A Mirandola papa Francesco narra la presenza del Padre

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Al termine della Santa Messa in piazza Martiri a Carpi, a cui ha partecipato circa 70.000 fedeli, papa Francesco ha benedetto i fedeli e le prime pietre, poste ai piedi della pedana-presbiterio, di quattro edifici della diocesi di Carpi che saranno costruiti ex novo: la chiesa nuova di Sant’Agata di Cibeno a Carpi.

La parrocchia si trova in un quartiere che si è ampiamente sviluppato negli ultimi anni rendendo insufficiente la chiesa attuale. Il finanziamento stanziato dalla Cei copre il 75% delle spese, mentre il restante 25% è a carico della parrocchia. L’altra opera è la ‘Cittadella della carità’, che sorgerà in un quartiere dove avrebbe dovuto costituirsi una nuova parrocchia, con una cappella aperta al pubblico intitolata al beato Odoardo Focherini ed una struttura di prima accoglienza per uomini in difficoltà, con sei posti letto. Mentre nella parrocchia di sant’Antonio in Mercadello di Novi di Modena, piccola realtà ferita dal terremoto del 2012, sarà edificato un nuovo Centro pastorale diocesano.

Scegliendo una località baricentrica nel territorio diocesano, l’obiettivo è stato anche quello di tenere viva una parrocchia che, attraverso la presenza della famiglia Luccitelli dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, si adopera per l’accoglienza dei più fragili e bisognosi. L’ultima pietra benedetta riguarda la struttura polivalente di San Martino Carano di Mirandola per svolgere le attività pastorali in spazi non sufficienti ad una comunità che sta crescendo in termini di numeri e di partecipazione.

Nel primo pomeriggio, prima di incontrare gli abitanti di Mirandola, papa Francesco ha incontrato il clero della diocesi di Carpi. A Mirandola ha visitato il duomo ed ha deposto un mazzo di fiori in ricordo dei defunti del terremoto. Nell’incontro con la popolazione di Mirandola papa Francesco ha ricordato la visita di papa Benedetto XVI, che poche settimane dopo l’evento sismico si recò nel territorio per portare la solidarietà ed oggi ha portato il proprio incoraggiamento, ringraziando la Protezione Civile ed i volontari:

“So bene quanto il terremoto abbia compromesso il patrimonio umano e culturale di questa vostra terra. Penso ai disagi che avete subito: le ferite alle case, alle attività produttive, alle chiese e agli altri monumenti, carichi di storia e di arte e simbolo della spiritualità e della civiltà di un popolo”.

Poi papa Francesco ha ricordato le ‘ferite interiori’ del sisma: “la sofferenza di chi ha perso i suoi cari e di chi ha visto disperdersi i sacrifici di una vita intera. Nei giorni successivi al sisma, grande ammirazione ha suscitato in tutti la testimonianza di dignità e di intraprendenza che avete dimostrato. Vi siete sforzati di affrontare con spirito evangelico la precaria situazione causata dal terremoto, riconoscendo e accettando negli eventi dolorosi la misteriosa presenza di un Padre che è sempre amorevole anche nelle prove più dure”.

Ha esortato i fedeli a non perdere la speranza e la laboriosità della ‘bassa modenese’: “Rimanga saldo il vostro intento di non cedere allo scoraggiamento dinanzi alle difficoltà che ancora permangono. Infatti, molto è stato fatto nell’opera della ricostruzione ma è quanto mai importante un deciso impegno per recuperare anche i centri storici: essi sono i luoghi della memoria storica e sono spazi indispensabili della vita sociale ed ecclesiale.

Sono certo che non mancherà la buona volontà, da parte di tutti gli attori coinvolti, affinché sia assicurata la rapida realizzazione di questi necessari lavori, per il bene comune”. Quindi nonostante le ferite papa Francesco ha invitato a vivere la Pasqua con gioia: “La forza del Signore risorto sostenga il vostro impegno nel completare la ricostruzione e animi la vostra speranza. La Vergine Maria e i vostri Santi protettori ottengano dal Signore forza per le persone ancora provate; ottengano luce e forza alle menti e ai cuori affinché si possa presto realizzare quanto è nelle attese di tutti. Vi ringrazio e imparto di cuore a voi qui radunati e all’intera popolazione la mia Benedizione”.

Al termine dell’incontro il papa è stato trattenuto calorosamente dalla gente, che lo ha voluto abbracciare e ringraziare della visita; e con molta semplicità il papa ha chiesto di pregare per lui. Dopo l’incontro in papa mobile il papa si è trasferito nella parrocchia di san Giacomo in Roncole, deponendo un omaggio floreale al Monumento commemorativo delle vittime del sisma, “in posizione baricentrica rispetto al territorio diocesano e all’intero cratere del terremoto. Inoltre, affacciandosi sulla statale, l’area è ben visibile a quanti, numerosi, transitano lungo la strada”, come ha spiegato l’architetto Federica Gozzi, mentre le campane suonavano a festa, salutando il suo ritorno a Roma.

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