La lista di Bergoglio è un best seller: intervista all’autore

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Giunto alla 10^ decima edizione il libro ‘La lista di Bergoglio’ del giornalista di ‘Avvenire’ Nello Scavo, è stato pubblicato in oltre 40 Stati con la prefazione del premio Nobel per la Pace, Adolfo Pérez Esquivel. Di esso si sta scrivendo la sceneggiatura per un adattamento cinematografico sotto la regia di Liliana Cavani con la collaborazione di Umberto Contarello, sceneggiatore del film ‘La grande bellezza’ (vincitore dell’Oscar 2014 quale miglior film straniero).

Nel volume, il reporter racconta, attraverso le testimonianze, il terrore vissuto in Argentina durante lo scoppio della dittatura, che ha provocato 15.000 morti, 30.000 desaparecidos, 500 neonati strappati dalle braccia delle loro madri condannate a morte dal regime militare, e oltre 2.000.000 di esiliati in seguito del colpo di stato del 24 Marzo 1976. In particolare il lavoro di Scavo, che ha trascorso tre settimane in Argentina per incontrare le persone e raccogliere le diverse storie e testimonianze, si concentra sul ‘dramma dei desaparecidos’, attraverso racconti e ricordi personali di dissidenti, sindacalisti, sacerdoti, studenti e intellettuali, credenti in Dio o meno.

Punto cruciale del libro è la storia di persone salvate dal gesuita Jorge Mario Bergoglio, tra i quali il sindacalista marxista Gonzalo Fly, nascosto nel ‘Collegio Maximo’ come ‘studente in ritiro spirituale’ per farlo fuggire in Brasile. Il libro raccoglie anche la testimonianza del teologo gesuita argentino Juan Carlos Scannone, ‘collaboratore’ della Civiltà Cattolica, che ha rivelato un elenco di oltre 100 persone salvate da padre Bergoglio, nascoste in luoghi sicuri.

All’autore abbiamo chiesto di narrarci l’intuizione da cui è nato il libro: “La notte dell’elezione di papa Francesco dopo aver chiuso il mio primo articolo su di lui, mi misi a cercare tra vecchie scartoffie, libri, motori di ricerca. Circolavano singolari voci su una sua presunta connivenza con i capi militari all’epoca della dittatura: 30.000 desaparecidos, oltre 15.000 giustiziati sommariamente, decine di neonati sottratti ai genitori condannati a morte e almeno 2.000.000 di esiliati.

Mi fu chiaro che le accuse contro Bergoglio erano di dubbia consistenza, così ottenni dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, di approfondire il tema, anche a rischio di scoprire qualcosa di imbarazzante per il nuovo papa. Al contrario, l’inchiesta ha rivelato un Bergoglio inedito e nel corso di queste ricerche sono affiorate le prime voci dei ‘salvati’. Così ha cominciato a prendere forma La Lista di Bergoglio”.

Il libro è giunto alla 10^ edizione ed è pubblicato in 40 Paesi: da cosa dipende questo interesse dei lettori?
“Credo che per i lettori di tutto il mondo, conoscere un Bergoglio inedito, un gesuita coraggioso al punto da mettere a rischio la sua stessa vita, susciti molta curiosità. Inoltre attraverso queste storie è possibile conoscere meglio Papa Francesco. Molte delle sue azioni di oggi sembrano avere un filo che collega direttamente all’epoca della dittatura, quando lui prendeva decisioni coraggiose pur di tenere unita la comunità dei gesuiti e salvare la vita di decine di persone.

In alcuni Paesi il libro sta incontrando più interesse tra i non credenti che tra i cattolici. E questo perché dal racconto emerge Bergoglio prima di tutto come uomo. Anche se, come spiegano alcuni dei testimoni, senza la fede non avrebbe potuto superare le paure e sfidare i capi della dittatura. E non è un caso che dal libro nascerà un film con una produzione internazionale”.

Quali difficoltà si sono incontrate nel raccogliere le testimonianze?
“Molti dei ‘salvati’ non volevano parlare. Bergoglio per primo non ha mai voluto vantarsi di quella sua azione. Altri temevano che dietro alle mie domande ci fosse la volontà di screditare il papa. Un po’ alla volta questa diffidenza si è sciolta, consegnando a noi vicende di straordinario coraggio e incrollabile fede. Peraltro non bisogna dimenticare che in Argentina questi temi sono una ferita aperta e che molti temevano, e temono ancora, che una parola fuori posto possa portare più sofferenza che riparazione”.

Perchè Bergoglio salvò anche chi non era cattolico?
“Credo che Bergoglio si sia comportato, semplicemente, da cristiano. Per sapere cosa fare, gli bastava il Vangelo. Certo, il coraggio non arriva solo dalle buone intenzioni, ma lui riuscì ad affrontare le paure, a sfidare i militari, senza preoccuparsi della propria incolumità e chiunque gli chiedeva aiuto trovava nel futuro Papa un abbraccio rassicurante”.

Oscar Romero, Enrique Angelelli e Carlos Murias: tre sacerdoti che sono stati uccisi per aver difeso il popolo. Papa Francesco vorrebbe portarli sugli altari. Quale significato potrebbe avere per la Chiesa?
“In vario modo furono tutti martiri. Per anni sono stati liquidati come esponenti della teologia della liberazione, vicini alla guerriglia, e perciò non catalogabili nelle categorie dei cristiani uccisi per la loro fede.

In ciascuno di essi, in realtà, la spinta per la giustizia sociale, la difesa degli ultimi, il riscatto dei poveri, non prescindeva affatto dal cammino di fede. La loro testimonianza è perciò una testimonianza cristiana, il simbolo di un epoca e di un continente, ma anche il simbolo di una comunità cristiana che non stette a guardare, al contrario di alcuni vescovi, e che pagò un tributo di sangue altissimo: sacerdoti, religiose, catechisti, animatori parrocchiali. Il martirologio latinoamericano è lungo e non deve essere dimenticato”.

Cosa si prova sapendo che dal libro nascerà un film, diretto da Liliana Cavani con la collaborazione di Umberto Contarello?
“Per me è stata una sorpresa. Già nel giorno dell’uscita del libro Liliana Cavani mi aveva confidato il suo interesse per le vicende raccontate. Intanto altri registi ed altre produzioni internazionali avrebbero voluto acquistare l’esclusiva, ma insieme all’editore Emi abbiamo deciso di affidare ‘La Lista di Bergoglio’ a Liliana Cavani, una delle più grandi registe a livello mondiale.

La sceneggiatura, a cui sto collaborando, sarà di Umberto Contarello, che ha appena vinto l’Oscar per il miglior film straniero con ‘La grande Bellezza’. La produzione è guidata da Claudia Mori, che ha acquistato i diritti del libro, e ha mostrato da subito grande affetto per le storie raccontate, mettendo in campo le migliori professionalità oggi sul mercato. Non credo potessi aspettarmi di meglio”.

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