Silvestro, il Papa santo dell’ultimo giorno dell’anno e la catacomba di Priscilla

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Ci sono voluti cinque anni a far risplendere i colori del Cubicolo di Lazzaro, uno dei piccoli tesori delle Catacombe di Priscilla sulla via Salaria a Roma. Anni che hanno ridato luce anche alla basilica di San Silvestro dove un tempo furono accolte le spoglie del Papa. Un Pontefice che regnò per 21 anni, ma la cui immagine fu oscurata da quella dell’imperatore Costantino, suo coetaneo e vero gestore della Chiesa cattolica nel IV secolo. Silvestro fu subito dichiarato santo, e già un anno dopo la sua morte la sua festa liturgica si celebrava il 31 dicembre. Il suo corpo secondo la tradizione venne traslato nella Chiesa di San Silvestro che oggi da nome ad una centralissima piazza di Roma nell’ VIII secolo, quando la basilica era già in in rovina. 

Ci vollero secoli prima che le Catacombe romane venissero di nuovo alla luce nel loro splendore teologico e artistico. All’inizio del XX secolo la basilica fu ricostruita e da allora le Catacombe divennero un luogo continuo di pellegrinaggio. Anno dopo anno gli antichi sepolcreti hanno ridonato i loro tesori. Dal buio sono apparse figure, testi, e architetture che hanno raccontato ai cristiani di oggi la vita di coloro che hanno accolto prima di loro la verità del Vangelo.

Oggi a custodire le meraviglie e le memorie delle catacombe è la Commissione di Archeologia Sacra voluta da Pio IX  e istituita il 6 gennaio 1852 “per custodire i sacri cemeteri antichi, per curarne preventivamente la conservazione, le ulteriori esplorazioni, le investigazioni, lo studio, per tutelare inoltre le più vetuste memorie dei primi secoli cristiani, i monumenti insigni, le Basiliche venerande, in Roma, nel suburbio e suolo romano e anche nelle altre Diocesi d’intesa con i rispettivi Ordinari”. Con i Patti Lateranensi la sua autorità e sfera d’azione e di studio fu estesa a tutte le catacombe esistenti sul territorio italiano.

Nelle Catacombe di Priscilla il lavoro di conservazione ha permesso di riportare alla luce volti nascosti dal tempo come quelli del Cubicolo di Lazzaro: Pietro, Paolo e una coppia di defunti forse i fratelli e martiri Felice e Filippo, sepolti nella Basilica di San Silvestro, la “porta” per la catacomba.

Nei lunghi corridoi che si sviluppano per chilometri ci sono molti gioielli da ammirare. Dalla piccola e bellissima natività, la più antica della storia dell’arte cristiana, alla immagine della “velata” la donna orante di cui si mostra la vita nelle delicate pitture che decorano la sua sepoltura.

E poi la “Cappella Greca”, il Criptoportico, e i tanti cubicoli affrescati con storie di vita e immagini di santi, racconti biblici e di vita comune.

La Basilica di San Silvestro ora è diventata anche un piccolo museo, e chi volesse arrivare alla visita della Catacomba di Priscilla bene preparato ha due ottimi strumenti. Il volume “La catacomba di Priscilla” edito dalla Tau, di Fabrizio Bisconti, Raffaella Giuliani e Barbara Mazzei, e la visita virtuale tramite Google Maps. (www.catacombepriscilla.com)

Silvestro e Priscilla, sono nomi legati da sempre alla tradizione della Chiesa di Roma, oggi la scienza moderna ridona loro una realtà quasi tangibile, un po’ come fossero vicini a noi nella quotidianità della nostra fede.

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