Il papa ai giovani indigeni: fatevi carico delle radici

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“Tra pochi giorni partirò per Panamá, dove dal 22 al 27 gennaio si svolgerà la Giornata Mondiale della Gioventù. Vi chiedo di pregare per questo evento molto bello e importante nel cammino della Chiesa”: così papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus ha invitato i fedeli a pregare per i giovani che si ritroveranno a Panama per sperimentare la cattolicità della Chiesa.

Intanto nei giorni precedenti alla GMG si è svolta, sempre a Panama, il primo meeting della gioventù indigena, che ha riunito i giovani delle etnie indigene del Paese dell’Istmo e rappresentanze di tutta l’America Latina. Tra i temi dell’agenda è prevalso quello educativo, considerato ‘fondamentale per le comunità indigene’, per la loro dignitosa sopravvivenza, per il loro avvenire.

L’incontro ha anticipato le tematiche nell’agenda del Sinodo dell’Amazzonia che avranno quattro problematiche prevalenti: la mancanza di sacerdoti e pertanto di funzioni magisteriali e liturgiche in varie regioni dell’Amazzonia; l’aumento della presenza di evangelici tra le comunità dei 9 Paesi latinoamericani sul cui territorio nazionale si estende la foresta amazzonica; la minaccia di distruzione di parti considerevoli della stessa e i conflitti per la terra con la violenza su alcune delle popolazioni indigene che li accompagna.

L’idea di organizzare l’Incontro mondiale della gioventù indigena è nata durante una riunione delle équipe di pastorale dell’America centrale e del Messico nell’ottobre seguente alla Gmg polacca, svoltasi a Cracovia nel 2016, e fu incoraggiata dall’incontro del papa con i popoli dell’Amazzonia a Puerto Maldonado, in Perù, il 19 gennaio scorso.

Papa Francesco in quell’occasione invitò a ‘plasmare una Chiesa con un volto amazzonico e una Chiesa con un volto indigeno’, ricordando di aver convocato un sinodo per l’Amazzonia a fine di quest’anno. Al termine dell’Incontro della gioventù indigena, i 1500 giovani si sono trasferiti nella capitale per partecipare alla Gmg.

La prima giornata dell’incontro si è concentrata sulla memoria vivente dei popoli, mentre la seconda sulla lotta per mantenere l’armonia con Madre Terra, attraverso la ricchezza delle nostre culture nella luce dell’esortazione apostolica ‘Laudato Sì’, mentre l’ultima giornata è stata incentrata sull’importanza della partecipazione attiva dei giovani indigeni nella costruzione di un altro mondo possibile. L’incontro è stato concluso dalla celebrazione eucaristica, presieduta dal card. José Luis Lacunza, già presidente della Conferenza Episcopale di Panama.

Nel videomessaggio inaugurale papa Francesco ha ringraziato i giovani, che hanno scelto il motto (‘Facciamo memoria del nostro passato per costruire la speranza con coraggio’) di una frase con cui aveva ringraziato i volontari della Gmg di Cracovia:

“Cari giovani, vi invito a far sì che questo incontro, che riunisce centinaia di giovani di diversi popoli originari, serva per riflettere e celebrare la vostra fede in Gesù Cristo a partire dalla ricchezza millenaria delle vostre culture originarie.

Vi esorto a far sì che sia un’opportunità per rispondere all’invito fatto in altre occasioni a voi giovani a essere grati per la storia dei vostri popoli e coraggiosi di fronte alle sfide che vi circondano, per andare avanti pieni di speranza nella costruzione dell’altro mondo possibile. Tornare alle culture delle origini.

Farsi carico delle radici, perché dalle radici viene la forza che vi farà crescere, fiorire e fruttificare. Inoltre, deve essere un modo per mostrare il volto indigeno della nostra Chiesa nell’ambito della Gmg e affermare il nostro impegno di proteggere la Casa Comune e collaborare alla costruzione di un altro mondo possibile, più equo e più umano”.

Ed ha concluso il video messaggio, sollecitandoli a farsi carico delle proprie culture: “Che il vostro agire, la coscienza di appartenere ai vostri popoli, sia una reazione contro questa cultura dello scarto, contro questa cultura dell’oblio delle radici, proiettata verso un futuro sempre più liquido, più gassoso, senza fondamento.

Ragazzi e ragazze, fatevi carico delle vostre culture! Fatevi carico delle vostre radici! Ma non vi fermate lì. Da quelle radici, crescete, fiorite, fruttificate. Un poeta diceva che ‘quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che ha di sotterrato’. Le radici. Ma radici rivolte verso il futuro. Proiettate nel futuro. E’ questa la sfida che vi attende oggi”.

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