Pasqua, il Papa: ‘L’Amore ha vinto l’odio. La pace splenda sul mondo’

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Al termine della Messa di Pasqua, presieduta sul sagrato di San Pietro davanti a circa 150.000 fedeli, il Papa è salito alla Loggia centrale della Basilica Vaticana per rivolgere il tradizionale messaggio ai popoli e alle nazioni.

‘La Buona Notizia per eccellenza – ha esordito Francesco – è che Gesù, il crocifisso, è risorto! Questo avvenimento è alla base della nostra fede e della nostra speranza: se Cristo non fosse risorto, il Cristianesimo perderebbe il suo valore; tutta la missione della Chiesa esaurirebbe la sua spinta, perché è da lì che è partita e che sempre riparte. Il messaggio che i cristiani portano al mondo è questo: Gesù, l’Amore incarnato, è morto sulla croce per i nostri peccati, ma Dio Padre lo ha risuscitato e lo ha fatto Signore della vita e della morte. In Gesù, l’Amore ha vinto sull’odio, la misericordia sul peccato, il bene sul male, la verità sulla menzogna, la vita sulla morte’.

Guardando al Risorto – ha proseguito Papa Bergoglio – bisogna ricordare che ‘in ogni situazione umana, segnata dalla fragilità, dal peccato e dalla morte, la Buona Notizia non è soltanto una parola, ma è una testimonianza di amore gratuito e fedele: è uscire da sé per andare incontro all’altro, è stare vicino a chi è ferito dalla vita, è condividere con chi manca del necessario, è rimanere accanto a chi è malato o vecchio o escluso… Venite e vedete!: l’Amore è più forte, l’Amore dona vita, l’Amore fa fiorire la speranza nel deserto’.

Il Papa ha pregato il Risorto affinchè tutti si possano rendere conto di vere un Padre e di non sentirsi orfani, affinchè venga sconfitta ‘la piaga della fame, aggravata dai conflitti e dagli immensi sprechi di cui spesso siamo complici’, affinchè ‘gli indifesi, soprattutto i bambini, le donne e gli anziani, a volte fatti oggetto di sfruttamento e di abbandono’ possano essere protetti.

Francesco ha elencato le tante situazioni di crisi che – a causa di guerra, fame o malattie – sono ancora lontane dal trovare una soluzione. ‘Dall’epidemia di ebola in Guinea Conakry, Sierra Leone e Liberia’ a coloro i quali ‘oggi non possono celebrare la Pasqua con i propri cari perché strappati ingiustamente ai loro affetti, come le numerose persone, sacerdoti e laici, che in diverse parti del mondo sono state sequestrate’. Il pensiero del Papa è andato anche ai tanti migranti alla ricerca di ‘un futuro migliore’ per poter ‘vivere la propria vita con dignità e, non di rado, professare liberamente la propria fede’.

L’appello del Pontefice si leva al cielo. ‘Ti preghiamo, Gesù glorioso, fa’ cessare ogni guerra, ogni ostilità grande o piccola, antica o recente!’. A partire dalla Siria ‘perché quanti soffrono le conseguenze del conflitto possano ricevere i necessari aiuti umanitari e le parti in causa non usino più la forza per seminare morte, soprattutto contro la popolazione inerme, ma abbiano l’audacia di negoziare la pace, ormai da troppo tempo attesa!’. Non vengono dimenticate le violenze in Iraq nè le timide ‘speranze suscitate dalla ripresa dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi’. Nel cuore di Papa Bergoglio anche Repubblica Centroafricana, Nigeria, Sud Sudan e Venezuela.

Ricordando la contemporaneità della celebrazione pasquale per cattolici ed ortodossi, Francesco si rivolge anche all’Ucraina, auspicando che ‘tutte le parti interessate, sostenute dalla Comunità internazionale, intraprendano ogni sforzo per impedire la violenza e costruire, in uno spirito di unità e di dialogo, il futuro del Paese’. ‘Per tutti i popoli della Terra – ha concluso Papa Francesco prima di impartire la solenne benedizione Urbi et Orbi – ti preghiamo, Signore: tu che hai vinto la morte, donaci la tua vita, donaci la tua pace!’.

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