Archeologia e fede sono di casa a Cimitile

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Era il 1992, a fine maggio Giovanni Paolo II visita Nola, Caserta e Capua. Il Papa incontra il mondo del lavoro, i ragazzi in difficoltà, i fedeli, la gente di un terra che ha una storia antica e ricca. E si ferma a Cimitile, nel complesso di basiliche che custodisce la memoria di Felice, vescovo e santo. Il Papa si inginocchia e prega con intensità. Sembra scorrere quelle pagine di storia che hanno fatto grande Nola e Cimitile, il cimitero antico di Nola, Felice e Paolino, uno dei Padri della Chiesa che qui venne a venerare il santo Felice.

Oggi Cimitile è parte di Nola, e da otto anni, nell’ambito di una manifestazione organizzata dalla Fondazione Cimitile che organizza un premio letterario, si celebra un convegno di studi di archeologia cristiana che porta a Nola e Santa Maria Capua Vetere, studiosi da tutto il mondo.

Ad organizzare il convegno, ottima occasione per i giovani della zona di entrare in contatto con una realtà culturale di ampio respiro, sono Carlo Ebanista dell’ Università del Molise e Marcello Rotili della Seconda Università di Napoli. Sono loro a permettere alla storia cristiana di Cimitile e Nola di arrivare oltre i confini della regione.

Cimitile ha una storia millenaria. La zona è abitata dagli Ausoni, dagli Osci, dai Sanniti, Nola nasce dalla cultura greca e sotto il dominio romano diventa importante e centrale. Cimitile è il luogo cimiteriale. Con l’editto dì Costantino del 313 d.C., la città dei morti diventa la città dei Santi e quelle che un tempo erano cappelle diventano basiliche. Molto nota è la basilica dal Santissimo Patrono S. Felice in Pincis, molto famoso per le sue qualità taumaturgiche. Il complesso basilicale raggiunge però il suo massimo splendore dopo le nuove costruzioni sacre, volute da S.Paolino, devoto del Patrono.

Non molti sanno però che è proprio qui che nascono le campane. La presenza di una fonderia nei pressi delle basiliche fa pensare che sia stata proprio di S.Paolino l’idea di erigere un campanile con le “nolae” (campane).

Con le invasioni barbariche Nola viene distrutta e Cimitile devastata, ma i pellegrinaggi continuano. Il nome sembra sparire dietro un toponimo arabo “GIBITIRAH”(cimitero).  Poi dal mille la città entra nel territorio del ducato di Napoli e da allora ne segue le sorti, spagnoli, Borboni, italiani, la piaga del brigantaggio. Nel 1884, ad opera della marchesa di Rende, iniziano i lavori di rilevamento e restauro delle basiliche paleocristiane; sul finire del l9° secolo venne fornita acqua ed energia elettrica agli abitanti di Cimitile, ma l’eruzione dell’8 aprile 1906 costrinse gli abitanti a rifugiarsi nei paesi vicini.

Poi le vicende italiane, le guerre e la città manda i suoi figli a morire per l’ Italia. Dopo la Secondo Guerra Mondiale si riprendono i lavori per recuperare al meglio le basiliche. La visita del Papa è quasi un suggello di questa nuova vita del complesso. Giovanni Paolo II non è certo il primo Papa a visitare il  “Coemeterium” dell’antica Nola. Nell’anno 368 anche papa Damaso vi si reca pellegrino. La “Città Santa” di Cimitile racchiude in sé circa ventidue secoli di storia, a partire dagli albori del cristianesimo in Campania fino ad oggi; adesso è senza dubbio uno dei più affascinanti esempi d’arte paleocristiana in Italia. E da qui nasce il convegno che da 7 anni racconta luoghi e storia e fa conoscere Cimitile e il suo complesso basilicale nel mondo.

Nell’edizione 2014 Giuseppe Vecchio della Soprintendenza per i Beni archeologici di Napoli ha parlato della Cripta del Duomo di San Felice con lo studio della primitiva sepoltura del martire, Olof Brandt del Pontificio Istituto di archeologia Cristiana  ha riproposto il tema spinoso della datazione del battistero del Duomo di Napoli.

Nuovi scavi in diverse zone della Campania sono stati presentati dalla Soprintendenza di Napoli e dalla Calabria grazie a Margherita Corrado è arrivata la interessate riscoperta degli scavi che negli anni tra i ’60 e i ’70 avevano portato alla luce una chiesa di stile bizantino del VI secolo. Oggi lo scavo è stato ricoperto, ma si pensa che si potrebbero riprendere i lavori per indagare la esistenza di un episcopio.

Anche dal Beneventano e dalla zona di Salerno sono arrivate notizie di scavi recenti.

E l’archeologia si è mischiata alla storia con le relazioni di Gabriele Archetti e Francesca Stroppa della Università cattolica di Milano che hanno presentato la storia degli eremiti lombardi nella tarda antichità. Dalla Duke University grazie alla relazione di Carolin Bruzelius uno studio sulla strutture economiche dei frati mendicanti. Spazio anche per la vita delle comunità lontane dall’ Italia, come i Paesi Scandinavi grazie a Vasco La Salvia e Marco Valenti delle Università di Chieti e Siena.

Molte altre le relazioni dedicate anche alla musealizzazione della cripta del Duomo di Benevento o di aree cimiteriali mediovali che ci raccontano il tipo di vita che l’uomo del tardo antico e dell’alto medioevo conduceva in Europa.

I testi del Convegno saranno presto riportati negli atti che ogni anno vengono pubblicati regolarmente dalla Tavolario Edizioni e curati da Carlo Ebanista e Marcello Rotili.

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