Papa Francesco ai ministranti tedeschi: servono regole per vivere bene la libertà

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Sono importanti i ministranti tedeschi, 50 mila per i quali il Papa per la prima volta parla in tedesco. Sono ragazzi che rappresentano i 400 mila che in Germania stano dando vita ad una nuova generazione di giovani cattolici. E periodicamente arrivano a Roma per un pellegrinaggio che concludono con il Papa. Nella piazza assolata di un pomeriggio di agosto hanno recitato i vespri della Festa della dedicazione di Santa Maria Maggiore, recitato il Magnificat a più voci, cantato in latino e tedesco, e ascoltato il Papa. Dio ci dimostra che è il Padre buono, e lo fa attraverso la incarnazione del figlio- dice il Papa: “Attraverso quest’uomo concreto di nome Gesù possiamo capire ciò che Dio veramente intende. Egli vuole persone umane libere, perché si sentono sempre protette come figli di un buon Padre.
Per realizzare questo disegno, Dio ha bisogno soltanto di una persona umana. Ha bisogno di una donna, una madre, che metta al mondo il Figlio. Lei è la Vergine Maria, che onoriamo con questa celebrazione vespertina. Maria fu totalmente libera. Nella sua libertà ha detto di “sì”. Lei ha fatto il bene per sempre. Così ha servito Dio e gli uomini.” Poi tre ragazzi rivolgono tre domande al Papa. In tedesco.

Santo Padre, nell’autunno dell’anno scorso Lei ha pubblicato l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, in cui ha anche ricordato l’«urgenza» che i giovani «abbiano un maggiore protagonismo» nella vita della Chiesa. Come possono i giovani, secondo Lei, avere un maggiore protagonismo, e che cosa si aspetta la Chiesa dai ministranti?

Santo Padre, mi piace molto essere ministrante. Ma a volte non è tanto facile esserlo. Certe domeniche preferirei fare una bella dormita, altre volte ho impegni d’altro genere, per esempio un’attività sportiva o suonare uno strumento, e comunque sia la mia decisione mi ritrovo ad avere un po’ di rimorso. Alcuni dei miei amici, poi, non capiscono perché io sia ministrante, mi prendono in giro o sono risentiti con me perché magari a causa di questo impegno non ho tempo per qualcos’altro. Mi può dare un consiglio per gestire questa situazione?

Santo Padre, il motto del pellegrinaggio recita: “Liberi! Perciò è permesso fare del bene”. Si riferisce al passo del Vangelo in cui Gesù guarisce l’uomo con la mano inaridita, in modo che possa letteralmente “riprendere in mano” la sua vita. In quel passo Gesù rimanda al cuore del sabato: Dio ci fa liberi affinché facciamo del bene nella nostra vita e nel nostro ambiente. Nel mio quotidiano spesso ruota tutto intorno a regole, a scuola o nella formazione professionale, con i miei genitori e anche nella Chiesa. Come sperimentare nella mia vita che la fede significa libertà?

Come posso vivere davvero questa libertà?

Il Papa li saluta in tedesco poi passa all’italiano. “Il mondo ha bisogno di persone che testimonino agli altri che Dio ci ama, che è nostro Padre. Nella società, tutti gli individui hanno il compito di mettersi al servizio del bene comune” e noi discepoli dobbiamo “essere “canali” che trasmettono l’amore di Gesù.” Ecco il compito: parlare di Gesù ai vostri coetanei. “Tanti ragazzi e giovani della vostra età hanno un immenso bisogno di qualcuno che con la propria vita dica loro che Gesù ci conosce, ci ama, ci perdona, condivide con noi le nostre difficoltà e ci sostiene con la sua grazia.” Occorre amare e conoscere Gesù e il consiglio del Papa è semplice: “il Vangelo che ascoltate nella liturgia, rileggetelo personalmente, in silenzio, e applicatelo alla vostra vita; e con l’amore di Cristo, ricevuto nella santa Comunione, potrete metterlo in pratica. Il Signore chiama ognuno di voi a lavorare nel suo campo; vi chiama ad essere gioiosi protagonisti nella sua Chiesa, pronti a comunicare ai vostri amici ciò che Lui vi ha comunicato, specialmente la sua misericordia e la sua tenerezza.”

Organizzarsi, dice il Papa, per voi è facile: “voi siete tedeschi, e questo vi viene bene!” Non perdete tempo in cose futili “il chattare in internet o con i telefonini, le “telenovele”, i prodotti del progresso tecnologico, che dovrebbero semplificare e migliorare la qualità della vita, e talvolta distolgono l’attenzione da quello che è realmente importante. Tra le tante cose da fare nella routine quotidiana, una delle priorità dovrebbe essere quella di ricordarsi del nostro Creatore che ci consente di vivere, che ci ama, che ci accompagna nel nostro cammino.”

Il dono più grande di Dio: la libertà! “Se non è esercitata bene però, la libertà ci può condurre lontani da Dio, può farci perdere la dignità di cui Lui ci ha rivestiti. Per questo sono necessari degli orientamenti, delle indicazioni e anche delle regole, tanto nella società quanto nella Chiesa, per aiutarci a fare la volontà di Dio, vivendo così secondo la nostra dignità di uomini e di figli di Dio. Quando non è plasmata dal Vangelo, la libertà può trasformarsi in schiavitù: la schiavitù del peccato.” Non usate male la vostra libertà, dice il Papa: “Se seguirete Gesù e il suo Vangelo, la vostra libertà sboccerà come una pianta in fiore, e porterà frutti buoni e abbondanti! Troverete la gioia autentica, perché Lui ci vuole uomini e donne pienamente felici e realizzati. Solo aderendo alla volontà di Dio possiamo compiere il bene ed essere luce del mondo e sale della terra!”

Il modello è Maria “lei, la nostra Madre, vi aiuti ad essere, nella Chiesa e nella società, protagonisti del bene e operatori di pace, ragazzi e giovani pieni di speranza e di coraggio.” I cinquanta mila ragazzi che con entusiasmo e pazienza hanno invaso dolcemente Roma in questi giorni hanno salutato il Papa con una grande ola, e con il lancio di grandi palloni con scritto: “ frei” liberi, liberi di fare del bene, di amare, di essere cattolici.

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