Papa Francesco: la missione è gioia dell’ annuncio

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Chiesa in uscita ma senza proselitismo. Il Papa lo ripete ai missionari che hanno partecipato al Convegno promosso dai vescovi italiani. “Una Chiesa missionaria non può che essere “in uscita”, che non ha paura di incontrare, di scoprire le novità, di parlare della gioia del Vangelo. A tutti, senza distinzioni. Non per fare proseliti, ma per dire quello che noi abbiamo e vogliamo condividere senza forzare verso tutti, senza distinzione.” Il Papa ha raccontato alcune delle sue esperienze dirette: “Ogni mattina alla Messa a Santa Marta trovo uno, due, tre che vengono da lontano: “Io sono tanti anni che lavoro in Amazzonia, che lavoro in Africa, che lavoro…” Ma tanti preti, tante suore, tanti laici fidei donum. Voi avete questo nel sangue! E’ una grazia di Dio. Dovete conservarlo, farlo crescere e darlo in eredità alle nuove generazioni di cristiani.”

Il grazie del Papa è andato a tutti. “Vedo con gioia assieme a vescovi e sacerdoti tanti laici. La missione è compito di tutti i cristiani, non solo di alcuni. È compito anche dei bambini!”

Poi ancora il Papa ha ricordato la necessità di spingere nelle “periferie” dell’umanità e “ superare la tentazione di parlarci tra noi dimenticando i tanti che aspettano da noi una parola di misericordia, di consolazione, di speranza.”  Infine un ricordo speciale per i martiri che “ci indicano che la vittoria è solo nell’amore e in una vita spesa per il Signore e per il prossimo, a partire dai poveri.”

Non solo poveri in senso materiale, spiega il Papa. “ Uscire è non rimanere indifferenti alla miseria, alla guerra, alla violenza delle nostre città, all’abbandono degli anziani, all’anonimato di tanta gente bisognosa e alla distanza dai piccoli. Uscire e non tollerare che nelle nostre città cristiane ci siano tanti bambini che non sanno farsi il segno della croce. Questo è uscire. Uscire è essere operatori di pace, quella “pace” che il Signore ci dona ogni giorno e di cui il mondo ha tanto bisogno. I missionari non rinunciano mai al sogno della pace, anche quando vivono nelle difficoltà e nelle persecuzioni, che oggi tornano a farsi sentire con forza.”

E ricordando due parroci del Medio Oriente il Papa ha concluso: “erano gioiosi nel servizio a questa gente. Soffrivano per quello che succedeva, ma avevano la gioia del Vangelo.”

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