Expò: Cascina Triulza non chiude

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Mentre l’Expò milanese ha chiuso i battenti da alcuni mesi, Cascina Triulza, il padiglione della società civile ad Expò, riapre le sue porte con oltre 100 eventi in questa prima metà dell’anno con temi, proposte e iniziative che hanno dato corpo e sostanza al programma culturale del Padiglione della Società Civile di ‪Expo

e nell’ambito dell’innovazione sociale e dello sviluppo sostenibile con un auditorium di 194 posti a sedere, una sala multifunzionale in grado di ospitare fino a 100 persone, sale riunioni, spazi per bambini, un ristorante e la grande corte aperta, come aveva sottolineato il ministro Maurizio Martina, ministro alle politiche agricole ed ambientali:

“L’esperienza di Cascina Triulza non si spegnerà con la fine di Expo, magari rimarrà chiusa per qualche giorno, questo dipenderà dalle dinamiche e dai tempi con cui si deciderà di smontare il sito dell’Esposizione, ma se non dal primo novembre, di certo nei giorni successivi il padiglione della società civile riprenderà a vivere”.

Cosa è Cascina Triulza? Avuta l’occasione di visitare l’Expò, nonostante la stanchezza fisica della moglie, prima di ritornare a casa ho voluto caparbiamente soffermarmi in questo padiglione, che è un’antica costruzione rurale già presente all’interno del Sito Espositivo, ed è una delle cascine che segnano il paesaggio nei dintorni di Milano e riportano la città alla sua origine contadina e agricola.

Il complesso, esteso su un’area di 7.900 metri quadri, è gestito, in collaborazione con Expo Milano 2015, dalla Fondazione Triulza, un raggruppamento di organizzazioni di rilevanza nazionale e internazionale, selezionate tramite un bando di gara.

Nella Cascina Triulza ha sede il Padiglione della Società Civile, che mostra il contributo di queste organizzazioni nell’affrontare i grandi problemi dell’umanità, valorizza esperienza concrete e buone pratiche sui temi dell’Esposizione Universale ed incentiva la collaborazione fra più soggetti in grado di promuovere proposte per un futuro sostenibile.

Per questo, Cascina Triulza non rappresenta solo uno spazio unico riservato al terzo settore, ma anche un luogo in cui aziende, istituzioni pubbliche ed organizzazioni internazionali possono dare visibilità e valore alle proprie best practice in collaborazione con le organizzazioni della società civile. Per questa sua caratteristica il presidente della Fondazione Triulza, Sergio Silvotti, ha colto la sfida:

“Noi siamo pronti e partiamo da una base solida: la fondazione chiude questi sei mesi con un bilancio in attivo. Numeri per nulla scontati che danno conto di una gestione votata al risparmio e all’efficienza”.

Centro per la ricerca e la formazione sull’innovazione sociale, incubatore di imprese sociali, agenzia per lo sviluppo e la proiezione internazionale del Terzo Settore, per la promozione del modello cooperativo e per la realizzazione di progetti condivisi tra il non profit, le imprese e le Istituzioni:

“Questo dovrebbe diventare Cascina Triulza. Questo è necessario perché Cascina Triulza continui ad esercitare la sua vocazione, coerentemente con quanto abbiamo annunciato ancora prima dell’inizio di Expo 2015 e con quanto è stato realizzato nei sei mesi dell’Esposizione Universale.

Un semestre che ha visto la partecipazione di 208 organizzazioni del Terzo Settore e la realizzazione di 800 eventi che hanno coinvolto attivamente più di 60.000 persone. Con questo progetto vogliamo, in definitiva, dare continuità alla partecipazione e al protagonismo dei cittadini, valorizzare il patrimonio di proposte e di relazioni costruito durante Expo e rappresentare una ‘responsabilità collettiva’ per costruire un nuovo modello di sviluppo”.

Nell’immediato e fino a giugno 2016, Cascina Triulza continuerà ad ospitare eventi sui temi dell’innovazione sociale e dello sviluppo sostenibile; laboratori e attività didattiche dedicati a scuole e bambini e iniziative artistiche e culturali che rendano il luogo un polo di attrazione per tutta l’area metropolitana milanese.

Ed i numeri parlano con i fatti concreti, come le attività di educazione alla sostenibilità e all’alimentazione che hanno già coinvolto oltre 35.000 bambini e ragazzi nei laboratori didattici organizzati dal Padiglione attraverso le scuole in visita; la raccolta di circa 30 tonnellate di cibo da parte del Banco Alimentare; lo spazio offerto a 3000 artisti, in buona parte giovani emergenti; il coinvolgimento nel progetto di 20 ragazzi del servizio civile e 10 ricercatori universitari;

la partecipazione di 300 Comuni con oltre 200 produttori locali nel mercato di Cascina Triulza che ha dato l’opportunità di esserci e farsi conoscere anche a piccoli produttori responsabili, italiani e internazionali; l’assistenza di mobilità attraverso il Mobility Center ed ExpoFacile, che ha permesso a oltre 15.000 persone, con problemi di deambulazione, di visitare l’esposizione universale utilizzando scooter elettrici o carrozzine manuali, che ha creato occupazione per 15 persone fra le quali disabili, donne, giovani e persone over 50.

Mobility center porterà lo stesso servizio in altri grandi eventi o in luoghi di grande affluenza di persone. L’esordio sarà al terminal 1 di Malpensa, grazie alla partnership con SEA, per un periodo sperimentale di sei mesi, come ha dichiarato il presidente: “Fondazione Triulza, attraverso le associazioni che si occupano di disabilità e di accessibilità, continuerà a collaborare con il team di imprese per lavorare su buone pratiche e prodotti innovativi in grado di offrire a tutti l’accessibilità a grandi eventi e luoghi pubblici.

Diffondere una vera cultura dell’accessibilità e lavorare perché si traduca in fatti concreti è uno dei nostri obiettivi e crediamo che si possa raggiungere attraverso il modello di collaborazione efficace e fattiva tra profit e non profit che abbiamo sperimentato in Expo 2015”.

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