Il Papa: chi insegna non smentisca la dottrina con il comportamento

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“La buona dottrina va accolta, ma rischia di essere smentita da una condotta incoerente.” Il Papa questa mattina prima della preghiera mariana dell’ Angelus ha commentato così le letture della liturgia di oggi e chiede di pregare “per quanti nella comunità cristiana sono chiamati al ministero dell’insegnamento, affinché possano sempre testimoniare con le opere le verità che trasmettono con la parola.” In particolare Benedetto XVI ha riletto le parole di San Paolo che “ci invita ad accostare il Vangelo «non come parola di uomini, ma come è veramente, quale Parola di Dio».

In una piazza San Pietro affollatissima grazie anche al clima piacevole il Papa ha spiegato : “In questo modo possiamo accogliere con fede gli ammonimenti che Gesù rivolge alla nostra coscienza, per assumere un comportamento conforme ad essi.” L’ esempio viene proprio da Gesù che “pratica per primo il comandamento dell’amore, che insegna a tutti, e può dire che esso è un peso leggero e soave proprio perché ci aiuta a portarlo insieme con Lui “. Benedetto XVI ha poi riproposto l’insegnamento di San Bonaventura che “ indica chi è l’autentico Maestro, affermando: «Nessuno può insegnare e nemmeno operare, né raggiungere le verità conoscibili senza che sia presente il Figlio di Dio». Di qui l’invito a “seguire il Figlio di Dio, il Verbo incarnato, che esprime la verità del suo insegnamento attraverso la fedeltà alla volontà del Padre, attraverso il dono di se stesso.”

E il Papa cita il beato Antonio Rosmini che scrive: “Il primo maestro forma tutti gli altri maestri, come pure forma gli stessi discepoli, perché [sia gli uni che gli altri] esistono soltanto in virtù di quel primo tacito, ma potentissimo magistero (Idea della Sapienza, 82, in: Introduzione alla filosofia, vol. II, Roma 1934, 143). Gesù condanna fermamente anche la vanagloria e osserva che operare per essere ammirati dalla gente (Mt 23,5) pone in balia dell’approvazione umana, insidiando i valori che fondano l’autenticità della persona.” La conclusione è ancora una volta l’invito a servire sull’esempio di Gesù che “si è presentato al mondo come servo, spogliando totalmente se stesso e abbassandosi fino a dare sulla croce la più eloquente lezione di umiltà e di amore.”

Prima dei saluti e della sintesi nelle diverse lingue il Papa ha espresso la sua vicinanza “alle popolazioni della Thailandia colpite da gravi inondazioni, come pure, in Italia, a quelle della Liguria e della Toscana, recentemente danneggiate dalle conseguenze di forti piogge. Assicuro per loro la mia preghiera.” Parole accompagnate da un grande applauso.

Un saluto in francese anche ai fedeli provenienti dal Principato di Monaco, dove i Papa potrebbe recarsi nel prossimo anno.

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