Papa Francesco: ‘La Chiesa è e continui ad essere una madre’

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Un discorso a braccio, a 360 gradi quello che pronunciato stasera dal Papa in apertura del convegno della diocesi di Roma. Francesco ha immediatamente espresso il concetto della ‘società dell’orfananza’

La nostra – ha osservato con una certa amarezza – ‘è la società degli orfani, senza memoria di famiglia perchè per esempio i nonni sono allontanati in casa di riposo, senza affetto di oggi, o un affetto troppo di fretta, papà e mamma sono stanchi e vanno a dormire e loro rimangono stanchi, orfani di gratuità , di quella gratuità del papà e della mamma che sanno perdere il tempo per giocare con i figli, abbiamo bisogno di senso di gratuità nelle famiglie e nelle parrocchie’.

Di fronte ad una società come quella contemporanea la Chiesa deve raccogliere la sfida dell’accoglienza. ‘La sfida della Chiesa oggi – ha spronato il Papa – è diventare madre, non una ong ben organizzata con tanti piani pastorali, ne abbiamo bisogno, ma quello non è l’essenziale, quello è un aiuto alla maternità della Chiesa. La Chiesa se non è madre diventa una zitella e non è feconda, e non dobbiamo chiamarla nonna Chiesa ma dobbiamo ringiovanirla senza ricorrere al medico per operazioni di cosmesi’. La Chiesa – ha aggiunto – diventa più giovane quanto più diventa madre, serve un cammino di conversione pastorale missionaria: abbiamo la grazia e il coraggio di farlo; cambiare la nostra vita e anche l’anima. Riscoprire l’Identità di un popolo che sa generare figli, che non è sterile. Come Chiesa se non sappiamo generare vuol dire che qualcosa non funziona’.

L’accoglienza deve pertanto fare rima con gratuità, ed il Pontefice lo ha ribadito chiaramente ancora una volta. Usando parole nette. ‘La gente in Chiesa trova la segretaria che dice che per fare le cose bisogna pagare, bisogna compilare i moduli’ e questo non corrisponde alla gratuità poiché ‘vendere i sacramenti non significa accogliere ma chiudere la porta’.

Papa Francesco si è rivolto direttamente ai parroci, invitandoli a non essere impazienti. ‘Un parroco impaziente – ha ammonito – non fa bene’, ma immediatamente Papa Bergoglio ha ricordato che ‘è più facile fare il vescovo che il parroco perché noi vescovi abbiamo sempre la possibilità di difenderci dietro il sua eccellenza. Ma quando fai il parroco, e quando vengono a chiacchierare le cosiddette ragazze della Caritas contro quelle della catechesi non puoi difenderti. La Chiesa italiana è tanto forte grazie ai parroci che dormivano col telefono sul comodino. Nessuno moriva senza i sacramenti. Oggi continuano a farlo, con altri mezzi di comunicazione. E’ la pastorale della vicinanza. La Chiesa madre. Diciamo ai parroci quello che Elisabetta ha detto a Maria: Sei felice perchè hai creduto’.

Il Papa ha poi tracciato un programma per la Chiesa. Nel presente – ha detto – servono accoglienza e e tenerezza, per il futuro speranza e pazienza. Soprattutto in un mondo in cui ad esempio ‘quasi il 40% dei giovani italiani è senza lavoro e 75 milioni di giovani europei dai 25 anni o ancora più piccoli non hanno lavoro’. ‘Questa cultura lascia i ragazzi orfani, rinnega i giovani disoccupati. E noi come Chiesa siamo un popolo che vuol far crescere i figli con la certezza di avere un padre e una madre’.

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