XII Domenica del Tempo Ordinario

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Le domande di Gesù ci rimbalzano nel cuore e ci scuotono. “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Si a volte ci si sente persi, smarriti e impauriti. Avvertiamo certi fenomeni come una minaccia. Ma ci sono anche fatti, gesti e parole che ci tentano spingendoci a percorrere le vie del male.

Sono le indicazioni sbagliate che poste ai crocicchi delle strade vogliono spingerci lontani dalla meta ed impedirci di raggiungerla. Un po’ come accade sulla barca con la quale i discepoli cercavano di attraversare il lago per raggiungere l’altra sponda. Il vento soffiava forte e immettendo acqua (in questo caso simbolo di morte) sulla barca questa rischia di affondare.

A volte anche noi avvertiamo minacce, tentazioni, ostacoli di vario genere che sembrano impedirci di percorrere la giusta rotta. Gesù vuole indurci a pregare e ad avere più fiducia in Lui, sta qui a dirci “Non avere paura, non temere … io sono con te tutti i giorni della tua vita”. Fidarsi e affidarsi a Lui che sa far tacere il male, sa spianare la nostra via, sa quando, come e dove intervenire per ridarci pace e serenità.

Coraggio allora. Dobbiamo avere fiducia in Lui, chiamarlo e sentirlo vicino. Qualsiasi cosa dovesse accaderci dobbiamo essere consapevoli che Gesù ha vinto il male. E’ Lui che ci ha salvato e ora più nulla potrà mai strapparci al suo amore. Anche quando siamo sfiduciati, impauriti, persi e senza orientamento possiamo sempre contare sulla sua infinita misericordia. La nostra fragilità, le nostre debolezze, le nostre menzogne sono la nostra forza perché in queste Gesù si manifesta per rialzarci e donarci l’abito nuovo con il quale partecipare alla festa dell’eternità. Quale ricompensa più grande possiamo ricevere? A quale dono maggiore possiamo aspirare? Il Signore è buono e grande nell’amore e la sua misericordia non ha confini.

Questa pagine del vangelo ci invita, quindi, ad accettare i nostri limiti sapendo che da questi possiamo risorgere a quella vita nuova che troveremo, perché Gesù ce l’ha promessa, sull’altra sponda del lago dove approderemo al termine di questo viaggio terreno e dove potremo, godere, di quella pace e di quella gioia che ora non riusciamo, forse, neanche ad immaginare tanto piccole e modeste sono le nostre capacità. Eppure in Gesù Cristo possiamo già vivere adesso un’anticipazione del suo Regno se, in umiltà, ci mettiamo alla sua sequela e se gli affidiamo i nostri pesi, le nostre paure, le nostre stesse vite. 

Forse anche noi gli abbiamo già gridato: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» e Lui ci avrà già sorriso intervenendo come a Lui piace affinché la nostra vita sia come Lui la desidera. E allora, insieme, preghiamo… “sia fatta la tua volontà”.

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