Buon Natale dalla Liberia

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Dalla capitale della Liberia, Monrovia, giungono gli auguri di buon Natale del salesiano don Nicola Ciarapica, che fino a qualche mese fa ci aveva tenuti aggiornati sulla situazione nigeriana dalla città di Onitsha. La Liberia è poco conosciuta, se non per essere salita alla ribalta nei mesi scorsi per una raccolta di firme per far diventare uno Stato cattolico; la sua struttura economica è di tipo neocoloniale, lo sviluppo delle piantagioni di caucciù e dell’industria mineraria, controllate da capitale straniero, non ha tuttavia innescato il decollo economico del paese che è ancora in larga parte caratterizzato da un’agricoltura di sussistenza, mentre ben altro peso economico hanno le piantagioni di hevea, per la produzione di caucciù, in mano alle compagnie americane.

 

La risorsa principale del paese è l’industria mineraria controllata da quattro compagnie straniere che sfruttano i ricchissimi giacimenti di ferro, oro, diamanti, bauxite, manganese. La Liberia rimane uno dei paesi più poveri dell’Africa sub-sahariana: la speranza di vita alla nascita è di 48 anni; oltre il 60% è analfabeta. Dal 1989, una lunga e sanguinosa guerra civile ha afflitto l’intero paese per sette anni. I salesiani sono una comunità educativa a servizio dei giovani del quartiere di Matadi Sinkor della capitale ed applicano il carisma educativo salesiano fondato sullo spirito di famiglia. La missione salesiana è stata fondata nel 1979 ed i primi salesiani provenivano dall’Inghilterra e dall’America. Fa parte della Provincia Salesiana Anglofona dell’Africa Ovest (AFW) che comprende Nigeria, Ghana, Liberia e Sierra Leone.

 

Nel suo messaggio natalizio don Nicola Ciarapica scrive: “Quest’anno, come simbolo del Natale, ho scelto un tronco che brucia. Quando siamo nel buio, cerchiamo una ‘luce’ che ci illumini; quando siamo scoraggiati e stanchi, cerchiamo un ‘fuoco’ che vivifica e ci riscaldi. Un tronco che brucia è comune nelle nostre case durante il periodo di Natale. Il tronco è simbolo di Cristo Gesù. Gesù viene e vuole essere il tronco che brucia al centro del villaggio globale che è il mondo per essere ‘luce’ che illumina la nostra Fede e ‘fuoco’ che riempie e riscalda i nostri cuori di amore e speranza. Auguri di un Santo Natale anche a nome dei confratelli e di tutti i giovani della missione salesiana”.

Poi ci scrive sulla condizione giovanile: “Attualmente tutta la Liberia ha una popolazione di 4-5 milioni di abitanti di cui 45 % tra giovani 0-14 anni. La situazione attuale non è molto diversa da quello che il 19 Marzo 2009 , Ellen Margrette Løj, delegato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite in Liberia, ha presentato ad un incontro delle Nazioni Unite a  New York: ‘La massa dei giovani senza lavoro e l’attuale fase di licenziamento costituisce una preoccupazione della sicurezza e si prevede che il problema aumenterà se i previsti investimenti stranieri in Liberia, come attualmente si teme, verranno rimandati o cancellati (a causa della crisi economica internazionale)’.

E’ ancora valido il suo monito: ‘Senza un lavoro regolare e stabile, un maggior numero di Liberiani, soprattutto tra le giovani generazioni, potrebbero essere tentati dal facile guadagno associandosi con attività economiche illegali o potenzialmente essere reclutati per attività sovversive’. Nonostante lo sforzo fatto per ridurre il diffondersi di malattie ed infezioni, la Liberia ha uno dei più alti indici nel mondo di mortalità materna e l’accesso al servizio sanitario è molto basso soprattutto nelle zone agricole. Anche l’analfabetismo è assai diffuso e basso è lo standard della scuola liberiana”.

Infine delinea il progetto dell’Ispettoria della Provincia Salesiana Anglofona dell’Africa Ovest (AFW): “Nella missione salesiana dove vivo, sono già state già avviate varie attività: la Parrocchia con 350 famiglie, la Scuola con 500 alunni, il Centro Giovanile con più di 800 iscritti e 20 differenti gruppi e un gruppo di aspiranti. E’ grazie al lavoro di diversi salesiani dell’Inghilterra, dell’Irlanda e dell’America che la presenza di Don Bosco si è affermata e sviluppata anche durante i lunghi periodi di guerra civile le cui ferite non sono ancora rimarginate”.

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