Nessuno può essere privato del proprio nome. Il papa allo Yad Vashem

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E’ il canto dell’ hatikva che conclude la celebrazione allo Yad Vashem. Il papa silenzioso e concentrato incontra 6 sopravvissuti della shoa, depone una croan di fiori accanto alla fiamma che arde perpetua nel memoriale, si inchina.”Sono giunto qui per soffermarmi in silenzio davanti a questo monumento, eretto per onorare la memoria dei milioni di ebrei uccisi nell’orrenda tragedia della Shoah.” E’ una rilfessione sul significato del nome, della memoria quella di BenedettoXVI. “Uno può derubare il vicino dei suoi possedimenti, delle occasioni favorevoli o della libertà. Si può intessere una insidiosa rete di bugie per convincere altri che certi gruppi non meritano rispetto. E tuttavia, per quanto ci si sforzi, non si può mai portar via il nome di un altro essere umano.”

Una preghiera che il papa fa diventare appello “Possa ogni persona di buona volontà vigilare per sradicare dal cuore dell’uomo qualsiasi cosa capace di portare a tragedie simili a questa! La Chiesa Cattolica, impegnata negli insegnamenti di Gesù e protesa ad imitarne l’amore per ogni persona, prova profonda compassione per le vittime qui ricordate. Alla stessa maniera, essa si schiera accanto a quanti oggi sono soggetti a persecuzioni per causa della razza, del colore, della condizione di vita o della religione – le loro sofferenze sono le sue e sua è la loro speranza di giustizia.”Avraham Ashkenazi Ruth Bondy Israela Hargil Gita Kalderon Dan Landsberg Ed Mosberg, sono i nomi dei sopravvissuti che si fermano a parlare con il papa. “Fissando lo sguardo sui volti riflessi nello specchio d’acqua che si stende silenzioso all’interno di questo memoriale,dice Bendetto, non si può fare a meno di ricordare come ciascuno di loro rechi un nome.

Posso soltanto immaginare la gioiosa aspettativa dei loro genitori, mentre attendevano con ansia la nascita dei loro bambini. Quale nome daremo a questo figlio? Che ne sarà di lui o di lei? Chi avrebbe potuto immaginare che sarebbero stati condannati ad un così lacrimevole destino! Mentre siamo qui in silenzio, il loro grido echeggia ancora nei nostri cuori. È un grido che si leva contro ogni atto di ingiustizia e di violenza. È una perenne condanna contro lo spargimento di sangue innocente.” Al suo arrivo il papa ha firmato il libro d’ onore. Una frase precisa tratta dalle Lamentazioni :”Non sono esaurite le sue misericordie.”

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