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Roberta e Valentino (Comunità Papa Giovanni XXIII) ringraziano per la nuova casa

Durante le vacanze natalizie ha riaperto a Tolentino, dopo il sisma del 2016, la nuova Casa famiglia della comunità Papa Giovanni XXIII, ‘Nostra Signora della Pace’, dei coniugi Roberta Vitali e Valentino Nobili, in contrada Pianibianchi, a metà strada tra il Ponte del Diavolo e il lago delle Grazie, grazie anche alle offerte che sono arrivate da tutta Italia, pari a circa € 600.000.

Il card. Petrocchi ricorda che gli aquilani sono popolo

Ancora una volta L’Aquila, con i 56 comuni, si è ritrovata, a 12 anni dall’evento, a ricordare nel silenzio della notte i morti sotto le macerie, mentre ancora la completa ricostruzione è ancora lontana. Ed anche quest’anno nessuna fiaccolata per le misure anti-Covid in atto, ma 309 rintocchi di campane e l’accensione di un braciere nei pressi della chiesa, acceso da un vigile del fuoco, Francesca Di Nino.

Papa: la preghiera è riconoscere la Grazia

“Ieri un terremoto ha provocato vittime e danni ingenti in Croazia. Esprimo la mia vicinanza ai feriti e a chi è stato colpito dal sisma e prego in particolare per quanti hanno perso la vita e per i loro familiari. Auspico che le Autorità del Paese, aiutate dalla Comunità internazionale, possano presto alleviare le sofferenze della cara popolazione croata”.

Terremoto in Irpinia: non dimenticare dopo 40 anni

“Desidero inviare un pensiero speciale alle popolazioni della Campania e della Basilicata, a quarant’anni dal disastroso terremoto, che ebbe il suo epicentro in Irpinia e seminò morte e distruzione. Quarant’anni già! Quell’evento drammatico, le cui ferite anche materiali non sono ancora del tutto rimarginate, ha evidenziato la generosità e la solidarietà degli italiani. Ne sono testimonianza tanti gemellaggi tra i paesi terremotati e quelli del nord e del centro, i cui legami ancora sussistono. Queste iniziative hanno favorito il faticoso cammino della ricostruzione e, soprattutto, la fraternità tra le diverse comunità della Penisola”.

Il Centro Italia ricorda il terremoto del 2016

“Domani si compiono anche quattro anni dal terremoto che ha colpito l’Italia Centrale. Rinnovo la preghiera per le famiglie e le comunità che hanno subito maggiori danni, perché possano andare avanti con solidarietà e speranza; e mi auguro che si acceleri la ricostruzione, affinché la gente possa tornare a vivere serenamente in questi bellissimi territori dell’Appennino”: così nell’Angelus di ieri papa Francesco ha ricordato il terremoto che nel 2016 colpì l’Italia centrale.

Dall’Abbadia di Fiastra una sfida culturale contro il coronavirus

‘Ora et Labora’ e ‘Cruce et aratro’: queste sono le regole fondamentali di vita che hanno, da sempre, ispirato e guidato il lavoro dei Cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, in provincia di Macerata, che dal sisma del 2016 non ci sono più; ma hanno lasciato un patrimonio inestimabile che ha impreziosito il valore fondamentale del territorio maceratese.

Mons. Massara: la Chiesa è rimasta viva

“La Chiesa è rimasta sempre viva e i sacerdoti stanno continuando a celebrale le messe per la comunità. Questa situazione di pandemia ha cambiato molto il nostro modo di essere Chiesa non abbiamo più potuto fare delle celebrazioni aperte al pubblico ma ci tengo a dire che le Chiese sono rimaste sempre aperte e laddove è stato possibile abbiamo organizzato dei collegamenti online che ci hanno permesso durante la Settimana Santa di essere presenti nelle case delle persone”.

Card. Petrocchi invita ad una perseveranza’creativa’

Ancora una volta le finestre ed i balconi si sono illuminati alla mezzanotte tra il 5 e il 6 aprile, in occasione dell’XI anniversario del terremoto dell’Aquila che ha causato 309 morti e circa 1500 feriti, senza il corteo, come è stato scritto nell’appello, ricordando le ‘regole’ dettate dal coronavirus:

Il papa prega per i defunti invitando tutti a pregare

“Cari fratelli e sorelle, in questi giorni di prova, mentre l’umanità trema per la minaccia della pandemia, vorrei proporre a tutti i cristiani di unire le loro voci verso il Cielo. Invito tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l’Altissimo, Dio onnipotente, recitando contemporaneamente la preghiera che Gesù Nostro Signore ci ha insegnato. Invito dunque tutti a farlo parecchie volte al giorno a recitare il Padre Nostro mercoledì prossimo 25 marzo a mezzogiorno. Tutti insieme”.

A Camerino riaperta la cattedrale di san Venanzio

Le campane a festa di San Venanzio sono tornate a suonare a Camerino nella terza domenica di Avvento, che proietta il popolo cristiano al Natale. Infatti, sotto le navate secolari della basilica in otto mesi si è compiuto un piccolo miracolo ed i cavi in fibra di carbonio hanno proiettato la chiesa verso l’avvenire, grazia al lavoro di tante mani che hanno cancellato gli squarci delle devastanti scosse dei terremoti del 2016.

Artefici sono stati i coniugi Luciana Buschini e Giovanni Arvedi, che tramite la fondazione che porta i loro nomi, hanno donato per i lavori € 1.800.000 (contro € 4.000.000 preventivato dallo Stato) dopo aver contribuito anche alla realizzazione della scuola materna paritaria Santa Maria Ausiliatrice, gestita dalla parrocchia di san Venanzio.

Sotto la luce dei lampadari di cristallo della basilica e il soffitto splendente che lascia intravedere una sorprendente decorazione geometrica, il sindaco di Camerino, Sandro Sborgia, ha consegnato ai coniugi Arvedi e Buschini le chiavi della città e una pergamena, che li rende cittadini onorari della città ducale, per il loro altruismo, solidarietà ed impegno verso la comunità camerte, nel suo momento più buio dopo il terremoto, presenti anche mons. Francesco Giovanni Brugnaro, e mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, originario di Camerino.

Visibilmente commossi i coniugi Buschini ed Arvedi hanno ringraziato la città: “La soddisfazione più grande che ha una persona è quella di donare le cose agli altri, siamo venuti con mia moglie per sistemare la questione dell’asilo e abbiamo visto che la messa era celebrata in una tenda. A Camerino vi sono 8.000 ragazzi che studiano, la vita cristiana deve avere una sede più propria rispetto ad una tenda. Ci siamo rivolti al nostro vescovo Antonio, per questo gesto che merita la vostra comunità. Siamo onoratissimi per questa accoglienza molto familiare e così partecipata”.

In apertura della celebrazione l’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Massara, ha espresso gioia per la riapertura della basilica, in quanto è la dimostrazione che la ricostruzione può avvenire in tempi rapidi: “E’ il frutto di un percorso in cui sono state investite energie e risorse da parte di molti che hanno creduto all’importanza di quest’opera per il nostro presente e per il nostro futuro. Questa Basilica è la prova che la ricostruzione si può fare in tempi brevi e senza spreco di denaro.

Per restituire la vita a questo luogo divenuto drammaticamente silenzioso è stato necessario affrontare un impegnativo lavoro, non privo di ostacoli e difficoltà di vario tipo; ostacoli che sono stati superati con il contributo appassionato, ingegnoso e creativo delle tante persone coinvolte nell’opera, orgogliose di offrire la loro collaborazione non per la ricostruzione di un edificio qualunque, ma di un luogo-simbolo per tutti i camerti e per tutta la Diocesi”.

Inoltre ha invitato a non perdere la speranza, prendendo spunto dalla terza domenica di Avvento: “Carissimi fedeli, questo tempio è segno della presenza di Dio in mezzo alla nostra comunità, questa chiesa luminosa e splendida evoca in noi la Luce vera che è il Cristo. La sua imponenza ci fa sentire a casa; la sua bellezza e sontuosità, oggi particolarmente valorizzate, ci ricordano che quando Cristo abita la nostra vita, l’esistenza fiorisce, germoglia e diventa un giardino meravigliosamente adornato…

La riapertura di questa chiesa avviene simbolicamente nella terza domenica di Avvento il cui tema centrale è quello della gioia: ‘Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino’. La gioia che stiamo vivendo assume ora il suo più profondo significato e, dopo la riapertura di queste porte, si riverserà nella vita di ognuno di noi quale fonte sicura di vera e sincera contentezza, respiro di bellezza e motivo di consolazione e di speranza”.

A celebrare la messa è stato il nunzio apostolico in Italia, mons. Emil Paul Tscherrig, che nell’omelia ha invitato i cittadini a non cedere allo sconforto: “Questa occasione non può farci dimenticare ciò che rimane ancora da fare a Camerino ed in tutta la regione per riparare gli ingenti danni morali e materiali, causati dal terremoto…

La riapertura di questa Basilica rappresenta un forte segno di speranza, ci dice che la vita dell’uomo è sempre più forte della distruzione e della morte. San Venanzo, il vostro patrono, e tutti i martiri della Chiesa sono testimoni di questa verità”.  

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