Greenaccord legge l’ecologia integrale di papa Francesco

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L’enciclica ‘Laudato sì’ di papa Francesco sta suscitando un buon dibattito, non solo all’interno del mondo cattolico, in quanto pone l’umanità davanti all’unità della persona, come ha scritto lo stesso papa al secondo paragrafo: “Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora”.

L’ ‘ecologia integrale’ del papa si manifesta nella sua attenzione particolare e inscindibile verso tutte le creature e verso i poveri, in particolare verso tutte le creature più fragili e che più hanno bisogno di amorevole cura e protezione, come ha sottolineato il prof. Andrea Masullo, direttore scientifico dell’associazione Greenaccord, associazione di ispirazione cristiana per la salvaguardia del creato:

“Nell’enciclica troviamo una elencazione precisa e dettagliata di tutti gli allarmi che la scienza sta lanciando con crescente gravità rispetto alle crisi ecologiche: dalle drammatiche previsioni sui cambiamenti climatici all’inquinamento delle acque e del suolo, alla distruzione delle foreste ed alla perdita irreversibile della biodiversità, che è la grande ricchezza su cui la biosfera costruisce il suo futuro”.

Secondo l’analisi del direttore scientifico il papa sottolinea come tutto si lega nel creato e non si possono separare ambiente e organizzazione umana: “La ricchezza dei paesi ricchi non è quindi solo frutto dell’ingegno e delle tecnologie, ma di un pesante debito ecologico verso i poveri che non viene riconosciuto. Ciò avviene attraverso accordi diretti fra le imprese multinazionali, governi compiacenti dall’una e dall’altra parte, funzionari corrotti e mafie locali…

L’enciclica va alla radice di questa cultura che getta fra i rifiuti natura e persone ed incontra il degrado umano e sociale, ben evidente nel caos di città sempre più indaffarate e sempre meno attente ai poveri”. L’enciclica denuncia un limite serio dello sviluppo:

“L’illusione di una impossibile crescita illimitata dei consumi già oggi fa sì che l’uomo utilizzi ogni anno il 35% in più delle risorse e dei servizi ecosistemici che il pianeta è in grado di rigenerare. Questo significa che mentre il PIL continua a crescere lasceremo alle generazioni future un pianeta con meno potenzialità. Questa ossessione consumista destabilizza le reti ecologiche come le reti sociali.

L’uomo, ridotto a strumento di produzione e consumo, vive sempre più il paradosso della solitudine in città sempre più affollate. Il consumismo ci vuole docili e insoddisfatti nel rispondere ai falsi bisogni, alle false promesse di felicità riposte nelle cose, proposte con enorme profusione di mezzi dalla pubblicità e dagli stili di vita che essa promuove. Lo spreco è allora un valore, perché da esso nascono nuovi consumi e nuove opportunità di profitti”.

L’enciclica riconosce anche i benefici della tecnologia e della scienza, ma afferma che a queste non è seguito un pari sviluppo etico: “Le scienze empiriche, assunta la guida della conoscenza, hanno relegato le scienze umane e la filosofia ad una sorta di esercizio culturale di secondaria importanza, negando il contributo che la religione può dare nella comprensione del senso dell’esistenza del mondo e della presenza in esso dell’uomo.

Papa Francesco propone un dialogo costruttivo fra scienza e religione che possa portare al pieno sviluppo del genere umano superando l’attuale frammentazione del sapere. Il grande biologo americano Stuart Kauffman, studiando l’evoluzione dell’universo, nota che essa non è una casuale emersione dal caos come affermato dalle teorie darwiniane, che il mondo così come lo conosciamo oggi non è determinato dalle leggi della fisica, della chimica e della biologia, ma che viceversa sono le scienze empiriche ad esser figlie di questo universo”.

Quindi l’enciclica chiama ad una nuova responsabilità: “E’ forte la chiamata ad una responsabilità collettiva e individuale che ci riguarda a prescindere dal ruolo che abbiamo nella società: ognuno deve fare la sua parte. La politica deve tornare ad orientare l’economia verso il progresso umano e non essere strumento irresponsabile della finanza.

Il singolo cittadino deve impegnarsi nelle piccole scelte quotidiane ribellandosi al consumismo ed allo spreco, ricordando che siamo una unica famiglia in una unica casa comune; se la casa va in rovina, la rovina sarà per tutti”. Il prof. Masullo sottolinea che nell’enciclica il papa traccia una nuova unione tra il tempo della natura ed il tempo dell’uomo:

“Egli da un senso pieno alla nostra presenza sulla Terra, con una investitura sacerdotale: accompagnare il creato nel cammino verso il creatore. In questa commovente prospettiva di una umanità che accompagna tutte le creature in questa marcia verso il Creatore, possiamo vivere in un tempo pieno, quello che i greci chiamavano kairòs, un tempo che non fa invecchiare nell’inutilità, ma ci dà sempre e comunque l’opportunità di avvicinarci al creatore rendendo preziosa la nostra vita fino all’ultimo istante…

E’ necessario promuovere un percorso di sviluppo produttivo più creativo e orientato a risolvere i problemi urgenti dell’umanità piuttosto che l’eccessivo consumo; ed è ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo liberando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti”.

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