Papa Francesco oggi con i cattolici di Bulgaria e la preghiera interreligiosa

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L’incontro per la pace nella piazza al centro di Sofia ha chiuso la seconda giornata del Papa in Bulgaria. Francesco, assieme agli esponenti delle varie confessioni religiose, sale sul palco di Piazza Nezavisimost e recita la preghiera per la pace di San Francesco.

Il Pontefice per il suo discorso riprende il Cantico delle Creature di San Francesco e sottolinea: “Anche ciascuno di noi, sulle orme del Santo di Assisi, è chiamato a diventare un costruttore, un artigiano di pace. Pace che dobbiamo implorare e per la quale dobbiamo lavorare, dono e compito, regalo e sforzo costante e quotidiano per costruire una cultura in cui anche la pace sia un diritto fondamentale. Pace attiva e fortificata contro tutte le forme di egoismo e di indifferenza che ci fanno anteporre gli interessi meschini di alcuni alla dignità inviolabile di ogni persona”. A conclusione dell’incontro, dopo lo scambio del segno della pace, tutti intonano il canto dell’Alleluja.

Dopo l’evento per la pace, il Papa fa ritorno alla Nunziatura Apostolica per la cena in privato e il saluto al personale e i ai benefattori. Papa Francesco ha donato alla Nunziatura Apostolica di Sofia che l’ha ospitato, un mosaico realizzato con il tradizionale sistema di taglio manuale e incastonatura di ogni singola tessera colorata.

Poco prima nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Rakovsky Papa Francesco aveva inocntrato la locale comunità cattolica,.

Nel suo discorso Francesco ricorda l’operato di Giovanni XXIII che in Bulgaria lavorò come Delegato Apostolico. “Vedere con gli occhi della fede. Desidero ricordare le parole del Papa buono, che seppe sintonizzare il suo cuore con il Signore in modo tale da poter dire di non essere d’accordo con quelli che intorno a sé vedevano solo male e da chiamarli profeti di sventura. Secondo lui bisognava aver fiducia nella Provvidenza, che ci accompagna continuamente e, in mezzo alle avversità, è capace di realizzare disegni superiori e inaspettati”.

Francesco ricorda poi il suo incontro al campo profughi di questa mattina.  “Lì mi dicevano che il cuore del Centro nasce dalla consapevolezza che ogni persona è figlia di Dio, indipendentemente dall’etnia o dalla confessione religiosa. Per amare qualcuno non c’è bisogno di chiedergli il curriculum vitae; l’amore precede, si anticipa. Perché è gratuito. In questo Centro della Caritas sono molti i cristiani che hanno imparato a vedere con gli stessi occhi del Signore, che non si sofferma sugli aggettivi, ma cerca e attende ciascuno con occhi di Padre.

Dopo aver parlato del ruolo dei sacerdoti e delle suore, il Papa spiega che “il Popolo di Dio ringrazia il suo pastore e il pastore riconosce che impara ad essere credente con l’aiuto della sua gente, della sua famiglia e in mezzo a loro. 

La mattina il Papa l’aveva dedicata ai bambini.

  “ Qualcuno di voi potrebbe chiedermi: ma come possiamo incontrare Gesù, che è vissuto tanti anni fa e poi è morto ed è stato messo nella tomba? È vero: Gesù ha fatto un atto immenso di amore per salvare l’umanità di tutti i tempi.

È rimasto nella tomba tre giorni, ma noi sappiamo – ce lo hanno assicurato gli Apostoli e molti altri testimoni che lo hanno visto vivo – che Dio, Padre suo e Padre nostro, lo ha risuscitato. E ora Gesù è vivo ed è qui con noi, perciò oggi lo possiamo incontrare nell’Eucaristia”.

Nella messa di questa mattina nella chiesa del Sacro Cuore a Rakovsky a pochi chilometri da Plovdiv la seconda città della Bulgaria con le origini più antiche del Paese.

Papa Francesco nella omelia della messa ha spiegato ai bambini: “La Prima Comunione è innanzi tutto una festa, in cui celebriamo Gesù che ha voluto rimanere sempre al nostro fianco e che non si separerà mai da noi”.

E infine ha spiegato che la Chiesa “specialmente nell’Eucaristia, esprime la comunione fraterna tra tutti i suoi membri. La nostra carta di identità e questa: Dio è nostro Padre, Gesù è nostro Fratello, la Chiesa è la nostra famiglia, noi siamo fratelli, la nostra legge è l’amore. Desidero incoraggiarvi a pregare sempre con quell’entusiasmo e quella gioia che avete oggi. E ricordate che questo è il sacramento della Prima Comunione e non dell’ultima, ricordatevi che Gesù vi aspetta sempre”.

Dopo l’omelia il Papa ha aperto un piccolo dialogo con i bambini, chiedendo se i bambini erano contenti e ha ripetututo: sono contento perché viene Gesù, la nostra famiglia è la Chiesa e il nostro cognome è cristiani. 

I comunicandi erano 245, il Papa stesso ha dato loro l’Ostia. Dopo la messa il Papa pranza con i tre vescovi cattolici della Bulgaria. Molti i fedeli all’esterno della chiesa. 

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