Anche i giovani palestinesi a Cracovia

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Ormai la GMG polacca è entrata nel cuore più intenso delle manifestazioni e da orni parte del mondo stanno arrivando a Cracovia per celebrarla con papa Francesco; all’evento partecipano 700 giovani cristiani della diocesi di Gerusalemme, numero molto elevato, se si pensa che soltanto in 30 avevano potuto partire per Rio nel luglio 2013.

Il gruppo è composto da un centinaio di giordani, circa 200 palestinesi, alcuni maroniti e melchiti della Galilea, un gruppo dalle parrocchie cattoliche ebreofone, una importante rappresentanza del Cammino neo-catecumenale che raccoglie giovani dalla Giordania, dalla Palestina, da Israele e da Cipro; ed anche cinque giovani provenienti da Gaza.

Quindi tramite il sito del Patriarcato cattolico si possono leggere le testimonianze di questi giovani che stanno vivendo l’esperienza unica della GMG, che dopo un viaggio ‘logorante’, dovuto anche ai controlli ai giovani palestinesi, sono stati accolti nella città di Torun:

“A Torun, l’accoglienza è impressionante. Non manca nulla. Penso che i polacchi, quando si impegnano, lo fanno fino in fondo! Penso anche che noi palestinesi, e gli arabi in generale, abbiamo molto da imparare da questo popolo. Valori che a noi mancano ancora: il rigore nel lavoro, l’impegno serio, l’attenzione che privilegia il bene comune”.

La settimana preparatoria in Polonia è servita anche per conoscere luoghi, che per loro sarebbero difficilmente visitabili come il mar Baltico. Durante queste visite ‘turistiche’ i giovani possono riflettere sul senso cristiano della propria vita:

“E’ importante parlare spesso a Dio per evitare la aridità spirituale. Le preghiere o la Liturgia delle ore, la stessa Messa non sono sufficienti a chi cerca l’intimità con Dio. Ecco perché, anche durante le vacanze (soprattutto durante i giorni della GMG) il cristiano deve cercare un momento nella sua giornata per fare silenzio e un esame di coscienza, per interiorizzare ciò che gli è dato di vivere, per cogliere in profondità il significato delle esperienze, e questo, nonostante le tentazioni che possono distrarre da questi momenti preziosi.

I paesaggi magnifici, di questo paese che ha patito tante occupazioni, favoriscono questo esercizio, il movimento dell’anima verso Dio e verso ciò che in essa è più profondo. Dopo due ore di percorso, eccoci al Centro Europeo di Solidarietà, un museo dedicato alla storia della liberazione della Polonia dalla tirannia del regime comunista, durante gli anni ’80.

Mi ha molto colpito vedere in questo luogo come la solidarietà e la perseveranza siano fondamentali per realizzare i grandi e nobili progetti dell’uomo che, soffrendo sotto l’oppressione, l’ingiustizia e le diverse forme di tirannia, continua ad aspirare alla libertà e alla giustizia”.

Questa storia della resistenza nonviolenta del popolo polacco è presa ad esempio da questi giovani che aspirano alla pace: “Un saggio proverbio arabo dice che: non si può applaudire con una sola mano, ce ne vogliono due. Una lezione e un esempio pieno di speranza per noi palestinesi che subiamo ogni giorno l’occupazione israeliana, ma anche l’egoismo dei nostri responsabili politici. Sull’esempio degli operai polacchi, ci sarebbe da imparare a lavorare insieme e soprattutto a dialogare”.

Intanto nella celebrazione eucaristica di apertura della XXXI GMG l’arcivescovo di Cracovia, card. Stanislaw Dziwisz, con molto entusiasmo ha dato il benvenuto ai 500.000 giovani che gremivano la spianata di Blonia, non lontano dal centro storico della città di san Giovanni Paolo II: “E’ suonata l’ora aspettata da tre anni… L’orologio collocato sulla facciata della Basilica di S. Maria, nel cuore storico di Cracovia, ha misurato i giorni, le ore, i minuti e i secondi che ci separavano dal momento che adesso stiamo vivendo.

Ma un orologio più importante, quello che misura i pensieri e i sentimenti dei nostri cuori, ci ha preparati spiritualmente all’incontro dei giovani discepoli del Maestro di Nazareth, che comincia oggi. Siete arrivati da tutti i continenti e da tutte le nazioni, dall’oriente e dall’occidente, dal nord e dal sud del nostro globo. Portate con voi molte esperienze. Avete in voi molti desideri. Parlate molte lingue. Ma da oggi tutti useremo tra di noi il linguaggio del Vangelo. Il linguaggio dell’amore. Il linguaggio della fraternità, della solidarietà e della pace”.

Nell’omelia il card. Dziwisz ha ricordato le vittime dell’attentato di Rouen, poche ore prima: “Portiamo con noi paure e delusioni, ma anche le nostre nostalgie e speranze, i nostri desideri di vita in un mondo più umano, più fraterno e solidale. Ci rendiamo conto delle nostre debolezze, ma crediamo che ‘tutto possiamo in colui che ci dà forza’. Possiamo far fronte alle sfide del mondo di oggi, in cui l’uomo fa le sue scelte tra fede e miscredenza, fra il bene e il male, fra l’amore e il suo contrario”.

Ricordando l’anniversario del battesimo della Polonia ha invitato i giovani a non perdere la fede: “Siamo a Cracovia, una volta capitale di quella Polonia alla quale mille e cinquanta anni fa è arrivata la luce della fede. La storia della Polonia non è stata facile, ma abbiamo sempre cercato di rimanere fedeli a Dio e al Vangelo. Oggi siamo qui, perché ci ha riuniti Gesù Cristo. Lui è la luce del mondo. Chi segue Lui non camminerà nelle tenebre. Egli è via e verità, e vita. Egli ha parole di vita eterna.

Da chi altro andremo? Solo Lui, Gesù Cristo, può appagare i desideri più profondi del nostro cuore. E’ stato Lui a condurci qui. Egli è presente tra noi. Egli ci accompagna, come i discepoli nel cammino verso Emmaus. Affidiamo a Lui in questi giorni le nostre cose, le paure e le speranze nostre”. Nel concludere l’omelia li ha affidati alla protezione di suor Faustina e di papa Giovani Paolo II: “Cracovia vive del mistero della Divina Misericordia, grazie anche all’umile suor Faustina ed a Giovanni Paolo II, che hanno sensibilizzato la Chiesa e il mondo a questo particolare carattere di Dio.

Tornando ai vostri Paesi, alle vostre case e comunità, portate loro la scintilla della misericordia, ricordando a tutti che ‘beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia’. Portate agli altri la fiamma della vostra fede ed accendete con essa altre fiamme, affinché i cuori umani battano al ritmo del Cuore di Gesù, che è ‘fonte ardente di carità’. Che la fiamma dell’amore avvolga tutto il nostro mondo, affinché in esso non ci siano più egoismo, violenza e ingiustizia, ma sulla nostra terra si rinforzino la civiltà del bene, della riconciliazione, dell’amore e della pace”.

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