Meeting di Rimini: la natura dell’uomo è rapporto con l’infinito

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Ad aprire la settimana sarà il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, sul tema ‘I giovani per la crescita’, a cui in serata seguirà lo spettacolo inaugurale ‘The villager’s opera’ della Compagnia Caracalla Dance Theatre, composta da oltre cinquanta ballerini, attori e cantanti in scena, provenienti da tutto il mondo, costumi ricchi di colori e accessori scintillanti, una scenografia allo stesso tempo moderna e barocca, musiche inebrianti e coinvolgenti. La compagnia libanese è stata definita ‘il re del mondo teatrale musicale nel Medio Oriente’ e sarà al Meeting con un tema universale come quello dell’amore tra due giovani e del conflitto tra le loro famiglie. Il risultato è uno spettacolo di grande impatto emotivo e popolare perché ricco di particolari e semplice nella narrazione che desidera parlare al pubblico di ogni paese. Caracalla è anche una scuola di danza, aperta dodici ore al giorno, che riunisce circa milleseicento bambini di diversa età e di diversa tradizione e religione.

 

E come sempre non potevano mancare le mostre. La più importante è quella allestita nel centro della città sul ‘400 italiano ‘Gli angeli della Pietà’: si tratta della raffigurazione del Cristo morto con quattro angeli di Giovanni Bellini, il grande pittore col quale inizia il Rinascimento dell’arte a Venezia verso il 1450. Il tema di Cristo morto con gli angeli è molto caro all’arte veneziana e in particolare a Giovanni Bellini, un pittore che riesce, come nessun altro a Venezia fra Quattro e Cinquecento, a interpretare ‘con vivo senso’ i soggetti religiosi: dalle Madonne col Bambino, alle pale d’altare, alle diverse rappresentazioni della Passione e del Cristo uomo dei dolori. Uno dei filoni d’indagine di questa mostra riminese è proprio d’ordine iconografico e si sviluppa grazie al confronto con altre bellissime opere del Quattrocento: il Cristo e angeli di Marco Zoppo, cui si aggiunge dello stesso pittore il San Giovanni decollato, entrambi nel Museo Civico di Pesaro; il rilievo in cartapesta del Museo di Faenza; la tavola del bolognese Francesco Francia della Pinacoteca Nazionale di Bologna; la splendida medaglia di bronzo di Matteo de’ Pasti.

Un’altra mostra è dedicata alla struttura delle immagini nelle opere di Dostoevskij, mettendone in evidenza la funzione. L’icona e il quadro, visti attraverso il prisma del metodo creativo di Dostoevskij, si rivelano allo spettatore non come qualcosa che si esclude a vicenda ma come qualcosa di complementare, l’una rivolta verso l’altro nella creazione della cultura cristiana: l’icona guarda l’uomo, procede in direzione dell’uomo dalle regioni del divino, mentre i quadri sacri si rivolgono a Dio prendendo le mosse dalla profondità del nostro mondo. Ma allo stesso tempo l’icona si trova anche nelle profondità più recondite dell’uomo stesso e il quadro guarda a Dio con i Suoi stessi occhi. I due tipi di immagini del mondo cristiano, alla base delle quali c’è la doppia natura di Cristo, trovandosi una di fronte all’altra, riproducono in ogni singola rappresentazione l’unica immagine di Colui che, essendo contemporaneamente Dio e uomo, è diventato la via e il ponte tra due mondi. Infine una terza mostra è dedicata al genetista francese Jérôme Lejeune, fondatore della genetica clinica.

Emilia Guarnieri, Presidente della Fondazione Meeting per l’Amicizia fra i popoli, ha ribadito: “Tante sono oggi le problematiche che il titolo del Meeting vuole illuminare: dal tema del diritto in tutte le sue varie accezioni alle questioni poste dalla ricerca scientifica, fino alla sfida del cambiamento imposta dalla crisi alla vita della gente e delle nazioni. Se l’uomo è rapporto con l’infinito, solo tale rapporto può fondare adeguatamente i diritti di ogni persona e di ogni popolo, ponendo i termini di una organizzazione sociale e civile libera e dignitosa. Così come ogni indagine scientifica sull’uomo, sulla sua struttura biologica e neurologica, non potrà prescindere dal riconoscimento di un rapporto ultimo e misterioso da cui l’uomo è definito e che lo rende ‘indisponibile’ a qualunque manipolazione… Solo l’esperienza vissuta di tale rapporto, infatti, crea uomini certi della propria identità e liberi nel riconoscere quella altrui, capaci di costruire insieme e di prendere iniziativa nella cultura, nell’economia e nella politica per un bene comune”.

Infine, il direttore del Meeting, Sandro Ricci ha confermato i grandi numeri  attesi della kermesse: “Innanzitutto l’estero: oltre ai 150 volontari che arriveranno da 20 paesi, continuano ad arrivarci segnalazioni di gruppi organizzati che arriveranno a Rimini, come 100 persone dalla Germania per esempio oppure i gruppi che arriveranno in occasione della mostra sull’Albania, sull’America Latina, i 50 libanesi dello spettacolo inaugurale, gli spagnoli del Flamenco, dall’Egitto gli amici del Meeting Cairo. Siamo coscienti che soprattutto per Rimini questo è un anno zero dal punto di vista turistico, ma la nostra speranza è che il Meeting possa confermare le quasi 800.000 presenze dell’anno scorso… Ci tengo a ricordare che in questo periodo di crisi la nostra manifestazione è un’occasione di lavoro per tante persone: 8.400.000 euro di budget per 580 aziende fornitrici, il 90% di queste sono del nostro territorio. Senza contare poi l’indotto sul territorio delle migliaia di presenze che vengono per il Meeting”.

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