I vescovi europei ad Atene per parlare di Vangelo e comunicazione

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E‘ con una relazione su Quattro criteri ermeneutici (=interpretazione) di Evangelii Gaudiumapplicati alla comunicazione che  Mons. José Ignacio Munilla Aguirre, vescovo di San Sebastián (Spagna) e Presidente della Commissione CCEE delle Comunicazioni Sociali, ha aperto ieri pomeriggio l’incontro dei vescovi responsabili delle comunicazioni sociali delle Conferenze episcopali in Europa che s’incontrano insieme ai loro esperti ad Atene.

Per il vescovo Munilla, Papa Francesco ci propone nella Evangelii Gaudium quattro criteri interpretativi che possono aiutare i cristiani a discernere il modo di illuminare alla luce del Vangelo le realtà sociali. Essi sono chiaramente inseriti nel messaggio di Papa Francesco per la 48° Giornata Mondiale della Comunicazione sociale intitolatoComunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro


Per il vescovo Munilla, il primo criterio è riassumibile nella formula il tempo è superiore allo spazio. “Uno dei principali mali che affligge la comunicazione nei nostri giorni – afferma il vescovo spagnolo – è la divinizzazione della immediatezza. Spesso si pretende di raggiungere una comprensione della realtà in una forma tanto semplificata quanto riduzionista. Si rinuncia ad un avvicinamento pacato all’esistenza, che è necessario alla comprensione oggettiva delle molteplici sfumature della realtà. In definitiva, la buona comunicazione richiede pazienza”. Per Munilla, bisogna “scommettere sul tempo” piuttosto che sui limiti dello spazio in quanto ciò “permette di dare la priorità ai “processi”, superando la tentazione dello immediato, legata alla tentazione di cercare un tornaconto facile, rapido ed effimero”.


Il secondo criterio individuato è: l’unità prevale sul conflitto. Il Presidente della Commissione CCEE spiega come per il cristiano ciò significhi “porsi di fronte al conflitto in modo costruttivo”: accettandolo, risolvendolo e trasformandolo “in un anelito verso un futuro migliore”.  Rapportato all’ambito della comunicazione, questo criterio esige “capacità d’ascolto delle posizioni critiche, capacità di discernimento, capacità di empatia, e fede nella verità che fa possibile l’unità”. Per il vescovo Munilla, “la testimonianza cristiana non si fa con il bombardamento di messaggi religiosi, ma con la volontà di donare se stessi agli altri”.


Il terzo criterio è: la realtà è più importante dell’idea. Il vescovo Munilla fa notare come esiste “una tensione bipolare” fra l’idea e la realtà ed è necessario instaurare fra le due “un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà”. Rapportato alla comunicazione questo criterio indica come “la realtà è più importante dell’idea”,  e il buon comunicare “è farsi prossimo”…”richiede amore al prossimo”. Per Munilla, “parlare del prossimo senza amarlo non è comunicazione, ma ben altro”.

Infine, il vescovo spagnolo riassume il quarto criterio nella formula: il tutto è superiore alla parte. Per il presidente della Commissione CCEE, Papa Francesco ha spesso sottolineato le grandi opportunità della globalizzazione e della comunicazione, ma nello stesso tempo ci avverte con altrettante frequenza del rischio che il ricorso a quello che è globale possa distoglierci da quello che è vicino. Per il vescovo Munilla quindi “non si dev’essere troppo ossessionati da questioni limitate e particolari. Bisogna sempre allargare lo sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti noi. Però occorre farlo senza evadere, senza sradicamenti. Si lavora nel piccolo, con ciò che è vicino, ma con una prospettiva più ampia”. Rapportato alla comunicazione, questo quarto criterio esorta ad avere “una visione di globalità, ma accompagnata dalla necessaria concretezza in quello che è piccolo, vicino e semplice”.

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