Il Papa: ‘Anche la Santa Famiglia ha sperimentato il dramma dei migranti di oggi’

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In occasione della Festa della Santa Famiglia, Papa Francesco ha dedicato l’Angelus al nucleo familiare composto da Gesù, Giuseppe e Maria ricordando soprattutto la loro fuga in Egitto dopo le minacce patite da Erode. “Dio – ha esordito il Papa – ha voluto nascere in una famiglia umana, ha voluto avere una madre e un padre, come noi”. Immediato poi per il Pontefice il riferimento all’attualità. “Purtroppo, ai nostri giorni, milioni di famiglie possono riconoscersi in questa triste realtà . Quasi ogni giorno la televisione e i giornali danno notizie di profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi, alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa. E anche quando trovano lavoro, non sempre ricevono accoglienza vera, rispetto, apprezzamento per i loro valori”. Chiara ed evidente la similitudine tra la Santa Famiglia profuga in Egitto e le famiglie, milioni, che oggi si trovano nella identica situazione di vita. “Mentre fissiamo lo sguardo sulla santa Famiglia di Nazareth nel momento in cui è costretta a farsi profuga – ha aggiunto Papa Bergoglio – pensiamo al dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento”.

“Gesù – ha proseguito il Papa – ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste difficoltà, perché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio. La fuga in Egitto a causa delle minacce di Erode ci mostra che Dio è là dove l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l’abbandono; ma è anche là dove l’uomo sogna, spera di tornare in patria nella libertà, progetta e sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi familiari”.

Il Papa ha poi invitato a pensare anche agli “esiliati nascosti che possono esserci all’interno delle famiglie stesse: gli anziani, per esempio, che a volte vengono trattati come presenze ingombranti. Molte volte penso che un segno per sapere come va una famiglia sia vedere come si trattano in essa i bambini e gli anziani. Ma vorrei anche incoraggiare le famiglie a prendere coscienza dell’importanza che hanno nella Chiesa e nella società. L’annuncio del Vangelo, infatti, passa anzitutto attraverso le famiglie, per poi raggiungere i diversi ambiti della vita quotidiana”. Le famiglie – ha detto ancora Francesco – si lascino “attirare anche dalla semplicità della vita che essa conduce a Nazareth. E’ un esempio che fa tanto bene alle nostre famiglie, le aiuta a diventare sempre più comunità di amore e di riconciliazione, in cui si sperimenta la tenerezza, l’aiuto vicendevole, il perdono reciproco”.

Il Pontefice non ha inoltre mancato di ricordare e supportare, come in passato ha fatto nella medesima occasione liturgica il suo Predecessore Papa Benedetto XVI, le tante manifestazioni in difesa della famiglia collegate con piazza San Pietro da Nazareth, Barcellona, Loreto e Madrid.

Al termine dell’Angelus il Papa ha sottolineato che sia il Concistoro di febbraio, sia il Sinodo di ottobre saranno dedicati alla famiglia e per questo ha composto e recitato una speciale preghiera:

“Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.
Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo
e piccole Chiese domestiche.
Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.
Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.
Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen”.

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