Papa Francesco alle autorità di Mauritius per una società accogliente

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‘Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano? La risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini’: questo è il tweet che ha scandito l’ultima giornata del viaggio apostolico in Africa di papa Francesco, visitando le Isole Mauritius, accolto dal card. Maurice Piat che ha ricevuto la berretta da papa Francesco nel 2016 come ringraziamento per il suo impegno per i poveri.

Nella giornata ha visitato il santuario dedicato a padre Laval, offrendo un quadro della ‘Vergine Maria con Bambino’, ispirata all’icona della ‘Madonna della Tenerezza’, conosciuta nella cultura cristiana bizantina come ‘Madonna di Vladimir’, che sottolinea la naturale dolcezza che c’è tra la Madre ed il Bambino, con quell’abbraccio culminante nel delicato contatto delle guance.

E durante la celebrazione eucaristica il papa ha richiamato ai giovani quella ‘tenerezza’ delle Beatitudini come modalità missionaria: “In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita, come ha fatto il cosiddetto ‘apostolo dell’unità mauriziana’, il beato Jacques-Désiré Laval, tanto venerato in queste terre.

L’amore per Cristo e per i poveri segnò la sua vita in modo tale da proteggerlo dall’illusione di compiere un’evangelizzazione ‘distante e asettica’. Sapeva che evangelizzare comporta farsi tutto a tutti: imparò la lingua degli schiavi appena liberati e annunciò loro in maniera semplice la Buona Notizia della salvezza”.

Ha affermato che i giovani sono la missione della Chiesa: “Ma com’è duro constatare che, nonostante la crescita economica che il vostro Paese ha avuto negli ultimi decenni, sono i giovani a soffrire di più, sono loro a risentire maggiormente della disoccupazione che non solo provoca un futuro incerto, ma inoltre toglie ad essi la possibilità di sentirsi protagonisti della loro storia comune… Non lasciamoci rubare il volto giovane della Chiesa e della società! Non permettiamo ai mercanti di morte di rubare le primizie di questa terra!”

E prima di ripartire alle autorità civili papa Francesco ha riconosciuto il cammino fatto nel segno dell’accoglienza: “Così è tutta la storia del vostro popolo, che è nato con l’arrivo di migranti venuti da diversi orizzonti e continenti, portando le loro tradizioni, la loro cultura e la loro religione, e che hanno imparato, a poco a poco, ad arricchirsi con le differenze degli altri e a trovare il modo di vivere insieme cercando di costruire una fraternità attenta al bene comune”.

Ha sottolineato che questa strada è la via della pace secondo il principio dell’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’: “In questo senso avete una voce autorevole, perché fattasi vita, in grado di ricordare che è possibile raggiungere una pace stabile a partire dalla convinzione che ‘la diversità è bella quando accetta di entrare costantemente in un processo di riconciliazione, fino a sigillare una specie di patto culturale che faccia emergere una diversità riconciliata’. Questa è base e opportunità per la costruzione di una effettiva comunione all’interno della grande famiglia umana senza la necessità di emarginare, escludere o respingere”.

Quindi ha ricordato le radici della democrazia: “Il DNA del vostro popolo conserva la memoria di quei movimenti migratori che hanno portato i vostri antenati su questa isola e che li hanno anche condotti ad aprirsi alle differenze per integrarle e promuoverle in vista del bene di tutti.

Ecco perché vi incoraggio, nella fedeltà alle vostre radici, ad accettare la sfida dell’accoglienza e della protezione dei migranti che oggi vengono qui per trovare lavoro e, per molti di loro, migliori condizioni di vita per le loro famiglie. Abbiate a cuore di accoglierli come i vostri antenati hanno saputo accogliersi a vicenda, quali protagonisti e difensori di una vera cultura dell’incontro che consente ai migranti (e a tutti) di essere riconosciuti nella loro dignità e nei loro diritti”.

Ed ha chiesto di non sacrificare la democrazia all’interesse economico: “Nel contesto attuale, spesso risulta che la crescita economica non vada sempre a vantaggio di tutti e che lasci da parte un certo numero di persone, specialmente i giovani. Perciò vorrei incoraggiarvi a sviluppare una politica economica orientata alle persone e che sappia privilegiare una migliore distribuzione delle entrate, la creazione di opportunità di lavoro e una promozione integrale dei più poveri.

Incoraggiarvi a non cedere alla tentazione di un modello economico idolatrico che ha bisogno di sacrificare vite umane sull’altare della speculazione e della mera redditività, che tiene conto solo del beneficio immediato a scapito della protezione dei più poveri, dell’ambiente e delle sue risorse”.

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