Oggi 3 gennaio, memoria del Santissimo Nome di Gesù

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Il 3 gennaio la Chiesa fa memoria del Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina

Oggi si ricorda nella Chiesa – ma in particolare i francescani -il Santissimo Nome di Gesù. Devozione antica, anzi anticotestamentaria, al Nome Santo di Dio, che diventa per i cristiani il nome di Gesù, cioè: Salvatore. Infatti, il Santissimo Nome di Gesù fu sempre onorato e venerato nella Chiesa fin dai primi tempi, ma solo nel secolo XIV cominciò ad avere culto liturgico. San Bernardino da Siena, aiutato da altri confratelli, sopratutto dai beati Alberto da Sarteáno e Bernardino da Feltre, diffuse con tanto slancio e fervore tale devozione che finalmente venne istituita la festa liturgica. Nel 1530 Papa Clemente VII autorizzò l’Ordine francescano a recitare l’Ufficio del Santissimo Nome di Gesù. San Giovanni Paolo II ha ripristinato al 3 gennaio la memoria facoltativa nel Calendario Romano.

Una Celebrazione voluta da San Giovanni Paolo II
di Davide Giancristofaro Alberti
Ilsussidiarionet, 3 gennaio 2019
Il 3 gennaio tutti coloro che si riconoscono nel cristianesimo celebrano la ricorrenza del Santissimo Nome di Gesù, momento celebrativo che esiste fin dagli albori della Chiesa. E che si tratti di una celebrazione così antica lo si comprende grazie ad alcuni esempi di arte paleocristiana. Questa ricorrenza ha assunto una grande importanza nel corso del 14°secolo. A renderlo un momento molto importante fu San Bernardino da Siena, che si impegnò in prima persona per dare vita ad un simbolo da mettere in ogni luogo di natura cristiana. Il simbolo da lui creato si caratterizza per il fatto di essere un sole in un cielo azzurro con su la sigla IHS, che altro non sono che le tre iniziali del nome del Cristo in greco. I raggi del sole sono 12 e questo numero è tutto tranne che casuale, visto che il riferimento agli apostoli è assai chiaro. L’importanza di questa celebrazione si concretizzò nel 1530, quando Clemente VII mise nero su bianco quanto fosse fondamentale che il mondo cristiano gli desse la giusta importanza. Va tuttavia detto che è una costante della storia dell’uomo la necessità di sapere il nome della divinità che si celebra e si venera: il fatto che abbia un nome la rende infatti reale e vera. Basti pensare a questo proposito a Mosè, che chiede a Dio quale sia il suo nome, conscio che si tratti di una informazione fondamentale per dare il via alla propria opera di proselitismo.
Tornando alla simbologia creata da San Bernardino da Siena, va detto che furono diverse le voci critiche che si levarono contro tale tipo di rappresentazione. Fu però Martino V che pose fine alle diatribe interne al mondo cristiano sulla simbologia scelta. Va detto che questa importante celebrazione è tornata ad essere tale grazie a Giovanni Paolo II, che nel 2002 ha deciso di inserire la celebrazione del Santissimo Nome di Gesù nel calendario liturgico nella giornata del 3 gennaio. Va detto che non vi sono città in particolare in cui questa ricorrenza è più sentita. Tuttavia una realtà nella quale probabilmente si percepisce di più l’importanza di questa giornata è Cracovia, dove Giovanni Paolo II svolse il ruolo di arcivescovo. Questa cittadina è ricca di luoghi legati ad uno dei pontefici più importanti di tutta la storia della Chiesa Cattolica ed è senza dubbio una città che merita di essere visitata.

Foto: il trigramma IHS di San Bernardino da Siena, Cattedrale di Savona.

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