La domenica del Papa in parrocchia per dire no all’ipocrisia

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Un fuori programma che ormai è lo stile atteso di Papa Francesco. Prima di arrivare alla Parrocchia di Santa Maria Regina Pacis ad Ostia Lido, sul litorale romano Francesco ha fatto visita ad un gruppo di suore di Charles de Foucauld che vivono all’interno di un lunapark, nei pressi della parrocchia, e che condividono la vita dei giostrai e dei nomadi che lo gestiscono. Poi ha incontrato ammalati, anziani – ai quali scherzando di essere “un po’ ammalato e anziano, ma non tanto!”

Nella omelia il Papa dell’omelia ha spiegato il senso della parabola evangelica della vite e dei tralci. “Tutti siamo peccatori ma se rimaniamo in Gesù il Signore viene, ci pota un po’ perché noi possiamo dare più frutto: Lui ha sempre cura di noi ma se ci stacchiamo da Lui siamo cristiani in parola , ma non di vita, siamo cristiani morti perché non diamo frutto”. Ai fedeli il Papa ha posto una domanda. “Io rimango in Gesù? O sono lontano? Ci sono quelli che si fanno vedere come suoi discepoli, ma fanno il contrario: sono i tralci ipocriti. Vanno forse la domenica a messa, fanno la faccia da immaginetta pia ma poi vivono da pagani. Gesù li chiama ipocriti. Gesù è buono, ci invita a rimanere in Lui. Se scivoliamo nel peccato ci perdona perché è misericordioso. Vuole che rimaniamo in Lui e che non siamo ipocriti. E con questo una vita cristiana va avanti”.

Lo stesso tema il Papa lo ha affrontato nella breve catechesi prima della recita del Regina coeli delle dodici in Piazza Sana Pietro: “Gesù è la vite, e attraverso di Lui passa ai tralci l’amore stesso di Dio, lo Spirito Santo. Noi siamo i tralci, e attraverso questa parabola Gesù vuole farci capire l’importanza di rimanere uniti a Lui. I tralci non sono autosufficienti, ma dipendono totalmente dalla vite, in cui si trova la sorgente della loro vita”. Restando realmente uniti a Cristo – ha aggiunto Papa Bergoglio – ognuno di noi “gode dei doni dello Spirito Santo e di conseguenza fa tanto bene al prossimo e alla società, come vero cristiano. Da questi atteggiamenti, infatti, si riconosce che uno è cristiano, come dai frutti si riconosce l’albero. I frutti di questa unione profonda con Gesù sono meravigliosi: tutta la nostra persona viene trasformata dalla grazia dello Spirito: anima, intelligenza, volontà, affetti, e anche il corpo, perché noi siamo unità di spirito e corpo”.

Dopo la preghiera il Papa ha ricordato la beatificazione di Luigi Bordino, che “ha dedicato la sua vita alle persone malate e sofferenti, e si è speso senza sosta in favore dei più poveri, medicando e lavando le loro piaghe”.

Poi un saluto speciale all’Associazione Meter, nella Giornata dei bambini vittime della violenza. Vi ringrazio per l’impegno con cui cercate di prevenire questi crimini. Tutti dobbiamo impegnarci affinché ogni persona umana, e specialmente i bambini, sia sempre difesa e protetta”. Anche il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha voluto inviare un telegramma a Mater: “La difesa dei minori rappresenta uno dei principali termometri del livello di civiltà e delle conquiste sociali conseguite da un Paese”. “Il fermo contrasto a tutte le forme di violenza e abuso nei confronti dei bambini – prosegue il Capo dello Stato – va condotto anzitutto dalla magistratura e dalle Forze ordine con severi mezzi di repressione. Ma non basta: come dimostra la meritoria attività dell’Associazione Meter, vanno mobilitati la società civile, il mondo della scuola e quello dei media”. “E’ necessario – conclude il Presidente Mattarella – uno straordinario impegno culturale per contrastare fenomeni di omertà, di passiva accettazione, di indifferenza”. “Mi associo – ha scritto a Don Di Noto il Segretario Generale Mons. Nunzio Galantino – all’appello accorato del Santo Padre a saper piangere come segno di vigilanza e di contrasto alla piaga degli abusi sui minori”. “La Chiesa italiana – ribadisce il numero due della Cei – è particolarmente sensibile a questa problematica, incoraggiando tutti coloro che, come Lei, si impegnano a far crescere con coraggio e tenacia la cura e la protezione dei bambini”.

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