Spagna: beatificati in odio alla fede

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Nella scorsa settimana in Spagna ad Oviedo sono stati beatificati dal card. Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, 9 seminaristi, martirizzati durante la seconda repubblica spagnola (1931-1939): sei nella rivoluzione delle Asturie, nell’ottobre del 1934, e tre nel 1936 e nel 1937.

Come ha precisato il relatore nel processo sul martirio, Fidel González Fernández, i numeri dei martiri sono alti: “Le statistiche delle vittime religiose di quella crudele persecuzione variano secondo gli autori. Antonio Montero, uno dei più autorevoli, nel suo studio ‘Historia de la persecución religiosa en España 1936-1939’ dà queste cifre: 12 vescovi e un amministratore apostolico, 4.184 sacerdoti diocesani, 2.365 religiosi e 283 religiose, senza contare i laici. In totale 6.845 vittime.

Altri storici danno cifre più alte. Cosí Vicente Cárcel Ortí in ‘La persecución religiosa en España durante la segunda república (1931-1939) e in Caídos, víctimas y mártires. La Iglesia y la hecatombe de 1936’, parla di circa 10.000 uccisi in questo periodo, dei quali circa 7.000 sacerdoti, religiosi e religiose e circa 3.000 laici. Nelle Asturie i sacerdoti e religiosi uccisi salgono a 191.

Oggi le pubblicazioni su quel tormentato e burrascoso periodo storico sono oggetto di appassionati dibattiti storiografici di tendenze ideologiche contrapposte, ma è da notare come nel mondo della storiografia non specificamente cattolica si metta sempre più in rilievo quella vicenda di atroce persecuzione contro la Chiesa come mai si era vista nella storia precedente del cristianesimo”.

Il martirio dei 9 seminaristi martiri delle Asturie avviene durante la rivoluzione di ottobre del 1934 e poi durante la guerra civile scoppiata nel 1936. I martiri sono stati Ángel Cuartas Cristóbal, Mariano Suárez Fernández, Jesús Prieto López, César Gonzalo Zurro Fanjul, José María Fernández Martínez, Juan José Castañón Fernández, fucilati il 7 ottobre 1934, ad Oviedo, durante il tentativo rivoluzionario di creare una repubblica sovietica; e i seminaristi Luís Prado García, Manuel Olay Colunga e Sixto Alonso Hevia, uccisi in luoghi diversi nel 1936 e nel 1937, nel corso della guerra civile, che nelle Asturie i partiti del fronte popolare considerarono come la continuazione della fallita rivoluzione dell’ottobre 1934 e che molti storici oggi giudicano appunto come gli inizi della guerra civile (1936-1939).

Durante l’omelia della beatificazione il card. Becciu ha sottolineato la testimonianza dei 9 martiri: “Non hanno esitato a confessare il loro amore a Cristo, salendo con Lui sulla croce, nell’offerta estrema delle loro giovani vite. Accomunati dalla stessa testimonianza di fede in Gesù, i nuovi Beati furono vittime della stessa feroce violenza segnata da un’accesa ostilità anticattolica, che aveva come scopo l’eliminazione della Chiesa e in particolare del clero. Ai loro persecutori ed uccisori, bastò il fatto di identificarli come seminaristi per dare sfogo alla loro violenza omicida, mossi da odio viscerale contro la Chiesa e contro il cristianesimo”.

Ed ha tratteggiato un breve ritratto dei nuovi beati: “Provenienti da famiglie cristiane semplici e di un ceto sociale basso, figli della terra delle Asturie, oggi la Chiesa riconosce in questi nove Beati quella luce che ha brillato nell’oscurità della notte e continua a illuminare la strada dei credenti di oggi.

Per questo la Chiesa, nel proclamarli ‘Beati’, ringrazia il Signore per la potenza che ha manifestato nella loro vita cristianamente virtuosa e nella loro morte eroica. La loro testimonianza è di grande attualità: essi non fuggirono di fronte alle difficoltà, bensì scelsero la fedeltà a Cristo. Il messaggio di questi seminaristi martiri parla alla Spagna e parla all’Europa con le sue comuni radici cristiane”.

Quindi sono esempio per i cristiani di oggi: “Essi ci ricordano che l’amore per Cristo prevale su ogni altra scelta e che la coerenza della vita può portare fino alla morte. Ci ricordano che non si possono accettare compromessi con la propria coscienza e che non vi è altra autorità umana che possa competere con il primato di Dio.

Con la santità della loro vita, i nuovi Beati parlano soprattutto alla Chiesa di oggi. Essi, con il loro sangue, hanno fatto grande la Chiesa e hanno dato splendore al sacerdozio. Siamo tutti turbati dagli scandali che sembrano non avere fine e che sfigurano il volto della Sposa di Cristo.

Abbiamo bisogno di seminaristi, di preti, di persone consacrate, di pastori generosi come questi martiri di Oviedo. Abbiamo bisogno di preti onesti e irreprensibili che portino le anime a Dio e non causino sofferenze alla Chiesa e turbamento al popolo di Dio”.

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