Il papa saluta Manuela

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E’ appena scesa la sera e le luci della basilica di San Pietro si sono accese, l’auto del papa arriva davanti alla chiesetta di santo Stefano degli Abissini. Ma nessuno applaude o grida “viva il papa”. Stiamo tutti pregando. Davanti all’altare c’è la bara semplice e discreta di Manuela Camagni. Si è appena conclusa la recita del Rosario.

A guidarla don Julian Carron,la guida di Comunione e Liberazione, il movimento cui Manuela come Memores Domini aveva dedicato la vita nella scelta della verginità.  Ci sono i familiari, il fratello e altri, ci sono Loredana, Cristina e Carmela, le altre Memores che si prendono cura dell’ appartamento papale, ci sono tanti della comunità di CL, c’è gente del Vaticano che incrociava spesso il suo sorriso sereno. Il papa entra accompagnato da don Georg e don Alfred, i segretari e da suor Christine che accompagna Georg Ratziger quando è a Roma. Insomma dalla famiglia. Si ferma solo a salutare Angelo Gugel per anni al fianco di Giovanni Paolo II e ancora vicino a Benedetto XVI. Per alcuni minuti, in ginocchio, prega in silenzio. Poi si canta il De profundis. Il papa recita una preghiera per i defunti, il Padre Nostro e l’ Ave Maria. Monsignor Guido Marini, che ha seguito la breve liturgia, chiude il libro delle preghiere e il papa saluta i familiari di Manuela. Con lo stesso raccoglimento dell’arrivo Benedetto XVI lascia la chiesa. Sono momenti intensi per tutti. Qualcuno piange, molti si rimettono a pregare in ginocchio. Fuori è scesa la notte e il vento freddo fa ondeggiare gli alberi. Il papa torna al suo lavoro, deve incontrare il cardinale Levada come sempre il venerdì pomeriggio. Ma c’è da essere certi che lunedì pomeriggio, nella chiesa di San Pietro in Bagno, in Romagna dove si svolgono i funerali di Manuela, ci sarà anche il cuore del papa. E pensare che proprio lunedì 29 novembre Manuela avrebbe festeggiato i trenta anni di vita come Memores Domini. 

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