Papa Francesco: ciò che salva la Chiesa non sono le qualità degli uomini ma la loro fede

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É la fiducia in Dio che salva l’uomo. Il Papa lo spiega prima di recitare l’ Angelus con i fedeli Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana. Una spiegazione del Vangelo di oggi che racconta l’episodio di Gesù che cammina sulle acqua e di Pietro che rischia di affogare perchè non ha coraggio. “Nella voce di Gesù che gli dice: «Vieni!»,- spiega il Papa- lui riconosce l’eco del primo incontro sulla riva di quello stesso lago, e subito, ancora una volta, lascia la barca e va verso il Maestro. E cammina sulle acque! La risposta fiduciosa e pronta alla chiamata del Signore fa compiere sempre cose straordinarie. Invece Pietro comincia ad affondare nel momento in cui distoglie lo sguardo da Gesù e si lascia travolgere dalle avversità che lo circondano. Ma il Signore è sempre lì, e quando Pietro lo invoca, Gesù lo salva dal pericolo. Nel personaggio di Pietro, con i suoi slanci e le sue debolezze, viene descritta la nostra fede: sempre fragile e povera, inquieta e tuttavia vittoriosa, la fede del cristiano cammina incontro al Signore risorto, in mezzo alle tempeste e ai pericoli del mondo.”

E poi il Papa parla della immagine della barca sulla quale sale Gesù. La Chiesa è quella barca. E quando “su quella barca risale Gesù, il clima subito cambia: tutti si sentono uniti nella fede in Lui. Tutti piccoli e impauriti, diventano grandi nel momento in cui si buttano in ginocchio e riconoscono nel loro maestro il Figlio di Dio.” Una immagine efficace della Chiesa “una barca che deve affrontare le tempeste e talvolta sembra sul punto di essere travolta. Quello che la salva non sono le qualità e il coraggio dei suoi uomini, ma la fede, che permette di camminare anche nel buio, in mezzo alle difficoltà. La fede ci dà la sicurezza della presenza di Gesù sempre accanto, della sua mano che ci afferra per sottrarci ai pericoli.”

Nel cuore del Papa le vittime della persecuzione in Iraq: “ci lasciano increduli e sgomenti le notizie giunte dall’Iraq: migliaia di persone, tra cui tanti cristiani, cacciati dalle loro case in maniera brutale; bambini morti di sete e di fame durante la fuga; donne sequestrate; violenze di ogni tipo; distruzione di patrimoni religiosi, storici e culturali. Tutto questo offende gravemente Dio e l’umanità. Non si porta l’odio in nome di Dio! Non si fa la guerra in nome di Dio!” Poi un lungo silenzio per la preghiera personale. E il grazie per “coloro che, con coraggio, stanno portando soccorso a questi fratelli e sorelle, e confido che una efficace soluzione politica a livello internazionale e locale possa fermare questi crimini e ristabilire il diritto.”

E ha ricordato di aver nominato Cardinale Fernando Filoni come suo inviato. Il pensiero del Papa è andato a Gaza, alle vittime innocenti, e alla vittime del virus Ebola, infine il Papa ha chiesto preghiere per il suo prossimo viaggio in Corea.

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