Giustizia e misericordia nel viaggio in Messico di papa Francesco

Condividi su...

Quello in programma dal 12 al 17 febbraio in Messico, sarà il quarto viaggio di papa Francesco nel continente americano. Il viaggio apostolico potrebbe ridare molta speranza ad un popolo in crisi di fiducia verso le proprie autorità. Infatti in un documento, presentato poche settimane fa, le Caritas e la Pastorale sociale del Messico e del Centroamerica hanno denunciato il flagello della tratta di persone, definito ‘crimine contro l’umanità’, stimando che negli ultimi 15 anni sono state trovate morte 5.513 persone.

Inoltre il Centro per i diritti umani ‘Fray Matías de Córdova’ ha denunciato che nel centro di detenzione di migranti di Tapachula, è costante la violazione dei diritti. Insomma, secondo Libera dal 2006 avvengono circa 53 omicidi al giorno, 1620 al mese, 19.442 all’anno per un totale di 136.100 persone uccise di cui 116.000 collegati alla guerra con la criminalità organizzata, 20.000 per delinquenza comune; circa l’80% dei comuni del Messico sono sotto scacco della criminalità organizzata.

Dal 2006 sono stati uccisi 56 giornalisti (49 uomini e 7 donne) mentre 16 sono quelli scomparsi Dal 2006 al 2010 sono 1685 i ragazzi fino a 14 anni uccisi nella lotta dal crimine organizzato, di cui 354 quelli minori di un anno di età mentre sono circa 30.000 i bambini che collaborano con i gruppi criminali in varie forme. Per comprendere meglio le ragioni di questo viaggio papale nello Stato del CentrAmerica, ci siamo fatti aiutare da don Tonio Dall’Olio, responsabile di Libera International:

“Papa Francesco sta visitando alcuni luoghi del mondo che sono particolarmente importanti in quanto non rientrano nell’agenda dell’informazione quotidiana occidentale: visitare la Corea, le Filippine, la Repubblica Centraficana, il Kenya, la Bosnia, l’Albania. Sono situazioni che nel recente passato, od attualmente, hanno ferite aperte su cui è molto importante accedere un riflettore.

Per quanto riguarda il Messico la ferita è sanguinante e si chiama narcotraffico, che non significa soltanto operazione di gruppi criminali dediti alla ‘gestione’ della cocaina e degli altri tipi di droga, ma anche alle conseguenze delle persone scomparse ed omicidi. Purtroppo il Messico è tra le nazioni ai primi posti per omicidi e per le violazioni dei diritti umani.

La visita di papa Francesco si può leggere come un servizio alla verità come una possibilità di dare la voce a quelli che in questo momento non hanno voce, perché l’informazione non si occupano di queste situazione, che per chi le vive sulla pelle sono assolutamente drammatiche”.

Papa Francesco ha espresso il suo desiderio di portare la pace in Messico: ci potrà riuscire?
“Sono convinto che ci siano potenzialità enormi per la visita del papa, perché la sua capacità di vivere la misericordia nei confronti delle vittime possa scuotere le coscienze anche di coloro che hanno la possibilità di cambiare la situazione in Messico, soprattutto la politica e l’economia. Portare la pace significa anche attirare l’attenzione della comunità internazionale, che per distrazione o per interessi economici, fa finta di niente”.

Come coniugare legalità con giustizia?
“Libera ritiene che il fine ultimo della società civile sia il raggiungimento della giustizia, perché significa garantire i diritti a tutte le persone. La legalità è la via maestra per raggiungere la giustizia. La legalità significa non solo rispetto delle leggi, ma anche produzione di leggi giuste ed educazione anche alla libertà degli altri. Legalità e giustizia sono figli della stessa madre, in quanto la legalità è lo strumento per raggiungere il valore della giustizia”.

Quale è l’impegno della Chiesa messicana per il rispetto della dignità delle persone nell’anno della Misericordia?
“La Chiesa messicana è una realtà molto composita. Non sempre ha assunto posizioni coraggiose sull’azione delle bande criminali e sulla corruzione. Però abbiamo vescovi e chiese locali molto attive nell’accoglienza dei migranti, perché il Messico è terra di passaggio dall’America Latina agli USA.

Molti servizi ai migranti sono stati approntati dalle chiese locali. Non sempre hanno avuto lo stesso coraggio nella denuncia. Per la Chiesa messicana l’esercizio della misericordia significa accoglienza dei familiari dei desaparidos (circa 30.000) e quindi la richiesta allo Stato per mettersi davvero alla ricerca di queste persone ed allo stesso tempo l’accoglienza di persone che si trovano in condizioni sfavorevoli e le grandi sacche di povertà che si vivono ai margini delle periferie delle grandi città.

Ci sono grandi spazi perché la Chiesa locale viva con impegno la misericordia e mi pare che proprio la visita di papa Francesco abbia dato una scossa importante. Non dimentichiamo che nelle scorse settimane l’assemblea dell’episcopato messicano ha invitato don Luigi Ciotti per chiedere consigli su quali attività la società civile possa organizzare per poter imitare lo stesso modello di Libera. Come associazione contro le mafie siamo fortemente impegnati realizzando una rete per l’America Latina, che si chiama ‘ALAS’ (America Latina Alternativa Social), operativa dallo scorso giugno”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50