Papa Francesco: la miseria più pericolosa è la lontananza da Dio

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Una intera mattina di festa in Aula Paolo VI, testimonianze e preghiera per la Comunità Papa Giovanni XXIII. Anche se un’ombra è dovuta alla mancata presenza di Carmelo Musumeci, l’ergastolano che aveva chiesto di incontrare il Papa cui è stato negato il permesso dal Tribunale.

Eppure la storia della comunità fondata da don Oreste Benzi di cui si è aperta la causa di beatificazione, racconta di loro, i carcerati, gli ultimi, i poveri.

Come ha ricordato il Papa: “I vostri racconti parlano di schiavitù e di liberazione, parlano dell’egoismo di quanti pensano di costruirsi l’esistenza sfruttando gli altri e della generosità di coloro che aiutano il prossimo a risollevarsi dal degrado materiale e morale.”

Un mondo ferito da una miseria pericolosa: “la lontananza da Dio, la presunzione di poter fare a meno di Lui. Questa è la miseria cieca di considerare scopo della propria esistenza la ricchezza materiale, la ricerca del potere e del piacere e di asservire la vita del prossimo al conseguimento di questi obiettivi.”

Papa Francesco lo ha ricordato alle migliaia di persone presenti in aula. “E’ la presenza del Signore che segna la differenza tra la libertà del bene e la schiavitù del male, che può metterci in grado di compiere opere buone e di trarne una gioia intima, capace di irradiarsi anche su quelli che ci stanno vicino. La presenza del Signore allarga gli orizzonti, risana i pensieri e le emozioni, ci dà la forza necessaria per superare difficoltà e prove. Là dove c’è il Signore Gesù, c’è risurrezione, c’è vita, perché Lui è la risurrezione e la vita.”

Cosa può fare la fede? “Apre la porta della carità facendoci desiderare di imitare Gesù, ci incita al bene, fornendoci il coraggio per agire sull’esempio del Buon Samaritano.”

Il Papa ha ricordato che l’amore per gli ultimi di don Oreste “era radicato nell’amore a Gesù crocifisso, che si è fatto povero e ultimo per noi. La sua coraggiosa determinazione nel dare vita a tante iniziative di condivisione in diversi Paesi sgorgava dal fiducioso abbandono alla Provvidenza di Dio; scaturiva dalla fede in Cristo risorto, vivo e operante, capace di moltiplicare le poche forze e le risorse disponibili, come un tempo moltiplicò i pani e i pesci per sfamare le folle.”

Questa la chiave che don Oreste ha sperimentato con gli adolescenti: incontrare in modo “vitale e radicale” Gesù come” eroe e amico, mediante testimonianze di vita vissuta, che mostrassero in pienezza il messaggio cristiano, ma in modo gioioso e persino scherzoso.” E don Benzi ripeteva “per stare in piedi bisogna stare in ginocchio”.

L’invito del Papa è quello cdi Giovanni Paolo II: “curare la vostra formazione spirituale e l’assidua frequenza ai Sacramenti e a fare, in particolare, dell’Eucaristia il cuore delle Case-famiglia e di ogni altra attività sociale ed educativa .È da un cuore colmo dell’amore di Dio che sgorga la carità per i fratelli e le sorelle.”

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