Papa Francesco: ‘Il Pastore non sia autoritario’

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“Guai se un vescovo, un sacerdote o un diacono pensassero di sapere tutto, di avere sempre la risposta giusta per ogni cosa e di non avere bisogno di nessuno. Al contrario, la coscienza di essere lui per primo oggetto della misericordia e della compassione di Dio deve portare un ministro della Chiesa ad essere sempre umile e comprensivo nei confronti degli altri”. Parola di Papa Francesco, stamane, nel corso della consueta udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro.

“Pur nella consapevolezza di essere chiamato a custodire con coraggio il deposito della fede – ha aggiunto il Pontefice – il pastore si metterà in ascolto della gente. E’ cosciente, infatti, di avere sempre qualcosa da imparare, anche da coloro che possono essere ancora lontani dalla fede e dalla Chiesa. Con i propri confratelli, poi, tutto questo deve portare ad assumere un atteggiamento nuovo, improntato alla condivisione, alla corresponsabilità e alla comunione. Questa consapevolezza è davvero importante e costituisce una grazia da chiedere ogni giorno! Infatti, un Pastore che è cosciente che il proprio ministero scaturisce unicamente dalla misericordia e dal cuore di Dio non potrà mai assumere un atteggiamento autoritario, come se tutti fossero ai suoi piedi e la comunità fosse la sua proprietà, il suo regno personale”. Il Papa ha poi ricordato che “accoglienza, sobrietà, pazienza, mitezza, affidabilità , bontà di cuore sono la grammatica di base di ogni ministero, devono essere la grammatica di base di ogni vescovo, presbitero, diacono”.

Parlando in spagnolo Francesco ha espresso particolare vicinanza “in questo momento doloroso della sparizione dei ragazzi messicani che ora sappiamo assassinati” a causa della “realtà drammatica di tutta la criminalità che esiste, legata al commercio e al traffico di droga”. Nello stesso tempo il Papa ha anche voluto ricordare l’accordo di pace tra Argentina e Cile. “Si fece grazie alla volontà di dialogo: solo quando c’è dialogo, solo quando c’è volontà di dialogo si possono risolvere le controversie. Rivolgiamo anche un pensiero grato a san Giovanni Paolo II e al cardinale Samorè”, artefici dell’accordo di pace.

Prima di concludere l’udienza Papa Bergoglio ha rivolto un nuovo appello contro la persecuzione a cui sono sottoposte alcune comunità cristiane. “Con grande trepidazione – ha detto il Papa – seguo le drammatiche vicende dei cristiani che in varie parti del mondo sono perseguitati e ccisi a motivo del loro credo religioso. Sento il bisogno di esprimere la mia profonda vicinanza spirituale alle comunità cristiane duramente colpite da una assurda violenza che non accenna a fermarsi, mentre incoraggio i Pastori e i fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza”. Hanno diritto – ha concluso Francesco – di trovare nei propri Paesi sicurezza e serenità, professando liberamente la nostra fede”.

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