Il papa a Fatima: chi veglia con il cuore desto in preghiera?

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Splende il sole sulla spianata del santuario di Fatima. In Portogallo e in tutto il mondo oggi si celebrano i 93 anni delle apparizioni di Maria a tre fanciulli . Due sono già beati, e la terza, quella Suor Lucia cui è stato affidato il compito si aiutare la Chiesa a comprender il messaggio della Madonna, lo sarà presto. A celebrare la messa è il papa, il terzo che visita il santuario, il teologo che ha “commentato” teologicamente il “segreto” il messaggio di Maria. E oggi ai cinquecento mila fedeli sulla spianata dice: Fatima e’ la “‘casa’ che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni” e “si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. Dieci anni fa in questo santuario Giovanni Paolo II beatificava Giacinta e Francesco, qualche anno prima la “ mano invisibile “ di Maria gli aveva salvato la vita. E oggi ecco il suo successore e “amico fidato”, continua a leggere la storia alla luce di quel “ segreto”.

“L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte- dice nella omelia della messa- ma non riesce ad interromperlo” ed elenca i mali che fanno soffrire la Chiesa. “Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami piu’ santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo – ha aggiunto -, e’ venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo”. E continua a chiedere: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorra’ mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli e’ offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?” Benedetto XVI ha ripetuto davanti alla Madonna le parole dei pastorelli: “Sono venuto a Fatima, con gli stessi sentimenti dei beati Francesco e Giacinta e della serva di Dio Lucia, per affidare alla Madonna l’intima confessione che ‘amo’, che la Chiesa, che i sacerdoti ‘amano’ Gesu’ e desiderano tenere fissi gli occhi in Lui”.

I pastorelli hanno avuto una “intima conoscenza” di Dio, ma tutti sono chiamati a vivere la stessa “esperienza di grazia” che li ha resi “innamorati di Gesu'”. Dio stesso – spiega il Papa – “ha il potere di arrivare fino a noi, in particolare mediante i sensi interiori”. Anzi, “quella Luce nell’intimo dei Pastorelli e’ la stessa che si e’ manifestata nella pienezza dei tempi ed e’ venuta per tutti: il Figlio di Dio fatto uomo”. Dunque “la nostra speranza ha fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: e’ Gesu’ di Nazaret”.Unica condizione – sottolinea il Papa – e’ “una vigilanza interiore del cuore che, per la maggior parte del tempo, non abbiamo a causa della forte pressione delle realta’ esterne e delle immagini e preoccupazioni che riempiono l’anima”. Infatti “chi ha tempo per ascoltare la sua parola e lasciarsi affascinare dal suo amore? Chi veglia, nella notte del dubbio e dell’incertezza, con il cuore desto in preghiera? Chi aspetta l’alba del nuovo giorno, tenendo accesa la fiamma della fede?” Ecco allora l’esempio dei pastorelli, testimoni di “un amore che si sacrifica per gli altri”.

Essi “hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio. La Madonna li ha aiutati ad aprire il cuore all’universalita’ dell’amore”, e ancora oggi continua a chiedere: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorra’ mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli e’ offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?”. Al termine della celebrazione eucaristica il papa ha salutato i malati , che qui, come in tutti santuari mariani , vengono pellegrini ricorda :agli occhi di Dio hai un valore così grande da essersi Egli stesso fatto uomo per poter com-patire con l’uomo, in modo molto reale, in carne e sangue, come ci viene dimostrato nel racconto della Passione di Gesù.” È un messaggio di gioia, di speranza con il quale, dice il papa “potrai uscire dalle sabbie mobili della malattia e della morte e rimanere in piedi sulla salda roccia dell’amore divino.” E questo perché “le sorgenti della potenza divina sgorgano proprio in mezzo alla debolezza umana. E’ il paradosso del Vangelo.”

Poi i saluti in tutte le lingue e la visita, commossa e privata, alle tombe dei pastorelli all’ interno della basilica consacrata nel 1953. Dopo il pranzo con i vescovi del Portogallo nella Casa “ Nossa Senhora do Carmo”, il papa nel pomeriggio incontra le organizzazioni della pastorale sociale che in Portogallo si occupano del 70 per cento del welfare nazionale.

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