Aperuit illis: la Parola di Dio è vitale per l’uomo

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Nella festività di san Girolamo con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio ‘Aperuit illis’ papa Francesco ha istituito la Domenica della Parola di Dio, celebrata la III Domenica del Tempo Ordinario.

Il titolo prende le mosse da un versetto del Vangelo di san Luca: ‘Aprì loro la mente per comprendere le Scritture’ mentre la decisione di far nascere un appuntamento apposito risponde alle tante richieste in tal senso maturate dopo il Giubileo straordinario della misericordia.

Nel documento ‘Misericordia et misera’ il papa aveva invitato a pensare a una ‘domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo’.

Nel delineare i temi principali di questa Lettera Apostolica, a Vatican News il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, ha messo in luce ‘il valore storico’ dell’iniziativa del papa per la maturazione del popolo cristiano, definendola ‘un’opportunità pastorale’ per rinvigorire l’annuncio in questo frangente storico carico di sfide:

“Il Papa ha scelto di celebrare questa domenica nella terza domenica del tempo ordinario, quando tutte le letture che vengono proclamate nel Vangelo presentano la figura di Gesù come l’annunciatore del Regno di Dio. Questo però non dimentichiamo avviene anche in un momento temporale in cui si celebra, alcuni giorni prima, la Giornata del dialogo con gli ebrei e si celebra poi la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Non dimentichiamo, questo non è alla stessa stregua delle Giornate mondiali come noi normalmente siamo abituati a pensare, questa è una domenica che, anche se una volta sola nell’anno, vale per tutto l’anno. Il Papa lo dice esplicitamente: il giorno dedicato alla Bibbia vuole essere non una volta l’anno ma è una volta per tutto l’anno, in modo da diventare più familiari con il testo sacro”.

Nella lettera apostolica il papa ha evidenziato il nesso tra la comunità dei credenti e Gesù risorto: “La relazione tra il Risorto, la comunità dei credenti e la Sacra Scrittura è estremamente vitale per la nostra identità. Senza il Signore che ci introduce è impossibile comprendere in profondità la Sacra Scrittura, ma è altrettanto vero il contrario: senza la Sacra Scrittura restano indecifrabili gli eventi della missione di Gesù e della sua Chiesa nel mondo.

Giustamente san Girolamo poteva scrivere: ‘L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo’… Con questa Lettera, pertanto, intendo rispondere a tante richieste che mi sono giunte da parte del popolo di Dio, perché in tutta la Chiesa si possa celebrare in unità di intenti la Domenica della Parola di Dio.

E’ diventata ormai una prassi comune vivere dei momenti in cui la comunità cristiana si concentra sul grande valore che la Parola di Dio occupa nella sua esistenza quotidiana. Esiste nelle diverse Chiese locali una ricchezza di iniziative che rende sempre più accessibile la Sacra Scrittura ai credenti, così da farli sentire grati di un dono tanto grande, impegnati a viverlo nel quotidiano e responsabili di testimoniarlo con coerenza”.

Rifacendosi al Concilio Vaticano II il papa ha sottolineato che è necessario il rapporto con la Parola di Dio: “E’ bene, pertanto, che non venga mai a mancare nella vita del nostro popolo questo rapporto decisivo con la Parola viva che il Signore non si stanca mai di rivolgere alla sua Sposa, perché possa crescere nell’amore e nella testimonianza di fede…

E’ fondamentale, infatti, che non venga meno ogni sforzo perché si preparino alcuni fedeli ad essere veri annunciatori della Parola con una preparazione adeguata, così come avviene in maniera ormai usuale per gli accoliti o i ministri straordinari della Comunione. Alla stessa stregua, i parroci potranno trovare le forme per la consegna della Bibbia, o di un suo libro, a tutta l’assemblea in modo da far emergere l’importanza di continuare nella vita quotidiana la lettura, l’approfondimento e la preghiera con la Sacra Scrittura, con un particolare riferimento alla lectio divina”.

Nella Lettera inoltre si sottolinea la necessità che la Bibbia sia ‘patrimonio’ del popolo: “La Bibbia non può essere solo patrimonio di alcuni e tanto meno una raccolta di libri per pochi privilegiati. Essa appartiene, anzitutto, al popolo convocato per ascoltarla e riconoscersi in quella Parola.

Spesso, si verificano tendenze che cercano di monopolizzare il testo sacro relegandolo ad alcuni circoli o a gruppi prescelti. Non può essere così. La Bibbia è il libro del popolo del Signore che nel suo ascolto passa dalla dispersione e dalla divisione all’unità. La Parola di Dio unisce i credenti e li rende un solo popolo.

In questa unità, generata dall’ascolto, i Pastori in primo luogo hanno la grande responsabilità di spiegare e permettere a tutti di comprendere la Sacra Scrittura. Poiché essa è il libro del popolo, quanti hanno la vocazione di essere ministri della Parola devono sentire forte l’esigenza di renderla accessibile alla propria comunità”.

Ed ha delineato un particolare compito per i sacerdoti ed i catechisti nel raccontare la bellezza della Bibbia: “Per molti dei nostri fedeli, infatti, questa è l’unica occasione che possiedono per cogliere la bellezza della Parola di Dio e vederla riferita alla loro vita quotidiana. E’ necessario, quindi, che si dedichi il tempo opportuno per la preparazione dell’omelia. Non si può improvvisare il commento alle letture sacre.

A noi predicatori è richiesto, piuttosto, l’impegno a non dilungarci oltre misura con omelie saccenti o argomenti estranei. Quando ci si ferma a meditare e pregare sul testo sacro, allora si è capaci di parlare con il cuore per raggiungere il cuore delle persone che ascoltano, così da esprimere l’essenziale che viene colto e che produce frutto…

E’ bene che anche i catechisti, per il ministero che rivestono di aiutare a crescere nella fede, sentano l’urgenza di rinnovarsi attraverso la familiarità e lo studio delle Sacre Scritture, che consentano loro di favorire un vero dialogo tra quanti li ascoltano e la Parola di Dio”.

Quindi il papa ha sottolineato il connubio tra la Bibbia ed i sacramenti: “La frequentazione costante della Sacra Scrittura e la celebrazione dell’Eucaristia rendono possibile il riconoscimento fra persone che si appartengono. Come cristiani siamo un solo popolo che cammina nella storia, forte della presenza del Signore in mezzo a noi che ci parla e ci nutre… Sacra Scrittura e Sacramenti tra loro sono inseparabili. Quando i Sacramenti sono introdotti e illuminati dalla Parola, si manifestano più chiaramente come la meta di un cammino dove Cristo stesso apre la mente e il cuore a riconoscere la sua azione salvifica.

E’ necessario, in questo contesto, non dimenticare l’insegnamento che viene dal libro dell’Apocalisse. Qui viene insegnato che il Signore sta alla porta e bussa. Se qualcuno ascolta la sua voce e gli apre, Egli entra per cenare insieme. Cristo Gesù bussa alla nostra porta attraverso la Sacra Scrittura; se ascoltiamo e apriamo la porta della mente e del cuore, allora entra nella nostra vita e rimane con noi”.

Concludendo la lettera il papa sottolinea la ‘dolcezza’ della Parola di Dio: “La Sacra Scrittura svolge la sua azione profetica anzitutto nei confronti di chi l’ascolta. Essa provoca dolcezza e amarezza… La dolcezza della Parola di Dio ci spinge a parteciparla a quanti incontriamo nella nostra vita per esprimere la certezza della speranza che essa contiene.

L’amarezza, a sua volta, è spesso offerta dal verificare quanto difficile diventi per noi doverla vivere con coerenza, o toccare con mano che essa viene rifiutata perché non ritenuta valida per dare senso alla vita. E’ necessario, pertanto, non assuefarsi mai alla Parola di Dio, ma nutrirsi di essa per scoprire e vivere in profondità la nostra relazione con Dio e i fratelli”.

Infine per il papa la Parola di Dio è una parola di carità: “Un’ulteriore provocazione che proviene dalla Sacra Scrittura è quella che riguarda la carità. Costantemente la Parola di Dio richiama all’amore misericordioso del Padre che chiede ai figli di vivere nella carità. La vita di Gesù è l’espressione piena e perfetta di questo amore divino che non trattiene nulla per sé, ma a tutti offre sé stesso senza riserve…

Ascoltare le Sacre Scritture per praticare la misericordia: questa è una grande sfida posta dinanzi alla nostra vita. La Parola di Dio è in grado di aprire i nostri occhi per permetterci di uscire dall’individualismo che conduce all’asfissia e alla sterilità mentre spalanca la strada della condivisione e della solidarietà”.

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