Pio X, santo e riformatore

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È passato alla storia per il suo Catechismo e per la condanna del Modernismo. Una Giornata di studi intende adesso tratteggiare i principi e gli orientamenti pastorali di San Pio X a un secolo dalla morte, avvenuta nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1914, pochi giorni dopo lo scoppio della prima Guerra mondiale. Promossa dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, con il titolo “San Pio X – Un Papa riformatore di fronte alle sfide del nuovo secolo”, si terrà giovedì 12 giugno a Roma presso l’Aula a lui intitolata in via della Conciliazione.

Nato a Riese (Treviso) il 2 giugno 1835, prima di sedere sul soglio di Pietro, Giuseppe Melchiorre Sarto ha percorso tutte le tappe del servizio ecclesiastico: fu cappellano di Tombolo, il suo primo incarico dopo l’ordinazione ricevuta il 29 novembre 1858, poi parroco a Salzano nel 1867, canonico e cancelliere della curia vescovile di Treviso nel 1875, vescovo di Mantova nel 1884, quindi cardinale il 12 giugno 1893 e patriarca di Venezia il 15 giugno seguente.

Alla morte di Leone XIII, il 20 luglio 1903, si svolse uno dei Conclavi più drammatici della storia, a causa del veto imperiale contro il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, segretario di Stato e candidato naturale alla successione, ritenuto però dal governo asburgico un continuatore della politica di sostegno dei cristiano-sociali in Austria e Ungheria e favorevole alle aspirazioni indipendentiste degli Slavi nei Balcani. “La nostra giornata di studio offrirà delle informazioni inedite – anticipa padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, presentando l’iniziativa presso la Sala Stampa della Santa Sede –, perché recentemente sono state rinvenute negli archivi della diocesi di Cracovia le carte personali del cardinale Jan Puzyna, latore dell’‘esclusiva’ imperiale”. Fu l’ultima volta in cui venne esercitata “l’esclusiva” di un governo cattolico nei confronti di un papabile sgradito. Il patriarca Sarto, eletto Papa il 9 agosto 1903, stabilì il 20 gennaio 1904 che nessun potere laico esterno potesse opporre un veto nell’elezione del Pontefice.

Pio X “fu essenzialmente un pastore d’anime” ritiene padre Ardura, che aggiunge: “Tutti i suoi impegni nel campo ecclesiale e nel campo sociale erano dettati da un realismo pastorale, orientato verso il rinnovamento della vita cristiana delle persone e delle comunità”. Rimane però “un Papa ancora poco conosciuto e soprattutto mal conosciuto”, in quanto “l’importanza assunta dalla crisi modernista nelle mentalità e nella storiografia del secolo XX ha considerevolmente offuscato l’immensa opera compiuta da San Pio X”. Suo segretario di Stato fu il cardinale Merry del Val, “con il quale si dedicò ad una riaffermazione dei diritti della Chiesa e ad un’azione pastorale destinata a promuovere e ristabilire l’ordine sociale secondo il volere di Dio”. “In un ambiente segnato dai progressi del liberalismo, del socialismo materialista e di uno scientismo che negava ogni realtà fuori dall’esperienza e della verifica delle scienze sperimentali – prosegue Ardura – Pio X sventò ogni tentativo di avviare un compromesso tra i cattolici e la nuova cultura. Con l’enciclica Pascendi del 1907 condannò il ‘modernismo’; in campo politico riprese la linea di Pio IX che considerava profondamente erronea la separazione della Chiesa dallo Stato, perché ingiuriosa nei confronti di Dio al quale bisogna rendere non solo un culto privato ma anche uno pubblico. La riaffermazione del potere papale, dopo le vicissitudini della caduta dello Stato Pontificio, portarono con il pensiero di Pio X ad identificare l’istituzione papale con la Chiesa intera, la Santa Sede con il popolo di Dio”.

Pio X attuò numerose riforme, “destinate a restituire alla Chiesa la sua pregnanza spirituale e la sua capacità operativa per infondere la vita cristiana nella società”: riformò la Curia romana, fece preparare il Codex Iuris Canonici, promulgato dal suo successore Benedetto XV nel 1917, promosse la comunione eucaristica dei bambini e la comunione frequente per tutti i fedeli, incoraggiò l’azione cattolica “che ha avuto tanto influsso sulla vita cristiana, sociale e politica di numerosi Paesi europei”, riformò la liturgia, promosse il canto e la musica sacra, nonché il catechismo ai bambini e ai giovani.

Il 2 agosto 1914, con l’esortazione Dum Europa, Pio X implorava la cessazione della guerra europea appena scoppiata, che sfocerà poi in conflitto mondiale. Padre Ardura lo definisce “un testamento di pace dei più alti che siano stati consegnati alle future generazioni”: “Mentre l’Europa quasi tutta intera è trascinata nella tormenta di una guerra deprecabile fra tutte, di cui nessuno può immaginare i pericoli, i massacri e le conseguenze senza sentirsi angosciato dal dolore e dallo spavento, Ci è impossibile non esserne profondamente segnati, anche Noi, e di non sentirCi l’anima dilaniata dal più violento dolore, nella Nostra sollecitudine per la salvezza e la vita di tanti individui e popoli. […] Esortiamo tutti i cattolici del mondo a ricorrere al trono di grazie e di misericordia [di Cristo, Principe della Pace]”.

Morirà poche settimane dopo. Beatificato il 3 giugno 1951, è stato canonizzato il 29 maggio 1954 da Pio XII. “In vita era indicato come un ‘Papa Santo’ – conclude padre Ardura –, perché correva voce di guarigioni avvenute toccando i suoi abiti, ma lui sorridendo correggeva: ‘Mi chiamo Sarto non Santo’ ”.

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