Il Comunicato del Dicastero delle Cause dei Santi sulla condanna di Nicola Giampaolo. Persino Dagospia svela l’arcano della complicità giornalistica per non sfiorare Report
Korazym.org/Blog dell’Editore, 31.10.2025 – Ivo Pincara] – Comunicato del Dicastero delle Causa dei Santi, 30 ottobre 2025: «Il Dicastero delle Cause dei Santi rende noto che il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, riconoscendo la sussistenza del reato ascrittogli, con sentenza del 29 ottobre 2025, ha dichiarato il Sig. Nicola Giampaolo colpevole di calunnia nei confronti di P. Bogusław Turek, C.S.M.A., Sottosegretario del medesimo Dicastero, del Cardinale Angelo Becciu e dello stesso Dicastero delle Cause dei Santi, rappresentato dal Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto. Pertanto lo stesso Tribunale Vaticano ha condannato il Sig. Nicola Giampaolo alla pena di anni 3 e mesi 6 di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo. Il Sig. Giampaolo è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituite nella misura di 20 mila euro in favore di P. Bogusław Turek, C.S.M.A., nonché nella misura di 15 mila euro ciascuno in favore del Cardinale Angelo Becciu e del Dicastero delle Cause dei Santi».
Condividiamo di seguito l’articolo pubblicato ieri 30 ottobre 2025 da Dagospia. Dopo aver riportato i take con cui l’ANSA il 29 ottobre ha dato la notizia della condanna di Nicola Giampaolo per calunnia contro il Cardinale Angelo Becciu attraverso la trasmissione Report, Dagospia cita nostro articolo che abbiamo pubblicato nella stessa data, con cui abbiamo consentito l’interpretazione autentica del silenzio giornalistico per non scalfire il mito di Report. Ormai, questa storia del “caso Becciu” – il complotto del mascariamento di un innocente, per tenerlo fuori dal Conclave (riuscito, purtroppo) – è uno scandalo e una vergogna megagalattica, in cui il giornalismo ha la prima e la più grande colpa, prestando la bassa manovalanza per la diffusione delle veline redatte dalle menti raffinatissime dentro i confini dello Stato della Città del Vaticano.

Mistero della fede: perché nessun giornale oggi ha riportato la notizia della condanna di Nicola Giampaolo, colpevole di aver calunniato il Cardinale Angelo Becciu?
Dagospia, 30 ottobre 2025
Giampaolo, postulatore della causa di canonizzazione di Aldo Moro, nel 2021 accusò la Congregazione per le Cause dei Santi, allora guidata da Becciu, di aver chiesto denaro per “velocizzare la pratica” – Mario Becciu, fratello del cardinale: “Esprimo solidarietà a Ranucci per il vile attentato subito, ma non mi accodo alla pubblica beatificazione. L’inchiesta condotta servendosi di un burattino dimostra la faziosità, il senso di impunità e un uso patologico del servizio pubblico…”.
VATICANO, CONDANNATO PER CALUNNIA EX POSTULATORE CAUSA MORO
(ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 29 OTT – É stato condannato oggi dal tribunale vaticano alla pena di anni 3 e 6 mesi di reclusione con interdizione personale dai pubblici uffici per lo stesso periodo, Giampaolo Nicola, condannato anche a rifondare le spese processuali, e a risarcire con 15 mila euro il Cardinale Angelo Becciu, parte lesa nel processo. Nicola è stato riconosciuto colpevole di calunnia per alcune dichiarazioni rese alla trasmissione Report. È stato postulatore della causa di canonizzazione dell’ex Presidente del Consiglio italiano, Aldo Moro.
LEGALI BECCIU, “CONDANNA EX POSTULATORE DIMOSTRA LUI CORRETTO”
(ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 29 OTT – “È stata accolta la nostra tesi sulla configurazione del reato, peraltro correttamente sostenuta dal Promotore di Giustizia. Riteniamo che questa sentenza del Tribunale vaticano sia importante perché attesta che il Cardinale Angelo Becciu è stato ingiustamente e falsamente accusato di gravi condotte mai assunte, con conseguente rilevante danno reputazionale”. È quanto affermano gli avvocati Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo, difensori del Cardinale Angelo Becciu, costituitosi parte civile, in merito alla condanna, oggi, per calunnia di Nicola Gianpaolo. L’ex postulatore di cause è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione con interdizione personale dai pubblici uffici per lo stesso periodo. Gianpaolo è stato condannato anche al risarcimento di una somma di 15mila euro allo stesso Becciu.
CONDANNATO DAL TRIBUNALE VATICANO IL TESTIMONE DI “REPORT” NICOLA GIANPAOLO PER CALUNNIE NEI CONFRONTI DEL CARDINAL BECCIU
Ivo Pincara per https://www.korazym.org/
[30 ottobre 2025]
Il Tribunale vaticano oggi ha condannato a tre anni e sei mesi di reclusione Nicola Gianpaolo, sedicente Postulatore di cause di santi, riconosciuto colpevole di calunnia nei confronti del Cardinale Angelo Becciu. Oltre alla pena detentiva, è stata disposta per lui l’interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo e il risarcimento di 15mila euro in favore del cardinale. Nicola Gianpaolo era uno dei grandi testimoni di cui si è servito Report per costruire il suo giornalismo di inchiesta fasullo contro il Cardinal Becciu. […]
La sentenza, arrivata al termine del processo per calunnia, riconosce dunque l’infondatezza delle accuse rivolte al Cardinal Becciu, che si era costituito parte civile nel procedimento, ribadendo la sua estraneità ai fatti contestati.
“Mentre esprimo solidarietà a Ranucci per il vile attentato subito, non mi accodo alla pubblica beatificazione del medesimo. L’inchiesta condotta servendosi di un burattino condannato in primo grado dal tribunale Vaticano, dimostra la faziosità, il senso di impunità e un uso patologico del servizio pubblico.
Questa condanna, come giustamente affermano gli Avvocati Viglione e Marzo, dimostra la colossale calunnia ordita con un dispiegamento di forze massmediatiche incredibili per distruggere una persona innocente. Vorrei ricordare a Ranucci che come cita il Libro del Siracide (28,18) ‘ne uccide più la lingua che la spada!’” (Mario Becciu).
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La barbarie della manipolazione delle informazioni… lentamente scoperchiata
«La sentenza arriva dopo anni di illazioni e campagne mediatiche che hanno contribuito a gettare un’ombra sul nome del cardinale Becciu, accusato pubblicamente di condotte mai dimostrate e oggi riconosciute proprio come false. (…) La vicenda solleva inevitabilmente interrogativi sulla qualità del giornalismo d’inchiesta e sulla responsabilità del servizio pubblico. (…) È quanto ha voluto ricordare sul sito Korazym.org anche Mario Becciu, fratello del cardinale, docente universitario e psicoterapeuta, che dopo aver espresso solidarietà a Sigfrido Ranucci per il recente attentato subito, ha però stigmatizzato il metodo e il tono dell’inchiesta televisiva: “L’inchiesta condotta servendosi di un burattino condannato in primo grado dal tribunale Vaticano dimostra la faziosità, il senso di impunità e un uso patologico del servizio pubblico. Questa condanna dimostra la colossale calunnia ordita con un dispiegamento di forze massmediatiche incredibili per distruggere una persona innocente. Vorrei ricordare a Ranucci che, come cita il Libro del Siracide (28,18), ‘ne uccide più la lingua che la spada!’”. (…) La sentenza odierna segna dunque un momento di verità, che richiama tutti — magistrature, media e opinione pubblica — a una più rigorosa cultura della responsabilità e della giustizia» (Faro di Roma, 30 ottobre 2025).
«Questa condanna giunge dopo anni di voci, insinuazioni e campagne mediatiche, che hanno danneggiato la reputazione del Cardinal Becciu. Le dichiarazioni di Giampaolo, ritenute false e gravemente diffamatorie, sono state presentate da Report come elementi chiave di un’inchiesta televisiva, che ha ampiamente contribuito a macchiare l’immagine del cardinale. Il Tribunale vaticano ha stabilito che queste accuse erano infondate e costituivano un chiaro intento di ledere. Il Cardinal Becciu, riconosciuto come parte lesa, ha così visto riaffermata la sua innocenza dopo anni di sofferenza morale e di sospetto pubblico. (…) Per il cardinale, questa decisione costituisce un passo essenziale nella sua riabilitazione dopo un lungo calvario personale e mediatico. Al di là della dimensione giuridica, questo caso solleva interrogativi fondamentali sul ruolo e la responsabilità dei media, in particolare della radiotelevisione pubblica. La credibilità accordata a Giampaolo dagli autori di Report, senza sufficienti verifiche, evidenzia gli eccessi del giornalismo investigativo, a volte guidato più dalla ricerca dello scandalo che dalla ricerca della verità. (…) La sentenza del 29 ottobre non chiude semplicemente una vicenda giudiziaria: apre una riflessione più ampia sulla tutela della dignità umana e sull’uso responsabile degli strumenti mediatici. Serve a ricordare che la libertà di informazione richiede rigore, discernimento e rispetto della verità. Per la Chiesa, questa decisione del Tribunale vaticano costituisce un forte segno di trasparenza e giustizia, secondo lo spirito voluto da Papa Leone XIV, il quale ribadiva costantemente che “la verità, servita nella carità, rimane la prima esigenza di ogni comunicazione cristiana”» (Tribune Chrétienne, 31 ottobre 2025 – Nostra traduzione italiana dal francese).
«Pertanto lo stesso Tribunale vaticano ha condannato il Sig. Nicola Giampaolo alla pena di anni 3 e mesi 6 di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo. Il Sig. Giampaolo è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituite nella misura di 20 mila euro in favore di P. Bogusław Turek, C.S.M.A., nonché nella misura di 15 mila euro ciascuno in favore del Cardinale Angelo Becciu e del Dicastero delle Cause dei Santi. La quasi totalità della stampa italiana ha “ignorato questa notizia. Perché? Oggi, 31 ottobre, la quasi totalità della stampa italiana che qualche anno fa aveva inflazionato le accuse contro il Cardinale Giovanni Angelo Becciu, tace, fa finta, ignora la sentenza del Tribunale vaticano contro Nicola Giampaolo accusò il porporato e altri di aver chiesto soldi per velocizzare il processo di beatificazione del politico italiano Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse. Allora, 12 aprile 2021, per esempio Report scrisse questo: “Vaticano, la lotta di Papa Francesco alla corruzione: il postulatore Nicola Giampaolo denuncia a #Report (Video – 21.15 @RaiTre) una richiesta di soldi da un funzionario della Congregazione delle Cause dei Santi per velocizzare la beatificazione di Aldo Moro”. Allora una parte rilevante della stampa italiana era molto entusiasta, con impegno ed efficacia, a propagandare la leggenda del Papa “giustiziere” che lavorava giorno e notte “contro la corruzione in Vaticano”. Di questa iconografia, che piaceva molto allo stesso Papa Bergoglio e anche al suo ampio entourage, e che era il perno della dicitura “pontificato riformista”, faceva parte il “caso Becciu” iniziato e aperto da L’Espresso guidato allora dall’attuale giornalista Rai Marco Damilano. L’affabulazione calunniosa dell’avvocato Giampaolo, seppure clamorosamente menzognera, venne accreditata come attendibile e dunque inflazionata. Perché? Perché era utile alla campagna in corso contro il cardinale Becciu. Per questa stampa “ben informata” oggi è meglio tacere evitando così di riconoscere di aver mentito» (Comunicato del Dicastero delle Cause dei Santi sulla condanna del Tribunale vaticano a Nicola Giampaolo, calunniatore del card. Becciu e altri. La stampa odierna però tace. Perché? di Luis Badilla e Roberto Calvaresi in Osservazioni casuali N. 91 (25 ottobre 2025 – 1° novembre 2025).
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Al caso del calunniatore del Cardinale Angelo Becciu abbiamo dedicato su questo Blog dell’Editore tre articoli nel 2021:
- Card. Becciu innocente, la vittima designata di una colossale montatura. Parte 2: Chi è il novello calunniatore? – 13 aprile 2021
- Per la Congregazione delle Cause dei Santi Nicola Giampaolo non possiede i requisiti richiesti dalle norme canoniche per essere postulatore – 13 aprile 2021
- L’attentato messo in scena lunedì scorso da Report era ordito per seppellire Becciu definitivamente. Invece, dalla bara il cardinale è uscito risorto più che mai – 18 aprile 2021
Per approfondire




























