Card. Parolin al Ceis: Natale è la libertà di Dio

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Pochi giorni prima di Natale il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha presieduto la messa di Natale nel Centro Italiano di Solidarietà ‘don Mario Picchi di Roma’, a cui hanno partecipato i ragazzi delle comunità terapeutiche, le donne con bambini in difficoltà, i rifugiati politici ospiti del Centro insieme con i loro familiari e gli operatori delle diverse strutture.

Al termine della celebrazione il Segretario di Stato vaticano ha inaugurato la ‘Casa di Sara’, struttura per accogliere donne vittime di violenza intitolata a Sara Di Pietrantronio, la 22enne romana barbaramente uccisa dall’ex fidanzato il 29 maggio scorso: “Carissimi mamma Concetta e papà Alberto, vi porto l’abbraccio e la preghiera di Papa Francesco.

Non ci sono parole per esprimere il dolore di noi tutti davanti a un omicidio così efferato, che purtroppo fa parte di una catena che sembra senza fine. Le cronache ci raccontano di un femminicidio ogni tre giorni. E’ una strage di innocenti. Voi genitori di Sara sperimentate il dolore immenso che ha vissuto la Madonna quando ha visto il Figlio crocifisso. Siate certi che non siete soli e che non vi mancherà mai il nostro sostegno e la nostra preghiera”.

Roberto Mineo, presidente del Ceis ‘Don Picchi’, ha descritto l’inquietante ‘ritorno’ del fenomeno della droga: “Da oltre 30 anni portiamo avanti l’impegno di lavorare nelle scuole con i ragazzi per aiutarli ad essere preparati e coscienti del mondo subdolo delle droghe. A questo abbiniamo da sempre un dialogo costante con le famiglie per aiutarle a intercettare i segni e i sintomi dell’uso di sostanze stupefacenti da parte dei propri figli.

Spesso molti genitori sono soli nell’affrontare questo problema. E’ arrivato il momento di non lasciare più sole le famiglie. La morte di un altro giovane pesa sulla coscienza di tutti noi. Occorre agire dunque presto con un’azione congiunta tra istituzioni, società civile, famiglie e scuola. Queste realtà da sole non potrebbero dare risposte per arginare una vera e propria emergenza sociale come quella delle droghe tra i giovanissimi”.

I quartieri monitorati si trovano tutti in zone della Capitale con un alto tasso di degrado sociale (Torre Angela, Tor Bella Monaca, San Basilio, Tiburtino Corviale e Magliana). Dall’indagine emerge che ben il 30% degli intervistati ha dichiarato di aver posato per realizzare ‘selfie’ con foto provocanti, spesso ritraenti comportamenti sessuali espliciti. Il 22 % del campione (con una prevalenza dei ragazzi di terza media) ha affermato di aver scommesso più volte online ed ha riconosciuto di essere a rischio ‘ludopatia’.

Il card. Parolin nell’omelia ha sottolineato il significato del Natale, perché si potrebbe correre il rischio di celebrarlo senza Gesù: “Sappiamo che Gesù è nato a Betlemme oltre duemila anni fa e questo avvenimento potrebbe essere derubricato come un fatto storico lontano nel tempo. Allora Natale sarebbe semplicemente la commemorazione della nascita di un personaggio importante, ma nulla di più.

Gesù, invece, rinasce ogni giorno, anche oggi nei nostri cuori e lo ha fatto in modo particolare proprio in voi che avete deciso di cambiare vita dopo un periodo drammatico delle vostre esistenze segnato dalle dipendenze. Il Natale non è, dunque, soltanto un evento storico, ma si rinnova sempre in noi perché il Signore vuole farci rinascere con lui a una vita che sia degna di essere vissuta”.

Ma per vivere bene il Natale quotidianamente il cardinal di Stato vaticano ha invitato i presenti a mettere in pratica il ‘Magnificat’: “Ecco la parola chiave che l’evangelista Luca pone sulle labbra della Madonna: l’umiltà. Per vivere il Natale di Gesù bisogna essere umili e aprirsi all’altro. Come fare in una società in cui la diffidenza verso lo straniero aumenta sempre di più? Se ci chiudiamo in noi stessi non potremo mai vivere il Natale di Gesù.

Ma questa chiusura a volte, purtroppo, non avviene soltanto all’esterno, ma inizia già tra le mura domestiche. Tra di voi ci sono donne che sono state vittime di violenze indicibili commesse proprio dai vostri ex fidanzati ed ex mariti e portate sulla vostra pelle e nel vostro animo queste immani sofferenze. Siete testimoni di quel Vangelo della sofferenza di cui ci ha parlato con la sua stessa vita San Giovanni Paolo II”.

Inoltre il Magnifica è anche canto della ‘grandezza di Dio’: “Il Signore ci indica la strada della carità che non è pietismo. Non è fare l’elemosina distrattamente per non essere più infastiditi da coloro che ce la chiedono per le nostre strade senza ‘toccare la carne di Cristo’, per usare un’espressione tanto cara a papa Francesco. Si tratta, invece, di entrare in una profonda comunione di amore con il nostro prossimo.

Maria ci dà un esempio molto bello quando decide di lasciare le sue cose e andare subito, di fretta, dalla cugina Elisabetta, molto più anziana di lei e anch’ella incinta, e stare con lei fino alla nascita di Giovanni il Battista. E’ proprio per la sua umiltà che Dio pone la Madonna al di sopra di tutta l’umanità”.

In questa ottica si pone anche l’opera di don Mario Picchi: “Anche qui al Centro Italiano di Solidarietà possiamo toccare l’opera di Dio attraverso le mani di don Mario Picchi. Alla fine degli anni Sessanta questo sacerdote della diocesi di Roma ha sentito una profonda vocazione nel suo cuore: essere vicino a coloro che erano vittime della droga.

Don Picchi è stato un vero e proprio pioniere in questo campo anche per la filosofia innovativa con la quale ha affrontato questo problema drammatico e purtroppo sempre attuale mettendo l’uomo al centro di tutto… Cari amici, voi siete la testimonianza più eloquente di quanto l’intuizione di don Mario Picchi sia stata non solo profetica, ma feconda. Voi siete la sua eredità più preziosa.

Voi siete il dono più bello per la Chiesa che vi ama e che vi dice che non siete soli e abbandonati, ma parte di una grande famiglia. Qui avete trovato la grande famiglia del CeIS che vi ha aperto le braccia e vi ha accolto come figli”.

Ed ha concluso l’omelia invitandoli alla testimonianza con la vita: “La strada per vincere le dipendenze è lunga e piena di ostacoli. La strada per sconfiggere le violenze è altrettanto difficile. Ma voi siete tante gocce di bene nell’oceano, per usare la bella immagine di Santa Teresa di Calcutta.

Abbiamo bisogno di queste gocce di bene. Abbiamo bisogno di queste testimonianze. Non solo a Natale, ma tutti i giorni dell’anno. Per questo vi incoraggio a proseguire il vostro cammino, ad andare avanti con determinazione nella lotta alle dipendenze. Siete un esempio luminoso mentre assistiamo a un drammatico ritorno, anche qui a Roma, dell’eroina. Non diamoci mai per vinti”.

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