“È la prima volta che in Vaticano la pentola viene scoperchiata da dentro non da fuori”

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La verità di Papa Francesco sulle ultime vicende finanziarie al vaglio della magistratura vaticana
Papa Francesco: Sono stato io ad autorizzare personalmente le perquisizioni in cinque uffici vaticani. La denuncia di fatti sospetti non è venuta da fuori. Ho detto al Revisore dei conti: vada e faccia la denuncia al Promotore di giustizia
Diversi gli imputati e i sospettati ma per tutti vale la presunzione d’innocenza
Il successore di René Brülhart a Presidente AIF sarà un magistrato

A cura Redazione “Il sismografo”, 26 novembre 2019

La trascrizione delle riposte di Papa Francesco nell’incontro con i giornalisti sull’aereo che lo riportava a Roma da Tokyo, riguardanti diverse questioni finanziarie vaticane attualmente sotto indagine da parte della magistratura vaticana. Sono tutte vicende di grandi attualità e notizie, nel passato immediato, di importante rilievo mediatico come la fine del mandato del capo dell’AIF, lo svizzero René Brülhart, la sospensione di cinque dipendenti, complesso episodio che portò alla rinuncia del Comandante del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano Dott. Domenico Giani, la natura e l’utilizzo dell’Obolo di San Pietro e l’immobile acquistato a Londra.

La vaticanista Franca Giansoldati de Il Messaggero riporta queste parole testuali di Francesco su queste questioni:
«Tenere i soldi nel cassetto non è una buona amministrazione. La buona amministrazione è cercare di fare un investimento e fare in modo che il capitale non si svaluti, si mantenga o cresca un po’. Questa è una buona amministrazione: chiaro? Da noi si dice un investimento da vedove, un po’ come fanno le vedove, due o tre di qua, cinque di là, e se cade uno c’è sempre l’altro. L’importante che l’investimento sia sempre sul sicuro e morale. Per esempio, non si fanno investimenti con l’Obolo di san Pietro su una fabbrica di armamenti. Se si fanno investimenti per anni ma senza toccare il capitale non va bene, l’Obolo si deve spendere in un anno, fino a che arriva l’altra colletta che viene fatta mondialmente. Questa è buona amministrazione. Se è sicuro si può anche comprare una proprietà immobiliare, affittarla e poi venderla ma con tutte le sicurezze per il bene della gente dell’Obolo. Poi è successo quello che è successo, uno scandalo e hanno fatto cose che non sembrano pulite. Ma la denuncia non è venuta da fuori. Quella riforma della metodologia economica che aveva già iniziato Benedetto XVI è andata avanti ed è stato il Revisore dei conti interno a dire: “Qui c’è una cosa brutta, qui c’è qualcosa che non funziona”. È venuto da me. Gli ho detto: “Lei è sicuro?” “Si, cosa debbo fare?” “Ma c’é la giustizia vaticana, vada e faccia la denuncia al Promotore giustizia”. In questo io sono rimasto contento perché si vede che l’amministrazione vaticana ha le risorse per chiarire le cose brutte che succedono dentro al vaticano, come in questo caso, che non è il caso dell’immobile di Londra, perché ancora questo non è chiaro, ma lì c’erano casi di corruzione. Il Promotore ha studiato la cosa, ha fatto le consultazioni e ha visto che c’era uno squilibrio nel bilancio e poi ha chiesto a me il permesso di fare le perquisizioni. Io ho detto: “È chiara questa sua valutazione ?” “Sì, c’è una presunzione di corruzione in questi casi, e io devo fare perquisizioni”. E io ho firmato le autorizzazioni. È stata fatta la perquisizione in cinque uffici. Al giorno di oggi la situazione è questa: sebbene ci sia la presunzione di innocenza ci sono i capitali che non sono amministrati bene, anche con corruzione. Credo che in meno di un mese inizieranno gli interrogatori delle 5 persone che sono state bloccate perché c’erano indizi di corruzione. Lei potrà dirmi ma questi cinque sono corrotti? No, la presunzione è una garanzia per tutti, un diritto umano, ma c’è corruzione e si vede. Con le perquisizioni si vedrà se sono colpevoli o no. È una cosa brutta e non è bello che succedano queste cose in Vaticano, ma è stato chiarito dai meccanismi interni che cominciano a funzionare che il Papa Benedetto aveva iniziato a fare. Questo io ringrazio Dio, non che ci saia la corruzione, ma che il sistema del controllo vaticano funziona bene.
Il Vaticano ha fatto passi avanti nella sua amministrazione. Per esempio, lo IOR oggi ha la accettazione di tutte le banche e può agire come le banche italiane, normale, cosa che un anno fa ancora non c’era. Ci sono stati dei progressi. Poi il gruppo Egmont: è una cosa non ufficiale internazionale, è un gruppo che appartiene all’AIF. Il controllo internazionale non dipende dal gruppo Egmont. Il gruppo Egmont è un gruppo privato che ha il suo peso. È un gruppo privato. Moneyval farà l’ispezione. L’ha programmata per i primi mesi dell’anno prossimo e la farà. Il direttore dell’AIF è sospeso perché c’erano dei sospetti di non buona amministrazione. Il presidente dell’AIF ha fatto forza con gruppo Egmont per riprendere la documentazione. E questo la giustizia non può farlo. Davanti a questo io ho fatto la consultazione presso la magistratura, con un magistrato italiano di livello: cosa devo fare? La giustizia davanti a una accusa di corruzione è sovrana in un Paese, nessuno può immischiarsi dentro, nessuno può dire al gruppo Egmont “le vostre carte sono qui”. No, devono essere studiate le carte per quello che sembra una cattiva amministrazione nel senso di un cattivo controllo. È stato l’AIF a non controllare, sembra, i delitti degli altri. Il suo dovere era controllare. Io spero che si provi che non è così, perché ancora c’è la presunzione di innocenza. Ma per il momento il magistrato è sovrano perché deve studiare come è andata, perché al contrario un Paese avrebbe una amministrazione superiore che lederebbe la sovranità del Paese. Il presidente dell’AIF scadeva il 19. Lo chiamai alcuni giorni prima e lui non se n’è accorto che lo stavo chiamando, così mi ha detto, e gli ho annunciato che il 19 lasciava. Io ho trovato già il successore, un magistrato di altissimo livello giuridico, economico, nazionale e internazionale e al mio rientro prenderà in incarico l’AIF e continuerà così. Sarebbe stato un controsenso che l’Autorità di controllo fosse sovrana sopra lo Stato. È una cosa non facile da capire. Ma quello che ha un po’ disturbato è il gruppo Egmont. È privato. Aiuta tanto, ma non è l’autorità di controllo di Moneyval. Moneyval studierà in numeri, le procedute, come ha agito il promotore di giustizia, studierà come giudice e i giudici hanno determinato la cosa. So che in questi giorni inizierà, o è iniziato, l’interrogatorio dei cinque che sono stati sospesi. Non è facile, ma non dobbiamo essere ingenui, non dobbiamo essere schiavi. Qualcuno mi ha detto che con questo abbiamo toccato il gruppo Egmont. Noi andiamo avanti con la legge, con Moneyval, col nuovo presidente dell’AIF. E il direttore è sospeso, magari fosse innocente. Io vorrei perché è una cosa bella se fosse una persona innocente e non colpevole. È stato fatto un po’ di rumore con questo gruppo che non voleva che toccassero le carte che appartenevano al gruppo». È la prima volta che in Vaticano la pentola viene scoperchiata da dentro non da fuori. Da fuori tante volte. Ma in questo Papa Benedetto è stato saggio, ha incominciato un processo che è maturato e adesso le istituzioni funzionano. Davvero non voglio offendere il gruppo Egmont che fa tanto bene e aiuta, ma in questo caso la sovranità appartiene allo Stato, anche la giustizia è più sovrana del potere esecutivo. Non è facile da capirlo ma vi chiedo di capire questa difficoltà».

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