A 60 anni dall’anno mariano per il dogma dell’Immacolata

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Questo mese di maggio dedicato alla Madre di Gesù, ormai in conclusione, è davvero speciale: si celebrano i 60 anni dell’Anno giubilare mariano, voluto da papa Pio XII nel 1954 per ricordare il centenario del dogma di Maria Immacolata Concezione. Me lo ha fatto ricordare una piccola edicola della mia città con la data dell’anno ‘speciale’ (anche con una emissione di francobolli).

Il 1954 all’interno della Chiesa rappresenta un punto molto importante, perché papa Pio XII con l’indizione di questo anno speciale ha dato una ben precisa direttiva dello sviluppo della mariologia nella teologia moderna, addirittura con due encicliche: ‘Fulgens corona’ (8 settembre 1953: apertura dell’anno mariano), ‘Ad caeli reginam’ (1° novembre 1954: istituzione della festa del Regno di Maria per il 31 maggio a chiusura dell’anno mariano), che hanno dato avvio ai pellegrinaggi ai santuarî di Lourdes, Fatima, Montenero, Monserrat, Loreto…

Papa Pio XII ha avuto una particolare ‘attrazione’ verso la Madonna, perché oltre all’anno mariano ed alla promozione di molti congressi internazionali su Maria, ha scritto altri importanti documenti sulla Madre di Dio: nel 1957 l’enciclica, scritta in francese, ‘Le pèlerinage de Lourdes’, una celebrazione, in chiave storico-teologica, del primo centenario delle apparizioni di Lourdes; mentre l’ultima enciclica mariana di Pio XII è la ‘Meminisse iuvat’ nel 1958 per invitare i fedeli a pregare Maria durante la novena dell’Assunta per le chiese provate e perseguitate nei paesi dell’Est Europa e della Cina.

Nell’enciclica per l’indizione dell’Anno Mariano (8 settembre 1953) papa Pio XII, scrive le motivazioni del dogma dell’Immacolata Concezione: “Anzitutto il fondamento di tale dottrina si trova già nella sacra Scrittura, dove Dio creatore di tutte le cose, dopo la lamentevole caduta di Adamo, si rivolge al serpente tentatore e seduttore con queste parole, che non pochi santi padri e dottori della chiesa e moltissimi autorevoli interpreti riferiscono alla vergine Madre di Dio: ‘Porrò inimicizia fra te e la donna, fra il seme tuo e il seme di lei …’ (Gn 3, 15).

Se dunque in qualche momento la beata vergine Maria fosse rimasta priva della divina grazia, in quanto inquinata nel suo concepimento dalla macchia ereditaria del peccato, almeno per quell’istante, benché brevissimo, non avrebbe avuto luogo fra lei e il serpente quella perpetua inimicizia, di cui fino alla solenne definizione dell’Immacolata Concezione si parla già fin dalla più antica tradizione; ma invece ci sarebbe stato un certo asservimento…

Questo ci insegna e a queste cose ci esorta la beata vergine Maria, madre nostra dolcissima, la quale ci ama di autentico amore, certamente più di tutte le madri terrene. Come ben sapete, venerabili fratelli, di queste esortazioni e inviti a un ritorno a Cristo e a una diligente ed efficace conformità ai suoi insegnamenti hanno gran bisogno gli uomini d’oggi, in un momento in cui tanti si sforzano di svellere radicalmente dagli animi la fede di Cristo, o con mascherate e astute insidie, o anche con una propaganda e un’esaltazione aperta e ostinata dei loro errori da essi propalati così impudentemente, come se fossero gloria del progresso e dello splendore di questo secolo”.

E nell’enciclica di chiusura dell’Anno Mariano sulla dignità regale della Santa Vergine Maria lo stesso papa sottolinea la grandissima devozione del popolo cristiano: “Pertanto, quasi a coronamento di tutte queste testimonianze della Nostra pietà mariana, cui il popolo cristiano ha risposto con tanta passione, per concludere utilmente e felicemente l’anno mariano che volge al termine e per venire incontro alle insistenti richieste, che Ci sono pervenute da ogni parte, abbiamo stabilito di istituire la festa liturgica della ‘beata Maria vergine regina’.

Non si tratta certo di una nuova verità proposta al popolo cristiano, perché il fondamento e le ragioni della dignità regale di Maria, abbondantemente espresse in ogni età, si trovano nei documenti antichi della chiesa e nei libri della sacra liturgia”. Riprendendo l’insegnamento dei Padri della Chiesa, papa Pacelli ha evidenziato la devozione verso Lei anche delle Chiese orientali ed etiopiche:

“Tuttavia la beatissima Vergine si deve proclamare regina non soltanto per la maternità divina, ma anche per la parte singolare che, per volontà di Dio, ebbe nell’opera della nostra salvezza eterna. Quale pensiero, scrive il Nostro predecessore di felice memoria Pio XI, potremmo avere più dolce e soave di questo, che Cristo è nostro re non solo per diritto nativo, ma anche per diritto acquisito e cioè per la redenzione? Ripensino tutti gli uomini dimentichi quanto costammo al nostro Salvatore:

‘Non siete stati redenti con oro o argento, beni corruttibili, … ma col sangue prezioso di Cristo, agnello immacolato e incontaminato’ (1 Pt 1;18-19). Non apparteniamo dunque a noi stessi, perché ‘Cristo a caro prezzo’ (1 Cor 6, 20) ci ha comprati”. Infine il papa invita tutti i cristiani a celebrare con solennità la Regina e Madre dei cristiani:

“Pensiamo anche che la festa istituita con questa lettera enciclica, affinché tutti più chiaramente riconoscano e con più cura onorino il clemente e materno impero della Madre di Dio, possa contribuire assai a che si conservi, si consolidi e si renda perenne la pace dei popoli, minacciata quasi ogni giorno da avvenimenti pieni di ansietà…

Chiunque pertanto onora la Signora dei celesti e dei mortali, e nessuno si creda esente da questo tributo di riconoscenza e di amore, la invochi come regina potentissima, mediatrice di pace; rispetti e difenda la pace, che non è ingiustizia impunita né sfrenata licenza, ma è invece concordia bene ordinata sotto il segno e il comando della volontà di Dio: a fomentare e accrescere tale concordia spingono le materne esortazioni e gli ordini di Maria vergine”.

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