Il papa racconta il pellegrinaggio in Terra Santa. Ai giovani dice: testimoniate la fede in internet

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Quasi 30 mila persone oggi nell’udienza generale in piazza san Pietro hanno ripercorso con il papa il pellegrinaggio in Terra Santa. Un dono lo ha definito il pontefice che riletto ogni singola tappa degli otto giorni trascorsi in Giordania, Israele e Territori Palestinesi. Un richiamo per ognuno: “Tutti i credenti debbono lasciare alle spalle pregiudizi e volontà di dominio, e praticare concordi il comandamento fondamentale: amare cioè Dio con tutto il proprio essere e amare il prossimo come noi stessi. E’ questo che ebrei, cristiani e musulmani sono chiamati a testimoniare, per onorare con i fatti quel Dio che pregano con le labbra”. Poi diverse riflessioni.

“Mai va dimenticata la tremenda tragedia della Shoah!. Occorre al contrario che sia sempre nella nostra memoria quale monito universale al sacro rispetto della vita umana, che riveste sempre un valore infinito”.Così si è soffermato sulla visita al Mausoleo di Yad Vashem a Gerusalemme. “In quella Terra benedetta da Dio, ha aggiunto, sembra a volte impossibile uscire dalla spirale della violenza. Ma nulla è impossibile a Dio e a quanti confidano in Lui! Per questo la fede nell’unico Dio giusto e misericordioso, che è la più preziosa risorsa di quei popoli, deve poter sprigionare tutta la sua carica di rispetto, di riconciliazione e di collaborazione”. Gerusalemme, in particolare, “è il crocevia delle tre grandi religioni monoteiste, e il suo stesso nome – città della pace – esprime il disegno di Dio sull’umanità: formare di essa una grande famiglia”.

Il papa ha ringraziato chi lo ha accolto, dal Patriarca Fouad Twal, ai Vescovi dei vari riti, ai Sacerdoti, ai Francescani della Custodia di Terra Santa”, e poi il Re e la Regina di Giordania, il presidente d’Israele e il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, con i rispettivi Governi, tutte le autorità e quanti in vario modo hanno collaborato alla preparazione e al buon esito della visita”. Ai cristiani in particolare il papa ha chiesto di “ricercare la pace con metodi non violenti, seguendo l’esempio di san Francesco d’Assisi”.Benedetto XVI ha citato la messa a Betlemme, “con la partecipazione anche di fedeli provenienti da Gaza, che ho avuto la gioia di confortare di persona assicurando loro la mia particolare vicinanza”. “Betlemme, il luogo nel quale è risuonato il canto celeste di pace per tutti gli uomini – le parole del Papa – è simbolo della distanza che ancora ci separa dal compimento di quell’annuncio: precarietà, isolamento, incertezza, povertà. Tutto ciò ha portato tanti cristiani ad andare lontano”.

Prima dei saluti il papa ha ricordato che domenica prossima si celebra la Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali, incoraggiando chi ha accesso al cyberspazio a promuovere una cultura del dialogo e del rispetto e ai giovani ha chiesto di testimoniare la fede anche nel mondo digitale.

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