, spiega il giornale, è l’uscita del libro del cardinale Sarah sul celibato sacerdotale, al quale Benedetto XVI ha contribuito con un saggio. Iniziativa che Francesco avrebbe vissuto come una forma di pressione nei suoi confronti in vista dell’esortazione apostolica post-sinodo amazzonico, documento che dovrà affrontare, fra le altre, anche la questione della possibile ordinazione di uomini sposati per far fronte alla carenza di sacerdoti.
Come ricorderete, nel gennaio scorso Gänswein e Sarah fornirono versioni divergenti rispetto al ruolo di Ratzinger nella preparazione del libro e sugli accordi presi. “Il papa emerito non ha approvato alcun progetto per un  libro a doppia firma né ha visto e autorizzato la copertina, si è trattato di un malinteso”, disse Gänswein; ma Sarah replicò che Ratzinger era stato informato di tutto ed era felice del libro.
Monsignor Gänswein parlando con il Tagespost ha negato che papa Francesco sia intervenuto personalmente nella vicenda del libro di Sarah e Ratzinger a difesa del celibato.

Nel libro, il saggio firmato Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, intitolato Il sacerdozio cattolico, fa provare nostalgia dell’insegnamento del papa tedesco. Scritto con stile serrato, procede con argomentazioni tanto profonde quanto limpide, donando anche al lettore meno preparato l’opportunità di andare alle radici della scelta del celibato sacerdotale. Al termine, ricordando la sua ordinazione sacerdotale, Benedetto XVI scrive che attraverso le parole di Gesù, “Consacrali nella verità. La tua parola è verità” (Giovanni 17,17), “si è impresso profondamente nella mia anima che cosa significa davvero l’ordinazione sacerdotale al di là di ogni aspetto cerimoniale: significa essere sempre di nuovo purificati e pervasi da Cristo così che è lui a parlare e agire in noi, e sempre meno noi stessi. E mi è divenuto chiaro che questo processo del divenire una cosa sola con lui e il superamento di ciò che è solo nostro dura tutta la vita e racchiude anche sempre dolorose liberazioni e rinnovamenti”».

“‘Si sta come d’ autunno sugli alberi le foglie’… chi vuole intendere, intenda” (Valentina Villano). Citando Giuseppe Ungaretti (Bosco di Courton luglio 1918), eccellente sintesi del riassunto del bignamino… “Una sensazione di precarietà, che si rinnova, autunno dopo autunno, di là dalle temperature” (Cit.).

Desaparecido-Mancante 2

– Desaparecido-Mancante 1 – 5 febbraio 2020

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