Il Papa ai comunicatori cattolici: occorre parlare a tutta la persona

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Tre pensieri del Papa per la comunicazione cattolica.Li ha spiegati a qualche centinaio di dipendenti di TV2000, la TV della CEI, accompagnati dai familiari.

La comunicazione, dice il Papa, non deve essere stravolta: “Spesso la comunicazione è stata sottomessa alla propaganda, alle ideologie, a fini politici o di controllo dell’economia e della tecnica. Ciò che fa bene alla comunicazione è in primo luogo la parresia, cioè il coraggio di parlare con franchezza e libertà. Se siamo veramente convinti di ciò che abbiamo da dire, le parole vengono. Se invece siamo preoccupati di aspetti tattici, il nostro parlare sarà artefatto e poco comunicativo, insipido. La libertà è anche quella rispetto alle mode, ai luoghi comuni, alle formule preconfezionate, che alla fine annullano la capacità di comunicare. Risvegliare le parole: ecco il primo compito del comunicatore.”

Comunicare, dice il Papa non è riempire la gente di slogan che non dicono nulla, non è scaricare semplicisticamente tutto su un capro espiatorio o su un deus ex machina, ma cercare di approfondire e chiarire: “Correre subito alla soluzione, senza concedersi la fatica di rappresentare la complessità della vita reale, è un errore frequente dentro una comunicazione sempre più veloce e poco riflessiva.”


Il comunicatore, dice il Papa, deve alla persona nella sua interezza. E qui il Papa elenca i peccati dei media: “la disinformazione, la calunnia e la diffamazione. La disinformazione, in particolare,spinge a dire la metà delle cose, e questo porta a non potersi fare un giudizio preciso sulla realtà. Una comunicazione autentica non è preoccupata di “colpire”: l’alternanza tra allarmismo catastrofico e disimpegno consolatorio, due estremi che continuamente vediamo riproposti nella comunicazione odierna, non è un buon servizio che i media possono offrire alle persone. Occorre parlare alle persone intere.”

Il Papa conclude con la sintesi della sua riflessione: “ Risvegliare le parole, aprire e non chiudere, parlare a tutta la persona rende concreta quella cultura dell’incontro, oggi così necessaria in un contesto sempre più plurale. Ciò richiede di essere disposti non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri.”

Alla fine anche un riferimento alla “fase di ripensamento e riorganizzazione della vostra professionalità al servizio della Chiesa”  e  un incoraggiamento per la collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano.

All’inzio della udienza il Papa ha salutato con affetto Lucio Brunelli direttore delle news di TV2000 e assente perchè ricoverato di urgenza. I due sono amici di lunga data.

E anche scherzato sul suo ritardo e su una “gelosia” per la udienza già concessa al gruppo Aeranti Corallo che riunisce le tv cattoliche italiane.

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