Imparare a confessare, il corso della Penitenzieria apostolica e Papa Francesco

Condividi su...

Si è concluso il 25° corso sul Foro Interno per la formazione dei confessori, organizzato dalla Penitenzieria Apostolica, il più antico Dicastero della Chiesa, il famoso Tribunale del Perdono competente nelle questioni di coscienza e le indulgenze. Più di 500 confessori o futuri tali, in maggioranza religiosi da ogni parte del mondo, hanno oggi, alla fine di un’intensa settimana di studio e confronto, incontrato il Santo Padre Francesco: “siete chiamati ad essere uomini dello Spirito Santo, perché il protagonista del ministero della Riconciliazione è lo Spirito Santo”. Papa Francesco ha sottolineato così l’importanza della formazione dei sacerdoti perché siano “buoni confessori, consapevoli dell’importanza di questo ministero”. “Il confessore- ha detto il Papa-  accoglie i penitenti non con l’atteggiamento di un giudice e nemmeno con quello di un semplice amico, ma con la carità di Dio, con l’amore di un padre che vede tornare il figlio e gli va incontro, del pastore che ha ritrovato la pecora smarrita”. Il Papa ha spiegato che “un sacerdote che non cura questa parte del suo ministero, sia nella quantità di tempo dedicato sia nella qualità spirituale, è come un pastore che non si prende cura delle pecore che si sono smarrite; è come un padre che si dimentica del figlio perduto e tralascia di attenderlo”. Ed ha aggiunto: “La misericordia è il cuore del Vangelo! È la buona notizia che Dio ci ama, che ama sempre l’uomo peccatore, e con questo amore lo attira a sé e lo invita alla conversione”. E infine ha ricordato che “la Confessione non è un tribunale di condanna, ma esperienza di perdono e di misericordia!”.

E’  questo  l’obbiettivo del corso che ormai da 25 anni la Penitenzeria Apostolica propone ai sacerdoti, ai diaconi e agli studenti seminaristi e religiosi che si accingono ad amministrare questo grande e delicato sacramento. Ne abbiamo parlato con don Alessandro Saraco, officiale archivista del Dicastero, che già da quattro anni partecipa all’organizzazione di questo importante evento di formazione. “Vengono offerti ai sacerdoti strumenti sia giuridici, sia di prassi pastorale ma anche di casistica” afferma don Alessandro “che possono essere davvero di grande aiuto nello svolgimento del ministero della confessione.”

Così don Alessandro ci spiega che “infatti, nel corso di formazione non si toccano solo aspetti teologici, dogmatici e sacramentali o liturgici inerenti il sacramento della Riconciliazione ma soprattutto vengono esposte delle situazioni concrete che possono toccare da vicino un confessionale.” E aggiunge: “un altro aspetto non trascurabile di questo corso è quello di far conoscere la Penitenzeria Apostolica, che pur essendo il più antico Dicastero della Curia Romana, ai più non è noto il nostro lavoro”.

Scendendo nel particolare don Alessandro chiarisce: “si ricorda ai confessori che, nonostante ognuno di essi abbia tutte le ‘facoltà’ date dal proprio vescovo di poter esercitare il ministero, ci sono alcuni peccati che un sacerdote non può assolvere perché sono riservati alla Santa Sede”, e continua l’officiale, “deve quindi chiedere in accordo con il penitente le dovute facoltà all’autorità competente che agisce in nome del Papa che è appunto la Penitenzieria Apostolica”.

Don Alessandro a questo punto della discussione ha tenuto a precisare che “questo corso è completivo, non sostituisce quello che già un sacerdote ha appreso durante gli studi di teologia, o i corsi specifici di formazione spirituale riguardo questo aspetto del ministero sacerdotale” e aggiunge che “se infatti si da’ un’occhiata al programma si vede che questi aspetti sono toccati ma senza volontà di completezza, poiché si danno per scontati. Mentre si approfondiscono con maggior attenzione tutte le questioni di carattere giuridico che un confessore concretamente dovrà affrontare nell’esercizio del suo ministero”.

Don Alessandro ci ha raccontato che grande spazio si da ogni anno al dibattito, alle domande dei corsisti, alla discussione di fattispecie di peccati a partire da questioni di casi concreti. Le varie relazioni toccano ogni volta tanti aspetti, dalle tipologie e condizioni particolari di penitenti, alle problematiche del segreto confessionale. “Un sacerdote, per esempio,” ha detto don Alessandro, “ha chiesto come comportarsi nel caso in cui uno dei collaboratori della parrocchia confessa nel sacramento una grave tendenza psicologica di tipo pedofila”. Si tratta quindi di domande molto concrete e altrettanto delicate.

“Una delle novità che hanno caratterizzato il corso sul Foro Interno di quest’anno, è stata”, continua don Alessandro, “un’attenzione particolare, affidata al nostro prelato consigliere P. Maurizio Faggioni O.F.M.,  a una delle sfide antropologiche dell’etica cristiana di questi ultimi tempi l’ideologia del ‘gender’. Questa vorrebbe negare”, ci spiega brevemente l’officiale, “le differenze sessuali definite biologicamente, rispetto alle determinazioni sessuali date in termini culturali”. Il dibattito qui si è sviluppato “su tutti quei casi di unioni omosessuali, o di interventi di cambio di identità sessuale in nome dell’esaltazione del libero esercizio della genitalità … e quando queste cose giungono all’orecchio del confessore non sono cose dell’altro mondo!” “ecco perché” ha continuato don Alessandro, “mi è piaciuta la sottolineatura che il Reggente della Penitenzeria, mons. Krzysztof, ha fatto sulle caratteristiche del confessore, il quale oltre ad essere padre, giudice, medico e maestro” ha aggiunto “è chiamato ad essere educatore della coscienza e fratello nel cammino della conversione”.

“Sono infatti convinto” ha continuato don Alessandro, “che nel Sacramento della Riconciliazione avviene proprio ciò che canta il salmista ‘Misericordia e Verità si incontreranno’ è un binomio vincente, quando un confessore riesce a far cogliere al fedele la grande Misericordia di Dio e allo stesso tempo quella misericordia svela la verità di te stesso, la tua fragilità che è poi quello che” ricorda un po’ emozionato don Alessandro, “è accaduto a Pietro quando dopo il tradimento, incrociando lo sguardo misericordioso di Gesù, scoppia in pianto”

Non è un caso, dunque, che proprio questo pomeriggio è iniziato quello che Papa Francesco ha voluto come 24 ore per il Signore, una festa del perdono e dell’incontro con Cristo in contemporanea in tutte le parrocchie del mondo, questo significa che “tutti i partecipanti del corso celebreranno il sacramento della riconciliazione al quale si sono preparati tutta la settimana per imparare ad essere dei santi confessori, ma questa sera,” conclude don Alessandro sorridendo, “saranno tutti penitenti, e questo è un buon inizio!”

 

Free Webcam Girls
151.11.48.50