Il papa ai vescovi lituani: “Dialogo” e attenzione alla famiglia
“Per un lungo periodo la Chiesa nel vostro Paese è stata oppressa da regimi fondati su ideologie contrarie alla dignità e alla libertà umana” e “oggi dovete confrontarvi con altre insidie, quali ad esempio il secolarismo e il relativismo”. Tuttavia, “accanto ad un annuncio instancabile del Vangelo e dei valori cristiani, non va dimenticato un dialogo costruttivo con tutti, anche con coloro che non appartengono alla Chiesa o sono lontani dall’esperienza religiosa”. Così papa Francesco ai vescovi lituani, questa mattina in Vaticano per la visita “ad limina”.
Dialogo, vocazioni e poveri tra i punti cardine dell’esortazione del Santo Padre; ma una grande attenzione è stata riservata alla famiglia, con l’invito a riflettere “sulla sua bellezza, sul suo valore, e sulle sfide che è chiamata ad affrontare nel nostro tempo”.
Bisogna “curare la pastorale familiare”, l’invito del papa ai presuli lituani: “così che i coniugi sentano la vicinanza della comunità cristiana e siano aiutati a “non conformarsi alla mentalità di questo mondo ma a rinnovarsi continuamente nello spirito del Vangelo” (cfr Rm 12,2)”. Infatti, ha aggiunto, “anche il vostro Paese, che ormai è entrato a pieno titolo nell’Unione Europea, è esposto all’influsso di ideologie che vorrebbero introdurre elementi di destabilizzazione delle famiglie, frutto di un mal compreso senso della libertà personale”. Ma “le secolari tradizioni lituane al riguardo vi aiuteranno a rispondere, secondo la ragione e secondo la fede, a tali sfide”.
“Abbiate cura che le comunità cristiane siano sempre luoghi di accoglienza, di confronto aperto e costruttivo, stimolo per l’intera società nel perseguimento del bene comune”, ha ricordato Bergoglio, senza dimenticare che “anche in Lituania, nonostante l’attuale sviluppo economico, ci sono tanti bisognosi, disoccupati, malati, abbandonati. Siate loro vicini. E non dimenticate quanti, soprattutto tra i giovani, per vari motivi lasciano il Paese e cercano di trovare una nuova strada all’estero. Il loro crescente numero e le loro esigenze richiedono attenzione e cura pastorale”.
