Papa all’Udienza generale: nella ‘prova’ essere custodi della vita

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Al termine della prima udienza generale dell’anno nell’Aula Paolo VI, papa Francesco Il Papa ha espresso la sua vicinanza al popolo australiano che ha visto le sue terre devastate da incendi.

Nella prima udienza generale il papa ha ripreso la narrazione del viaggio dell’apostolo Paolo verso Roma: “La navigazione incontra fin dall’inizio condizioni sfavorevoli. Il viaggio si fa pericoloso e si è costretti a sbarcare a Mira, salire su un’altra nave e costeggiare il lato meridionale dell’isola di Creta. Paolo consiglia di non proseguire la navigazione, ma il centurione non gli dà credito e si affida al pilota e all’armatore. Il viaggio prosegue e si scatena un vento così furioso che l’equipaggio perde il controllo e lascia andare la nave alla deriva”.

A questo punto i soldati invocano l’aiuto dell’apostolo e Paolo interviene: “Quando la morte sembra ormai prossima e la disperazione pervade tutti, Paolo interviene. Egli è l’uomo della fede e sa che anche quel ‘pericolo di morte’ non può separarlo dall’amore di Cristo e dall’incarico che ha ricevuto… Anche nella prova, Paolo non cessa di essere custode della vita degli altri e animatore della loro speranza”.

Quindi per intercessione dell’apostolo la nave è messa a riparo nell’isola di Malta, trasformando la disgrazia in opportunità: “Luca ci mostra così che il disegno che guida Paolo verso Roma mette in salvo non solo l’Apostolo, ma anche i suoi compagni di viaggio, e il naufragio, da situazione di disgrazia, si muta in opportunità provvidenziale… In realtà, quel beneficio viene dal Signore Risorto che lo assiste, secondo la promessa fatta prima di salire al cielo e rivolta ai credenti”.

Per il papa il soggiorno maltese è occasione di evangelizzazione: “Il soggiorno a Malta diventa per Paolo l’occasione propizia per dare ‘carne’ alla parola che annuncia ed esercitare così un ministero di compassione nella guarigione dei malati.

Questa è una legge del Vangelo: quando un credente fa esperienza della salvezza non la trattiene per sé, ma la mette in circolo… Un cristiano ‘provato’ può farsi di certo più vicino a chi soffre, perché sa cosa è la sofferenza, e rendere il suo cuore aperto e sensibile alla solidarietà verso gli altri”.

A conclusione dell’udienza generale il papa sottolinea la necessità di essere ‘attenti’ a  chi è naufrago invitando all’accoglienza come è avvenuto per l’apostolo Paolo:

“Chiediamo oggi al Signore di aiutarci a vivere ogni prova sostenuti dall’energia della fede; e ad essere sensibili ai tanti naufraghi della storia che approdano esausti sulle nostre coste, perché anche noi sappiamo accoglierli con quell’amore fraterno che viene dall’incontro con Gesù. E’ questo che salva dal gelo dell’indifferenza e della disumanità”.

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