Dare potere alla famiglia: a colloquio con il vice presidente dell’Associazione Famiglie Italiane

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Durante la Settimana Sociale torinese molta attenzione è stata posta nel trovare soluzioni per diminuire la pressione fiscale sulle famiglie. Per capire come si può fare abbiamo intervistato il vice presidente dell’AFI (Associazione Famiglie Italiane) e vice presidente del Forum delle Famiglie, Roberto Bolzonaro, che durante i lavori torinesi aveva detto:

“Dai dati diffusi dalle fonti più autorevoli e dai lavori del nostro gruppo, emerge come nodo principale ed ineludibile la necessità di attenzione nei riguardi della famiglia in tutti i campi, dal sociale all’economico sino al fiscale per far fronte ad una emergenza che, se non affrontata per tempo, e già si è in forte ritardo confrontandoci con l’Europa, porterà conseguenze pesantissime sull’intera società italiana. La forte denatalità italiana, ai vertici mondiali, e l’aumento della durata della vita, provocheranno squilibri insanabili sul sistema previdenziale-pensionistico oltre che sulla sostenibilità del sistema sanitario. La questione fiscale e tariffaria risulta quindi cruciale, anche se non la sola.

Attualmente il rispetto del dettato costituzionale che nel prelievo fiscale si rifà alla ‘capacità contributiva’ del cittadino, è oggi ampiamente disatteso. A fronte dell’aumento generale della pressione fiscale, della diminuzione del reddito disponibile e del potere di acquisto, è quanto mai necessario intervenire sensibilmente sul prelievo fiscale con criteri di giustizia ed equità. La famiglia ha consentito di ammortizzare gli effetti nefasti della crisi economica mondiale supplendo alle difficoltà che derivano dall’enorme disoccupazione giovanile e dalla perdita del lavoro di tante persone. Ma ora non ce la fa più. L’ammortizzatore è stato sgonfiato da anni di assenza di appropriate politiche e da scelte fiscali non eque e miopi”.

Allora, quale è il contributo della famiglia italiana allo sviluppo economico?
“La domanda prevede una risposta molto lunga e complessa. Possiamo sintetizzare: ammortizzatore sociale nei periodi di crisi; volano di crescita e sviluppo tramite le imprese familiari; forte propensione al risparmio nei momenti di ‘vacche grasse’; spirito di sacrificio per i propri figli e componenti; azione di cura disinteressata per tutti i familiari; azioni di solidarietà con i vicini in difficoltà”.

Perchè, pur essendo l’Italia un paese prevalentemente cattolico, non ci sono mai state politiche attente alla famiglia?
“Difficile dirlo. Diciamo che forse si dava tutto per scontato. La famiglia italiana è sempre stata particolarmente forte e capace di cavarsela in tutte le situazioni, anche in quelle più difficili. Un innato spirito di solidarietà (il vicino di casa, i figli degli altri, il nonno,…tutti sempre accolti ed aiutati dalle nostre famiglie!) è nel DNA delle famiglie italiane. Non avendo preoccupazione sul quel fronte, la politica italiana si è dedicata prevalentemente all’assistenza, dimenticando colpevolmente la famiglia ‘normale’. Abbandonata dalla politica, la famiglia ha dovuto fare i conti con le difficoltà del vivere quotidiano, con le ‘mode’ e le ideologie di oggi.

Ne è conseguita una denatalità allarmante. Paesi come Francia, Germania ed altri hanno intravisto nella denatalità un grandissimo problema per il futuro dei rispettivi paesi, non solo sul piano pensionistico/previdenziale, ma anche sul piano della crescita economico/sociale che solo una nazione giovane può dare. In Italia la miopia politica è stata enorme, con le conseguenze che si vedono già oggi. Per fare un esempio basta guardare l’andamento delle detrazioni fiscali per figli a carico negli ultimi 30 anni, in Italia. Fino al 1999, le detrazioni per figli a carico erano praticamente nulle. Solo l’azione dell’associazionismo familiare è riuscita a smuovere la classe politica. Negli anni della presenza della Democrazia Cristiana, partito cattolico per antonomasia, zero. Idem la cattolicissima Spagna. Discorso opposto per la laicissima Francia, la Germania, i paesi scandinavi. Io mi ricordo benissimo tutti i gradini dal 1999 in poi. Chi li ha fatti e quanto ci è costato a farglieli fare!”

Quale sistema di welfare si può attuare per dare cittadinanza alla famiglia?
“Anche qui occorre rispondere in sintesi: rappresentanza della famiglia a tutti i livelli; valutazione dell’impatto familiare per i provvedimenti che la riguardano, anche solo marginalmente (clamorosa è la mancanza di ogni valutazione seria in questo senso con la nuova revisione dell’ISEE, con un impatto che si preannuncia disastroso); fiscalità equa (le tasse si devono pagare in base alla reale capacità contributiva); servizi per la famiglia (prima infanzia, scuola, anziani, cura) efficienti e sostenuti da tutti i cittadini per consentire alla famiglia di far crescere i propri figli e di curare i propri nonni con il sostegno di tutta la comunità; Sostegno nei momenti di difficoltà”.

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