Per la Congregazione delle Cause dei Santi Nicola Giampaolo non possiede i requisiti richiesti dalle norme canoniche per essere postulatore

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In merito all’inchiesta trasmessa ieri sera da Report su RAI 3, la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso questo pomeriggio la documentazione inviata dalla Congregazione delle Cause dei Santi agli autori del programma in data 9 aprile 2021.
Ne abbiamo parlato oggi [QUI]. È proprio vero che certi personaggi prima o poi trovano un tombino aperto. Poi, per certi personaggi i tombini si aprono da soli e alla sola vista. Infine, alcune di questi personaggi si chiudono pure dentro, chiudendo il coperchio.

Nota della Congregazione delle Cause dei Santi

In riferimento alle affermazioni del Sig. Nicola Giampaolo secondo il quale sarebbero state avanzate nei suoi confronti richieste finanziarie da parte del sottosegretario del Dicastero a favorire la Causa di beatificazione dell’Onorevole Aldo Moro, la Congregazione delle Cause dei Santi comunica quanto segue.

1. Presso la Congregazione non vi è alcuna Causa di beatificazione riguardante l’Onorevole Aldo Moro. Pertanto, di conseguenza il Sig. Giampaolo Nicola non è stato mai ratificato da questo Dicastero come postulatore della Causa in questione.

2. Nel mese di aprile 2018 questa Congregazione è stata informata che i promotori della Causa dell’Onorevole Moro avevano autonomamente revocato al Sig. Nicola Giampaolo il mandato di postulatore per la fase diocesana provvedendo a nominarne uno nuovo. Va notato, pertanto, che la presunta richiesta finanziaria, non poteva essere avanzata al Sig. Giampaolo nel mese di giugno 2018, come egli asserisce, in quanto non era più postulatore.

3. Si precisa, altresì, che presso la Congregazione delle Cause dei Santi non esiste alcuna forma di accreditamento dei postulatori come il Giampaolo scrive nel sul curriculum vitae.

9 aprile 2021

Lettera del Sotto-Segretario della Congregazione delle Cause dei Santi a Report

Gentile Dottor Giorgio Mottola,

con la presente mi riferisco all’accusa del Sig. Nicola Giampaolo circa la richiesta economica che gli avrei fatto per agevolare la Causa di beatificazione dello statista italiano Aldo Moro. Innanzitutto, desidero precisarLe che ho conosciuto le affermazioni del Sig. Nicola Giampaolo soltanto mercoledì 7 aprile quando, in ufficio, ho letto la sua mail.

Per quanto riguarda l’accusa formulata dal menzionato Sig. Nicola Giampaolo voglio ribadirLe ciò che ho detto durante il breve incontro che abbiamo avuto nella sacrestia di una Chiesa il giorno di Pasqua: quanto affermato non è vero.

Ho incontrato il Sig. Nicola Giampaolo negli uffici della Congregazione per parlare della sua nomina a postulatore in fase romana di due Cause, non riguardanti quella dell’Onorevole Aldo Moro. In quell’occasione, come è il mio dovere di sottosegretario, gli ho presentato e spiegato con cortesia i motivi che hanno portato il Congresso Ordinario del Dicastero (un organo collegiale che delibera sulle questioni riguardanti le Cause) a non ratificare la nomina per le menzionate due Cause a motivo della mancanza dei requisiti richiesti dalle norme canoniche.

Non ho mai trattato o avuto a che fare con la Causa di Aldo Moro anche perché nel Dicastero non è stata finora presentata. Infatti, il Vicariato di Roma, al quale è stata fatta domanda di aprire il relativo processo diocesano, non si è rivolto al Dicastero per chiedere l’autorizzazione ad iniziare la Causa.

Augurando un buon lavoro, Le porgo i miei saluti

P. Bogusław Turek, CSMA

La precisazione della Congregazione delle Cause dei Santi scredita l’inchiesta di Report, che non verifica la credibilità delle sue fonti. Una vignetta di Sillioni
L’inchiesta di Report sugli scandali finanziari del Vaticano, firmata da Mottola con la collaborazione di Norma Ferrara e Giulia Sabella, voleva documentare come gli scandali all’ombra del Cupolone non si fermano nemmeno davanti ai Santi e hanno raccolto una figuraccia.La vignetta di Sillioni dà conto dello sconcerto il modo inaccurato di presentare le vicende del Vaticano ed anche la tristezza perché questi scandali, spesso infondati, come lo è tutto il caso del Cardinale Becciu, che non è mai stato accusato con chiarezza di qualcosa e che il Papa ha voluto pubblicamente abbracciare recandosi a casa sua Giovedì Santo, feriscono le persone coinvolte e anche la sensibilità dei fedeli.
Del resto per ragioni di salute, fortunatamente superate, il promotore di giustizia vaticano ha affidato nei mesi scorsi gran parte dei suoi compiti ad un penalista del Foro di Roma molto impegnato nella difesa degli imputati del processo Mondo di Mezzo, per i quali ha ottenuto brillantemente che cadesse l’aggravante mafiosa, perno dell’inchiesta dell’allora procuratore Pignatone, oggi Presidente del Tribunale Vaticano. E con queste premesse… (Faro di Roma, 13 aprile 2021).

Aggiornamento, 15 aprile 2021

Con tutto il rispetto per Report, il servizio del 12 aprile 2021, dando una così forte risonanza ad una presunta (mai provata e seccamente smentita in modo convincente) corruzione per la causa di Moro, non fa onore al programma, a differenza della stragrande maggioranza dei servizi che manda in onda (che spesso abbiamo ripreso).

Poi, l’insistenza oggi: “A Report Maria Fida Moro, figlia dello statista rapito e ucciso dalle Brigate Rosse, denuncia la speculazione avvenuta sul processo di beatificazione del padre. Aldo Moro è stato nominato Servo di Dio nel 2012, primo passo per diventare beato, ma intorno all’iter canonico è scoppiato un putiferio che ha portato la figlia dell’ex presidente del Consiglio a scrivere direttamente al papa” (Report – Facebook, 15 aprile 2021).

Tombini a parte, come si fa a spiegare a Report, che presso la Congregazione delle Cause dei Santi “non vi è alcuna causa di beatificazione riguardante l’Onorevole Aldo Moro”, come si legge nella secca smentita che abbiamo riportato sopra, per il servizio della trasmissione andato in onda lunedì 12 aprile 2021 su Rai3. Una causa che non è mai iniziata neanche in sede diocesana a Roma (competente per territorio, poiché la capitale è il luogo dove lo statista fu ucciso dalle Brigate Rosse). Nel 2012, dopo aver ricevuto l’incarico di seguire la causa dall’ente promotore (la Federazione dei Centri Studi “Aldo Moro e Renato dell’Andro”) Nicola Giampaolo scrive al Vicariato per chiederne l’apertura in fase diocesana. Il 16 luglio dello stesso anno la richiesta viene ricevuta, senza che la causa si apra né che Moro possa essere qualificato come Servo di Dio (quindi, quanto affermato da Report nel post Facebook riportato sopra, non corrisponde a verità. Ad aprile del 2018 la Federazione revoca l’incarico a Giampaolo e a giugno nomina il domenicano Gianni Festa. Che però si dimette a settembre del 2018. Da allora è tutto fermo.

Se si dice oggi che “intorno all’iter canonico è scoppiato un putiferio”, il motivo è tutto nelle falsità – espresse da un personaggio che si presente senza averne titolo come “postulatore” della causa di Moro – smentite in modo esaustivo il 9 aprile, quindi PRIMA della trasmissione del 12 aprile.

A margine, una domanda di fondo. Cosa avrebbe fatto Moro per diventare santo? Se si riscontrano miracoli, si dovrebbero accertare i fatti. Ma pare che miracoli, Aldo Moro non li abbia fatti, o almeno non sono stati riscontrati. I postulatori falsari sono il male di questo mondo della “fabbrica dei santi”.

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