Pellegrinaggio Macerata-Loreto ed il Volto della Misericordia

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Sabato 6 giugno nello stadio di Macerata si rinnova lo spettacolo del 37^ Pellegrinaggio a piedi Macerata – Loreto, che ha un titolo molto significativo ‘Accarezzati dalla Misericordia’, con la messa di apertura celebrata dal card. George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede, seguendo l’invito dello scorso anno di papa Francesco: ‘Rivolgiamo a lei la preghiera antica e sempre nuova della Salve Regina, perché non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia, suo Figlio Gesù’.

Ma quest’anno il pellegrinaggio ‘festeggia’ anche i 50 anni di sacerdozio del suo principale animatore, mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano e Matelica, al quale ci siamo rivolti per farci spiegare il titolo del tema del pellegrinaggio:

“Sono felicissimo che il titolo del Pellegrinaggio di quest’anno segua con precisione il messaggio di Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia: i temi decisivi della vita non sono il nostro darci da fare, le nostre idee, ecc.; la salvezza della vita è solo la misericordia.

C’è un punto molto bello, al paragrafo 8 di questa bolla, in cui Francesco dice che Gesù è la persona che incarna la misericordia. Questa nostra immedesimazione nella proposta del Papa porta a delle conseguenze interessanti perché ogni pellegrinaggio è una cosa nuova, ogni edizione porta una novità. Quest’anno mi piace sottolineare due conseguenze di questo tema della misericordia.

Per prima cosa il Papa più volte parla di un nuovo entusiasmo nel seguire Gesù e nel proporlo agli altri. Mi piace la parola entusiasmo, cerco di tenerla davanti e di utilizzarla perché le cose belle, come il fatto che Gesù ci propone la misericordia, ti appassionano. Perciò io desidero che nel prossimo Pellegrinaggio possiamo sentirci come trasportati (quindi faremo meno fatica con i piedi!) dall’entusiasmo di guardare Gesù che è misericordia.

La seconda conseguenza è il desiderio di annunciarLo a tutti: il Papa parla di rinnovata azione pastorale, cioè di un rinnovato modo di comunicare Gesù come tenerezza, amore; in una parola, più piena di significato e pienamente biblica ‘Gesù che è misericordia’. Io desidero che per me e per gli altri in questi giorni di preparazione al Pellegrinaggio ci sia questo entusiasmo e questa rinnovata azione nel portare la misericordia, soprattutto a coloro che ne soffrono la mancanza.

Vi aspetto tutti al cammino della misericordia, con il grande entusiasmo e con il desiderio di abbracciarci con tutto il mondo. La Madonna, come il Papa dice e come noi recitiamo nel Salve Regina, è la madre della misericordia: andando a Loreto andiamo incontro a Colei che ci può donare Gesù. Ogni giorno perciò rivolgiamo una preghiera alla Madonna, recitiamo un Salve Regina con più entusiasmo”.

Perchè sempre più pellegrini partecipano a questo cammino notturno?
“Perché il pellegrinaggio da Macerata a Loreto è un avvenimento nella vita delle persone che vi partecipano, tanto da tornare ed inviare sempre nuovi amici. Quello che abbiamo visto crescere sotto i nostri occhi non ha alcun segreto organizzativo. Il Pellegrinaggio è stato solo l’occasione che ha dato voce al bisogno che vive in noi. Una voce che, se ascoltata, diventa imponente come un popolo e semplice come una preghiera.

Dalla Messa allo stadio al cammino nella notte, dal rosario al canto, dai gesti alle testimonianze ed alla gente che ci aspetta lungo la strada: tutto è incontro con il Mistero che fa tutte le cose ed è diventato uomo nella carne della Vergine Maria. Lui è venuto per renderci certi che il bisogno che ci spinge a camminare tutta la notte ha una risposta di cui si può fare esperienza ora.

All’arrivo infatti la gioia prevale sulla stanchezza, l’evidenza sullo scetticismo, la bellezza sulla paura. Non è solo l’alba di un nuovo giorno, ma, negli occhi di tutti, l’alba della vita che Gesù risorto ci porta. Il percorso riprende un cammino mariano di antichissima tradizione e si snoda per 28 km tra le colline marchigiane. Nella prima edizione del 1978 partirono poco più di 300 persone, mentre negli ultimi anni si sono superate le 100.000 presenze.

Memorabili sono stati la partecipazione di San Giovanni Paolo II nel 1993 e i messaggi in diretta telefonica di Papa Francesco nel 2013 e 2014. Il Pellegrinaggio è proposto da Comunione e Liberazione, in comunione con la Chiesa locale”.

Come annunciare oggi il Vangelo in un mondo che cambia?
“Papa Francesco ci ha dato la ‘magna carta’ per il nuovo annuncio agli uomini e alle donne del nostro tempo: è l’Esortazione Apostolica ‘Evangelii Gaudium’. Al n. 14, riecheggiando papa Benedetto, ha scritto: ‘Tutti hanno diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile.

La Chiesa non cresce per proselitismo ma ‘per attrazione’. Desidero seguire il Papa fino in fondo: essere pastore della misericordia ed evangelizzatore gioioso. I vescovi, i preti e gli operatori pastorali siano testimoni gioiosi delle beatitudini del Vangelo”.

Il 22 maggio sono ricorsi anche i 50 anni della sua ordinazione sacerdotale. Mons. Vecerrica spiega i suoi sentimenti: “Niente è stato mio e tutto è diventato mio. Ripensando alla mia adolescenza, nel momento della massima miseria del dopo guerra, non sapevo che pensare del mio futuro, ma i genitori hanno educato noi quattro figli, che ora siamo qui, alla semplicità nel lasciarci condurre dalla fede.

Mi sono fatto guidare da coloro di cui mi fidavo. La bellezza della missione, alla quale mi sentivo condurre, all’inizio non la percepivo più di tanto, l’ho scoperta andando avanti. La bellezza della vita, che è Gesù, è all’inizio; ma, come per i primi apostoli, è solo come promessa, c’è da accoglierla e continuare ad abbracciarla.

Chi ero? Come sono stato? Come sono ora? Come tutti: un cuore che batte, che cerca, che non si accontenta. La mia irrequietezza è stata presa dallo Spirito e io mi sono lasciato prendere. Il protagonista non sono io, ma è lo Spirito…

Mi piace ridire le mie preferenze, dopo il mio amore appassionato ai sacerdoti: i giovani e i lavoratori, i poveri di oggi. Ad essi e per essi tutto il mio sacerdozio e attraverso essi il mio amore a tutti, perché, dice don Primo Mazzolari: ‘dare tutto: ecco la carità. Chi non dà tutto non è nella carità’”.

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