Sinodo: la famiglia soggetto di evangelizzazione
Domenica si è concluso il sinodo dei vescovi, che nel documento finale hanno riservato una menzione speciale alla famiglia come soggetto principale di evangelizzazione. Infatti il messaggio sinodale guarda alla famiglia come luogo naturale dell’evangelizzazione e ribadisce che essa va sostenuta dalla Chiesa, dalla politica e dalla società. All’interno della famiglia, si sottolinea il ruolo speciale delle donne e si ricorda la situazione dolorosa dei divorziati e risposati: pur nella riconfermata disciplina circa l’accesso ai sacramenti, si ribadisce che essi non sono abbandonati dal Signore e che la Chiesa è casa accogliente per tutti. Quindi la famiglia, pur nelle sue difficoltà quotidiane, è il primo luogo dell’evangelizzazione: “Fin dalla prima evangelizzazione la trasmissione della fede nel susseguirsi delle generazioni ha trovato un luogo naturale nella famiglia. In essa, con un ruolo tutto speciale rivestito dalle donne, ma con questo non vogliamo sminuire la figura paterna e la sua responsabilità, i segni della fede, la comunicazione delle prime verità, l’educazione alla preghiera, la testimonianza dei frutti dell’amore sono stati immessi nell’esistenza dei fanciulli e dei ragazzi, nel contesto della cura che ogni famiglia riserva per la crescita dei suoi piccoli. Pur nella diversità delle situazioni geografiche, culturali e sociali, tutti i Vescovi al Sinodo hanno riconfermato questo ruolo essenziale della famiglia nella trasmissione della fede. Non si può pensare una nuova evangelizzazione senza sentire una precisa responsabilità verso l’annuncio del Vangelo alle famiglie e senza dare loro sostegno nel compito educativo…
Il nostro pensiero è andato anche alle situazioni familiari e di convivenza in cui non si rispecchia quell’immagine di unità e di amore per tutta la vita che il Signore ci ha consegnato. Ci sono coppie che convivono senza il legame sacramentale del matrimonio; si moltiplicano situazioni familiari irregolari costruite dopo il fallimento di precedenti matrimoni: vicende dolorose in cui soffre anche l’educazione alla fede dei figli. A tutti costoro vogliamo dire che l’amore del Signore non abbandona nessuno, che anche la Chiesa li ama ed è casa accogliente per tutti, che essi rimangono membra della Chiesa anche se non possono ricevere l’assoluzione sacramentale e l’Eucaristia. Le comunità cattoliche siano accoglienti verso quanti vivono in tali situazioni e sostengano cammini di conversione e di riconciliazione. La vita familiare è il primo luogo in cui il Vangelo si incontra con l’ordinarietà della vita e mostra la sua capacità di trasfigurare le condizioni fondamentali dell’esistenza nell’orizzonte dell’amore”.
Durante questo tempo quindi c’è stato un interessante colloquio intorno al ‘pianeta’ famiglia; il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Vincenzo Paglia, ha sottolineato i numeri 110-113 dell’Instrumentum Laboris del Sinodo: “Il matrimonio resta una buona notizia anche per il mondo di oggi perché risponde al bisogno radicale di famiglia iscritto nell’uomo e nella donna sin da quando Dio disse: ‘Non è bene che l’uomo sia solo, facciamogli un aiuto che gli sia simile’. Adamo era vivo, ma gli mancava qualcosa di vitale: una compagnia. L’uomo è niente da solo: tutto si gioca nell’interdipendenza, senza cui non si esiste e non si è liberi. Eppure, tanta storia occidentale, è stata concepita come liberazione da ogni legame: i legami con gli altri, quindi la famiglia, la responsabilità verso l’altro. E’ vero che i vincoli, talora, hanno anche oppresso la soggettività… Lo scardinamento della famiglia è forse il problema numero uno della società contemporanea, anche se pochi se ne rendono conto”.
Dopo l’analisi, mons. Paglia ha fornito la visione della famiglia da parte della Chiesa, ‘esperta in umanità’, in quanto preoccupata dello sviluppo integrale della società: “Per questo non possiamo tacere. Non perché siamo tradizionalisti o conservatori di un istituto superato. Qui è in questione il futuro stesso della società. Semmai siamo ‘conservatori dell’avvenire’, appunto, del futuro della società. Conosciamo bene infatti l’alto prezzo delle fragilità familiari che viene pagato soprattutto dai figli (nati e non nati), dagli anziani, dai malati. Al contrario, la famiglia significa casa, stabilità, crescita, futuro”. Ed ha ribadito che la fedeltà coniugale è un impegno per la crescita sociale: “Si ritiene ad esempio che è impossibile pensare alla fedeltà matrimoniale ‘per sempre’. Mi chiedo: perché si può dire forever per la propria squadra di calcio e non per la propria moglie o il proprio marito? Evidentemente qualcosa non funziona. C’è bisogno poi di dare voce alle numerose famiglie cristiane che vivono, talora eroicamente, la fedeltà e l’impegno nel matrimonio e nella famiglia. Esse sono una risorsa per la Chiesa e per la stessa società. Vanno sostenute, accompagnate e mostrate… Il notevole numero degli interventi sulla famiglia e sulla sua necessità che sia sempre più soggetto della nuova evangelizzazione, esprime una forte indicazione pastorale; e per me è uno stimolo ulteriore mentre sto muovendo i primi passi come Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia”.
Anche mons. Carlos Simón Vázquez, sotto segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha sottolineato che la famiglia è la sede della Parola di Vita: “Infatti, la famiglia è chiamata a incarnare la Trinità sulla terra. Il mistero dell’amore di Dio cristiano è chiamato ad essere presente nel mistero di amore tra un uomo e una donna. I loro rapporti sono chiamati a incarnare nel mondo la logica del dono e ospitalità. A tal fine, il fondamento della famiglia deve essere costruito e guidare su una roccia e non sulla sabbia, questa missione è stabilito in amore. Un’idea è quella di sottolineare che l’amore umano è un dono di Dio e compito dell’uomo, ‘imparare ad amare l’amore umano’ non è qualcosa di accidentale o secondario ma centrale che la famiglia può godere il mistero di Dio e di essere testimoni nella Chiesa e nella società… Al giorno d’oggi, per molte ragioni, il pensiero culturale, sociale ed economico in generale, la logica di Dio è soppiantata da un senso individualistico, utilitaristico e soggettivo, a molti livelli. E’ urgente che la famiglia riscopre la sua vera identità in quanto si basa su amore e dono reciproco delle persone in coppia aperta alla vita”. Ed ha concluso ribadendo l’impegno della Chiesa per la cura pastorale della famiglia: “La famiglia ha il ruolo e la missione di evangelizzare con la sua vita e anche la partecipazione a molte attività al di fuori della famiglia al servizio della Chiesa e della società.
La famiglia è il luogo privilegiato di valori umani fondamentali e della trasmissione della fede. A casa, i bambini possono imparare i valori e gli atteggiamenti che non dimenticheranno mai. Imparare a pregare, imparare a condividere, imparare a prendersi cura l’uno dell’altro, imparare a lavorare… La scuola e la parrocchia sono luoghi importanti, ma non sono luoghi dove i bambini trascorrono un sacco di tempo: due o tre ore in parrocchia, sei o sette ore a scuola, ma i bambini passano la maggior parte del loro tempo a casa. In questo caso, l’alleanza tra la chiesa e la famiglia e la scuola è necessario per migliorare l’apprendimento dei valori alle nuove generazioni. In questo senso la famiglia diventa un alleato per la società. In questo momento particolare della storia, la dottrina della ‘Familiaris Consortio’, che sottolinea il ruolo della famiglia nella società diventa di vitale importanza…”.
Ed ha concluso con un appello: “Vi è un urgente bisogno di creare politiche per la famiglia su questioni come l’assistenza per i bambini e gli anziani, sulla questione fiscale, sul lavoro: questa è una politica familiare in grado di offrire speranza nel contesto sociale attuale. E la famiglia come un amico di base che genera i profitti di ciascuna persona e contribuisce al progresso e allo sviluppo di tutta la società… La famiglia può collaborare alla creazione di nuovi cieli e la nuova terra con il suo lavoro, le sue difficoltà e gli sforzi, sapendo che spetta a lei il compito di aggiornare il mistero dell’amore di Dio attraverso le generazioni”.