Padre Valentino racconta l’amore di Massimiliano Kolbe per l’uomo

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Sabato 5 maggio si svolge al ‘Seraphicum’ di Roma il convegno annuale della Milizia dell’Immacolata, organizzata dalla ‘Cattedra Kolbiana’ sul tema ‘Il dialogo interreligioso interpella la M.I.’, come aveva detto il suo fondatore, padre Massimiliano Kolbe: “Essere dell’Immacolata, per diventare sempre più puri, con la coscienza sempre più pura, immacolata, come Ella è di Gesù, fino a divenire madre e conquistatrice dei cuori a Lui.

Cerchiamo solo di appartenere sempre più a Lei, lavoriamo sempre per Lei e con Lei, quali strumenti Suoi, e allora riusciremo a non porre barriere e limitazioni a nessuna attività. Nessuno ci può far del male, se Dio non lo permette, cioè se Ella non vi acconsente. Tutto, dunque, è nelle sue materne mani. Di conseguenza, lasciamoci soltanto condurre da Lei ogni giorno di più, ogni istante di più. Questa è tutta la nostra filosofia”.

Infatti è nato alla Facoltà teologica ‘San Bonaventura’ il sogno di Massimiliano Kolbe di creare la Milizia dell’Immacolata, un’organizzazione capace di dare vita a una capillare azione di apostolato. Un sogno che è diventato realtà con una presenza a livello mondiale che testimonia la spiritualità del frate minore conventuale che trovò la morte il 14 agosto 1941 ad Auschwitz.

Proprio in quel campo della morte, dove si manifestò in forma traumatica la devastazione dell’uomo, sia quello vittima ma anche quello aguzzino, padre Kolbe dette l’ultima lezione di amore, offrendo la sua vita al posto di quella di un padre di famiglia.

Padre Kolbe è stato studente al ‘Seraphicum’ dal 1912 al 1919 e la sera del 16 ottobre 1917, fu messo a punto il progetto della Milizia dell’Immacolata, al quale parteciparono altri sei giovanissimi confratelli: p. Giuseppe Pal, giovane sacerdote della Provincia rumena; fra Antonio Glowinski, diacono della Provincia rumena; fra Girolamo Biasi, della Provincia padovana; fra Quirico Pignalberi, della Provincia romana; fra Antonio Mansi, della Provincia napoletana così come fra Enrico Granata:

“La costituzione della Milizia dell’Immacolata scaturì essenzialmente da due diverse esigenze, da una parte stemperare il clima di tensione dell’epoca verso la Chiesa e, dall’altra, dare ai credenti un nuovo fervore e una opportunità di fede a coloro che non credevano. Tutto questo con la preghiera, con l’offerta della propria vita, delle sofferenze e con l’apostolato, sotto la guida materna dell’Immacolata”, come ha spiegato padre Mauro Valentino, assistente spirituale della Milizia dell’Immacolata per il Centro Italia e Sardegna, incontrato a Tolentino.

Allora gli chiediamo di spiegarci il motivo per cui padre Massimiliano Kolbe la fondò: “A san Massimiliano fu ispirato dagli eventi drammatici che si svolgevano a Roma in quel tempo, perché sotto lo studentato sentiva giovani che inneggiavano a Satana e contro la Chiesa. E riflette sul significato del male e del bene nel mondo, decidendo di fondare una milizia (san Massimiliano era un combattente), che si confronti con chi ce l’aveva con la Chiesa”.

Nell’incontro di ottobre scorso con voi papa Francesco ha invitato a seguire padre Kolbe nelle ‘periferie’: in quale modo?
“San Massimiliano si è adoperato soprattutto per dare valore all’uomo. Oggi, come allora, la persona è calpestata e le persone più deboli sono considerati ‘scarti’. Invece san Massimiliano aiutava la persona a sentirsi unica e preziosa”.

In quale modo egli ha interpretato la Dottrina Sociale della Chiesa?
“Ha precorso la Dottrina Sociale della Chiesa soprattutto con la sua attività editoriale, in quanto aveva costruito un imponente complesso editoriale, il più grande della Polonia. Attraverso questa rivista voleva fare conoscere al mondo l’amore di Maria, a maggior gloria di Dio, con gli strumenti più moderni dell’epoca”.

Ad ottobre si svolgerà il sinodo dei giovani: oggi la sua figura affascina i giovani?
“Un santo affascina se qualcuno ne segue le orme e la Milizia dell’Immacolata è chiamata a seguire le sue orme. I giovani vogliono esperienze forti e concrete.

Sono convinto che ci sono giovani che vogliono impegnarsi, ma c’è bisogno di qualcuno che faccia svegliare in loro il desiderio di essere persone che vogliono impegnarsi nel mondo. In questo senso la Milizia e le altre associazioni cristiane hanno la grande responsabilità di essere testimoni autentici del Vangelo. San Massimiliano oggi avrebbe il desiderio di raccogliere un gran numero di giovani sotto la protezione di Maria”.

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